Call of Duty Warzone ha ottenuto un successo senza precedenti battendo, sul fronte numeri, tutta la concorrenza sulla piazza. Ma è davvero il miglior Battle Royale in circolazione?
Call of Duty Warzone è un FPS sviluppato da Infinity Ward e Raven Software per le piattaforme Microsoft Windows, PlayStation 4, Xbox One in cross-play e confermato anche per PS5 e Xbox Series X. Il videogioco è stato pubblicato il 10 Marzo 2020 sulle piattaforme sopra citate come DLC stand-alone gratuito di Call of Duty: Modern Warfare. Il 6 Maggio di quest’anno contava già oltre 60 milioni di iscritti, mettendo a tacere chiunque avesse mai dubitato della riuscita di un’impresa di tale portata in piena quarantena.
La conferma di uno stile classico perfettamente adattato ai nuovi contesti
Chi ha sempre amato Call of Duty ritrova in Warzone i tratti più caratteristici di questo titolo quali le armi, la grafica realistica e la semplicità che fa da spina dorsale all’intero gameplay. Fatto salvo per alcuni nuovi esperimenti effettuati, ad esempio negli ultimi titoli “Modern Warfare”, COD si è sempre distinto per essere riuscito a mantenere uno stampo molto fedele alla realtà. Peculiarità del gioco sono i modelli di armi realmente esistenti e la volontà di riprodurre dinamiche e problematiche che si possono incontrare con un’arma in mano. In Call of Duty Warzone sono presenti due modalità: l’acclamatissimo Battle Royale e la discussa modalità Plunder (malloppo per gli amici).
La prima modalità è simile ad altri titoli del genere, con la novità di proporre ben 150 persone nella stessa mappa. Man mano che la partita procede, l’area di gioco si restringe, come nella classica modalità Battle Royale. Nessun equipaggiamento, se non una pistola d’ordinanza: tutto il resto deve essere reperito in loco.
Una delle novità più interessanti introdotte nella BR di Warzone è il gulag. Questo consiste in un carcere di sicurezza dove si viene spediti dopo la morte. In questo luogo ci viene offerta la possibilità di rientrare in battaglia vincendo il duello con un altro giocatore che è stato sconfitto sul campo si battaglia. Nella modalità a squadre il compagno può riacquistare la nostra vita presso i rivenditori presenti nella mappa anche dopo aver perso lo scontro nel gulag.
Soldi, Soldi, Soldi.
La modalità di gioco Malloppo di Call of Duty Warzone pone l’accento sulla raccolta di soldi durante la partita, disseminati ovunque nella mappa. La prima versione di questa modalità rendeva l’uccisione del nemico una perdita di tempo e un rischio che pochi erano disposti a correre. Infatti uccidere il nemico conferiva una somma di denaro molto contenuta. Con il passaggio a “denaro sporco” uccidere i nemici offre la possibilità di ottenere denaro extra e la modalità ha così virato verso la realizzazione di un enorme campo di battaglia dove si ha la possibilità di ottenere un buon piazzamento in classifica fino all’ultimo secondo.
Il denaro può essere raccolto da terra in piccole quantità, nelle casse che si possono trovare sparse nell’area di gioco oppure si possono svolgere varie attività lautamente ricompensate. Ogni volta che si vieni uccisi si perde una quantità importante di denaro (da quando si è passati a “denaro sporco”) e si ritorna nell’area di conflitto dopo circa venti secondi. Se l’intera squadra viene sconfitta sarà spostata in un’altra zona della mappa. La squadra con il maggior numero di soldi al termine della partita vincerà.
Call of Duty Warzone: per ogni pregio due difetti
Che Call of Duty Warzone sia stato accolto con entusiasmo dalle community di gamers di tutto il mondo non è un mistero, tuttavia il gioco non è affatto privo di difetti. Alcuni minano in modo abbastanza marcato la possibilità di godere a pieno del gioco. Partiamo da un punto critico: il titolo punta al realismo. Tuttavia in diverse occasioni si assiste a scene tutt’altro che realistiche. È il caso, per fare un esempio, dei proiettili che trapassano pareti spesse o porte blindate o addirittura tetti durante il bombardamento di precisione. Ma non finisce qui: dal lancio ad oggi sono stati segnalati un numero enorme di bug di diverso tipo. Il caso più fastidioso è stato sicuramente quello riguardante il glitch dell’immortalità: sostanzialmente, in modo del tutto casuale, alcuni giocatori non potevano essere uccisi. Questo portava inevitabilmente ad una vittoria facile e poco gratificante.
La presenza di un cospicuo numero di bug rendono l’esperienza di gioco frustrante. È davvero un peccato perché Call of Duty Warzone avrebbe davvero le carte in regola per essere il migliore dei free-to-play sulla piazza. Valutando anche la costanza con il quale il titolo viene aggiornato non si hanno nemmeno gli estremi per muovere una critica ragionevole agli addetti ai lavori. Gli interventi sono tanti ma c’è troppo da sistemare. Non possiamo fare a meno di apprezzare il costante variare delle modalità di gioco, con trovate originali quali il vincolo all’uso di un’arma specifica, ma il grosso dei problemi rimane ignorato.
Purtroppo questo è il lato oscuro dei free-to-play che basando la loro sopravvivenza sulle microtransazioni, reinvestono cifre contenute sul supporto. Ovviamente qui non stiamo parlando di uno sviluppatore dal basso potere economico. L’ipotesi più attendibile è che buona parte degli introiti non sia semplicemente reinvestito.
Quindi è il migliore di sempre?
Nì. Il gioco è senza dubbio coinvolgente e divertente ed è facile passarci su pomeriggi interi giocando in compagnia. La durata delle partite è adeguata e il titolo premia l’abilità del giocatore. Questo a patto di non incontrare cheaters, per il quale comunque il team di sviluppo ha avviato una campagna di contrasto dura ed efficiente. La presenza di diverse modalità, costantemente variate e aggiornate è un plus importante ma non sufficiente. Un altro dei problemi presenti è la gigantesca dimensione del gioco e degli aggiornamenti, problematica segnalata più volte dalla community e solo recentemente presa in considerazione. Ultimo punto è il problema dei server: non capita di rado di incappare in situazioni che sfiorano il comico, dove l’intero gioco va in freeze e nel giro di poco tempo si viene buttati fuori dalla partita. Che sia la diretta conseguenza del cross-play?
In sintesi: il gioco merita attenzione e diverte ma è ben lontano dall’essere la scelta migliore sulla piazza. Senza dubbio da provare. Dopo qualche ora però lascia in bocca una sensazione di amaro, data dalla superficialità con quale viene gestito. È come un magnete quasi scarico: attrae ma non tiene incollato. Insomma bene, a tratti anche molto bene, ma sicuramente non benissimo.