Sempre più frequenti ed insistenti sono i rumor che vorrebbero il prossimo capitolo della nota saga videoludica di casa Ubisoft, Assassin’s Creed, ambientato nell’Egitto dei faraoni. La terra delle piramidi offrirebbe scorci naturali alquanto suggestivi oltre che una vastità di ambientazioni e situazioni storico-politiche degne dei migliori capitoli della saga come il secondo capitolo ambientato nell’Italia risorgimentale o il terzo collocato durante la rivoluzione americana.
Se seguissimo il credo storico della saga, risulterebbe facile alquanto intraprendere ragionamenti quasi onirici e fare congetture basate unicamente sulla pura speculazione che, proprio perché tutto è lecito, troverebbero la loro ragion d’essere in esse stesse ma, siccome nulla è reale, gli basterebbe un nonnulla per cadere come un castello di carte.
Nonostante tutto dobbiamo comunque munirci di razionalità e fatti ed analizzare quanto in nostro possesso fin’ora e cercare di non essere troppo sognatori così da non cadere in banalità. Detto ciò, quindi, partiamo con le speculazioni
Il seme…
Ciò da cui tutto è iniziato, il seme con cui il nuovo capitolo di Assassin’s Creed ha iniziato a germogliare, fu una notizia, diffusa 4 gennaio 2016 dal noto ma alquanto controverso blog videoludico internazionale Kotaku, in base alla quale alcune fonti vicine a Ubisoft, ritenute attendibili dal sito stesso che ha diffuso la notizia, affermerebbero che il prossimo Assassin’s Creed in lavorazione si intitolerebbe “Empire”, sarebbe ambientato in Egitto, avrebbe un gameplay molto più profondo e, notizia poi confermata dalla stessa casa produttrice nel corso del 2016 e che avvallerebbe quelle precedenti, uscirebbe sul finire del 2017 come da tradizione.
Sebbene la notizia, pubblicata esattamente un anno fa, fece scalpore poiché fosse così dettagliata e precisa, il nome “Empire” è stato solo recentemente smentito da Ubisoft stessa con particolarità. La casa sviluppatrice, infatti, non si è risparmiata ed ha utilizzato il recente Watch Dogs 2 per rivelare il possibile nome del futuro capitolo: Osiris.
… che cresce
Ubisoft, sappiamo, non è una software house che resta a guardare e, dopo aver fatto capire con il ritorno degli hacker che per quest’anno la saga di Assassin’s Creed si sarebbe presa un periodo sabbatico per tirarsi a lucido e tornare prepotentemente nel panorama videoludico nel 2017 , ha rincarato la dose per alcuni e tranquillizzato altri proprio con Watch Dogs 2.
Ubisoft, infatti, ha pensato bene di farcire il capitolo di easter egg autoreferenziali. A partire dalla propria sede locata in San Francisco, passando per le locandine del film di Assassin’s Creed da oggi visibile in tutte le sale cinematografiche, fino ad arrivare ad intercettare (o per meglio dire: hackerare) una telefonata fra due insiders della software house che discutono circa la eventualità di una fuga di notizie, inerenti una nuova IP che stanno sviluppando, da evitare per non ricadere in errori passati.
“Davvero? Me lo garantisci? Dopo quello che è successo con Unity, Syndicate, Osiris…”
Speculazione Pura
Questi sono i fatti. E’ ora il momento di montarci attorno desideri. Partiamo da quelli che potrebbero essere i periodi storici e le condizioni socio-politiche più allettanti; quelle che andrebbero quindi a dare la giusta caratterizzazione al o ai protagonisti (tenendo a mente l’esperienza di Syndicate) e, di conseguenza, a contribuire all’immedesimazione nel titolo:
- Cheope, Chefren e Micerino: noti per aver fatto costruire le piramidi di Giza. Sarebbe affascinante assistere ai misteri della loro progettazione. Le tre piramidi di Giza, infatti, sono accuratamente allineate con le tre stelle che vanno a costituire la cintura di Orione.
- Ramses II: considerato uno dei più importanti faraoni della storia perché sotto di lui l’Egitto divenne la più grande potenza economica e sociale dell’epoca. Per tutta la sua vita esaltò la sua figura con innumerevoli statue che lo raffiguravano e che andavano a consolidare l’idea tra i suoi sudditi che fosse un Dio. Sarebbe interessante lo scontro con quest’ultimo magari per dimostrare “che anche un Dio può sanguinare”.
- Tutankhamon: forse il più noto fra tutti i faraoni non tanto per il suo regno quanto per la sua tomba. Situata nella Valle dei Re, è stata riempita con un’ incalcolabile quantità di tesori ma molto più nota è la leggenda secondo la quale chiunque varcasse la soglia della sua tomba, ricevesse una maledizione che lo avrebbe portato ad una morte misteriosa. Forse lo scenario più intrigante.
Tuttavia, quanto appena elencato non potrà mai costituire la trama principale del gioco ma, con artifici narrativi ben studiati, al massimo potranno costituire il corpo di quest secondarie. Perché? Molto semplice. Perché è già tutto scritto. I più appassionati alla saga, infatti, sapranno che la “lore” di Assassin’s Creed, se ben analizzata, rivela non solo il periodo storico e la sua relativa ambientazione, ma anche il nome del protagonista e il “nuovo” Frutto dell’Eden.
