Lo studio di sviluppo Runeheads porta sul mercato dei videogiochi PC Conglomerate 451, RPG dai toni Cyberpunk che vuole proporre nuove dinamiche in un mercato oramai saturo.
Sinossi
Il videogioco si svolge in un futuro distopico ultra-tecnologico in cui organizzazioni simil-mafia hanno preso il controllo sul territorio. Il ruolo che andiamo ad intraprendere è quello dell’amministratore di un’agenzia governativa che ha il dovere di ristabilire l’ordine.
Ambientazione
Il mondo creato dagli sviluppatori funziona a dovere. Questo indie è costruito attorno ad una realtà che trasmette angoscia e claustrofobia. Sensazioni cupe generate da uno scenario succube della tecnologia che ha ormai preso il sopravvento su qualsiasi forma naturale. Ambienti scialbi e con pochi elementi a video contribuiscono a comunicare un senso di oppressione dato dal metallo ingabbiante.
Tattica e gestione
La produzione italiana mostra graditi elementi gestionali, legati all’organizzazione dell’agenzia che siamo chiamati a dirigere. La totalità del personale è costituita da cloni, progettati geneticamente a seconda delle caratteristiche necessarie in quel momento specifico. La possibilità di effettuare delle ricerche arricchisce la complessità del gameplay, spingendoci a progredire per sbloccare nuove funzionalità. Le ricerche sono un elemento fondamentale e appagante per proseguire in Dungeon sempre più difficili. Ogni ricerca sblocca nuove classi di agenti e abilità singole da poter equipaggiare.
Sulla base di ciò emerge anche un aspetto puramente tattico dell’opera: la preparazione di ogni missione è legata al comporre una squadra di 3 elementi dotata di competenze e specialità adatte allo scopo. E’ fondamentale dunque porre la giusta attenzione anche in fase di preparazione dei singoli Dungeon, in modo tale da non farsi cogliere impreparati durante i combattimenti. Ogni clone viene assegnato ad una delle 3 classi disponibili e dispone di 4 abilità attive, che, come nel più classico degli RPG, si dividono in 3 tipologie: attacco, supporto o difesa.
Le classi sono un tasto dolente per la produzione, poichè offrono una scelta piuttosto ristretta di sole 3 specializzazioni al netto delle classi aggiuntive fornite dal completamento delle ricerche (max 5). Numero lontano rispetto allo standard attuale.
Sistema di combattimento
Arriviamo dunque a quella che può essere l’unica vera critica per questa anteprima. Gli sviluppatori vogliono riproporre una vecchia modalità di combattimento, ma da una nuova prospettiva. Il combattimento si svolge come nei più classici RPG a turni, implementando anche delle feature interessanti come lo scegliere quale parte del corpo dell’avversario colpire. Ma lo scontro non avviene con una visuale isometrica o banalmente in terza persona, piuttosto Runeheads punta alla totale immedesimazione, incastrando il giocatore in una poco pratica visuale in prima persona. E’ sicuramente insolito dover affrontare i nemici in un rpg turni dal punto di vista più intimo del personaggio, adatto piuttosto a situazioni da FPS o RPG in tempo reale. Passata qualche ora ad abituarsi, non si riesce comunque a digerire questa innovazione prospettica, tanto dal considerarla un elemento frustrante.
Intrappolati in un manichino
Un altro elemento da correggere è un sistema di movimento macchinoso e poco pratico con cui esplorare l’ambiente. Non si dispone del classico binomio WASD + cambio di visuale deputato al mouse, ma lo spostamento è legato a rigidi binari con visuale fissa a ore 12. Se lo spostamento rimane legato ai quattro soliti tasti, il cambio di visuale ha come input un unico tasto che muove il collo del personaggio di 90° a pigiata. La sensazione trasmessa è quella di essere intrappolati in un manichino, elemento forse ricercato ma sicuramente non efficace. Questa caratteristica dell’opera genera solamente frustrazione che distrae il giocatore dall’immedesimazione che altrimenti sarebbe totale. Il risultato sperato non viene raggiunto, ma si è assaliti da sensazioni totalmente opposte rispetto a quelle che verosimilmente volevano comunicare gli autori.
Design
Sono degni di menzione anche i design dei personaggi. Il team di sviluppo è riuscito ad equilibrare la varietà di aspetto dei nemici ed NPC. Notevole il fatto che non si venga assaliti da un senso di “già visto” quando ci si imbatte in nuovi incontri. Forse la caratterizzazione non è delle più originali, ma risulta essere sicuramente convincente.
Conclusione
Nonostante alcuni difetti Conglomerate 451 si presenta come un titolo giocabile da qualsiasi utente che ami gli RPG ed abbia voglia di gettarsi in un’avventura originale. L’ambientazione è sicuramente intrigante, ma l’intera produzione rischia di diventare facile preda di colossi a budget elevato che presto sbarcheranno sul mercato.
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