Numa Al’ Khamsin, per gli amici El Cakr
Numa Al’ Khamsin, meglio noto come El Cakr, è stato l’assassino a cui facciamo riferimento. Egiziano vissuto nel XIII secolo, Numa era l’assassino a cui venne affidato il compito di proteggere dalla minaccia templare, il Frutto dell’Eden: lo Scettro di Aset.
Per riuscire nel suo compito e quindi evitare che l’ordine dei Templari entrasse in possesso dello Scettro, Numa si recò a Il Cairo e affidò il Frutto dell’Eden al allora governatore dell’Egitto, il Sultano Bahri.
Tuttavia i templari, dopo essere riusciti nell’intento di assassinare il Sultano, entrarono in possesso dello Scettro di Aset costringendo il nostro”nuovo” assassino all’intervento. Numa, infatti, si dedicò alla ricerca del manufatto e, una volta recuperato, lo nascose in un luogo tutt’ora sconosciuto.
Va da sé quindi che questa potrebbe essere la main quest del successivo capitolo di Assassin’s Creed impersonare El Cakr. Oppure potremmo ripercorrere i ricordi di un nostro lontano antenato che nulla ha a che fare con quest’ultimo e quindi andare alla ricerca del Frutto dell’ Eden. Staremo a vedere.
Lo Scettro di Aset
Uno dei frutti dell’ Eden risalenti alla Prima Civilizzazione. Lo Scettro di Aset fu creato unicamente con lo scopo di garantire una vita post mortem. In origine appartenne ad Osiride, uno dei membri della Prima Civilizzazione, il quale lo utilizzava per giudicare i faraoni inseguito alla loro morte e decidere, così, chi fosse meritevole di una seconda vita o la morte definitiva.
Prototipi
Ma se quindi è tutto scritto, su cosa possiamo dar libero sfogo alla nostra immaginazione? Cosa può ancora essere fonte di speculazione? Nulla di più facile: lo stile del protagonista. E’ possibile reperire, un po’ ovunque in rete, artworks dei fan, alcuni davvero ispirati ed interessanti che lasciano immaginare vari scenari, anche di game play.
E’ il caso di questo prototipo di lama celata. Potrebbe essere interamente composto d’oro, materiale utilizzato assai frequentemente nell’Antico Egitto. La sua parte superiore potrebbe potrebbe richiamare l’animale simbolo della saga: l’aquila. Quest’ ultimo, infatti, per gli antichi egizi rappresentava la materializzazione del dio Mendes, rappresentante del dio sole. L’aquila aveva il compito di accompagnare i defunti nell’aldilà. Quale accostamento migliore ad un assassino? Che possa essere la sede del rampino già sperimentato in Syndicate e ampiamente apprezzato da molti?
La parte inferiore invece, quella dove alloca la lama celata, potrebbe essere adornata dall’occhio di Horus (Dio della Preveggenza dalla testa di aquila, figlio di Iside e Osiride simbolo di regalità e protezione). Per quanto concerne la lama, potrebbe essere intarsiata con dei serpenti, in stretta correlazione mitologica con l’ occhio di Horus o Ra.
E se prendessimo in considerazione l’abbigliamento? Ogni buon assassino ha un suo elemento caratteristico nel modo di vestire. Ricordiamo Altair che, con la sua tunica quasi interamente bianca, sarebbe riconoscibile fra mille. Oppure l’immortale Ezio Auditore che non passerebbe inosservato anche ai non amanti della saga con la sua divisa bianca e rossa, nei primi periodi di attività, o quella nera e rossa, indossata sul calare della giovinezza.
Come l’oro, così il nostro protagonista potrebbe indossare una divisa di lino (materiale molto utilizzato al tempo) con intarsi d’orati e azzurri, colori particolarmente in voga, magari con sandali marroni in pelle.
Che dire del suo arsenale? Potrebbe essere talmente vario da rendersi impossibile ad un elenco. Piccoli pugnali, spade, lance, fruste… Ma in ambito bellico, importante fu l’invenzione del khopesh. Una lama falci forme capace di essere tanto rapida quanto netta nel taglio proprio per la sua peculiare forma.
In definitiva: questo anno di pausa ha avuto differenti letture. Chi lo ha criticato come e additato come inutile e chi invece lo ha accolto come una manna dal cielo nella speranza che fosse in grado di rivitalizzare e perfezionare una formula vincente. Le sfumature di cui il titolo può tingersi sono infinite e i videogiocatori, chi più e chi meno, lo attendono speranzosi. D’altronde questa saga ci ha abituato a capolavori senza precedenti ma ci ha regalato anche titoli che forse è meglio lasciare nel dimenticatoi.
Una cosa è certa: Ubisoft non resta mai a guardare e sa come correggere il tiro per poi far parlare di sé (vedi Watch Dogs 2). Questo “possibile” Osiris potrebbe essere quello che tutti aspettano. Ma chi lo sa? Alla fine potrebbero non portarci in Egitto.
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