Alle volte la resistenza dei nervi del vostro Dr. Nintendo può essere messa a dura prova da un semplice e insignificante incontro fatto per strada o da un paziente che le spara talmente grosse da costringere a domandarti (e domandargli) se è una presa in giro.
Questo è proprio quello che è successo oggi in studio. Baldanzoso e fiero un ometto con occhiali è entrato nel mio studio con il suo Nintendo Switch nuovo e fiammante. Con totale noncuranza e forse anche un pizzico di malizia, si siede in silenzio pronto per scaricare il suo carico di problemi e di dubbi riguardo la console su di me che intanto inizio ad analizzare il suo comportamento, poiché mi pare un po’ strano ma anche familiare.
L’ometto mi mostra la console e inizia un monologo sui difetti della piattaforma che sembra uscito da una puntata Masterchef. Alcune critiche mosse sono anche giuste, ma il populismo videoludico di cui si ammanta il mio paziente lo tradisce dopo pochi minuti.
Ahimé mi trovo di fronte al solito qualunquismo alla Salvini dei videogiochi di un giocatore che forse l’ultima cosa che ha provato di Nintendo è stato il NES e che ha comprato Switch per moda o per pura e semplice curiosità e che forse negli ultimi anni ha fatto della denigrazione di Nintendo la sua specialità olimpica.
Ma non mi perdo d’animo, non lascio trasparire i miei istinti omicidi, e lascio che l’ometto parli in libertà prendendo appunti. Quelle che seguono sono le affermazioni più assurde alle quali ho dovuto dare risposta. Premetto che io in primis reputo Nintendo Switch una console con qualche difetto, ma non per questo posso lasciar correre su certe affermazioni.
La batteria dura troppo poco
Questa sembrerebbe una critica sensata, ma se ci si pensa bene non si poteva chiedere di più a Nintendo con questi presupposti. In un mondo comandato dalle power bank e dalla spasmodica perenne ricerca di una presa elettrica, avere una console dall’autonomia di tre ore non è poi una cosa così negativa.
Del resto quanta autonomia hanno oggi gli smartphone, dispositivi telefonici con una propensione mai nascosta a essere una piattaforma da gaming, se usati per giocare? Quanto si riesce a giocare a Clash of Clans, per dirne uno, prima che il dispositivo diventi un vampiro assetato di energia?
Sono un giocatore di Pokémon GO e per esperienza personale ho passato interi giorni a combattere il problema della ricarica con ogni mezzo possibile (mi mancano solo i caricatori solari), quindi posso tranquillamente dire che 3 ore non sono poi così poche per quello che Switch offre.
Chi si lamenta di questo non fa i conti con quanto la console riesca a offrire perché 3 ore in mobilità di Zelda Breath of the Wild non sono per nulla poche. Per di più l’autonomia non può che aumentare se si gioca a titoli più “leggeri” e più adatti ad una partita mordi e fuggi da strada. Oltretutto durante un viaggio o un tragitto da pendolare non è mica il caso di guardare e usare perennemente uno schermo; si può fare altro, no?
Lo schermo di Switch è troppo piccolo
Una critica al limite dell’assurdo a mio modo di vedere poiché 7 pollici sono già una misura di schermo non proprio portatile, ai quali vanno aggiunti i due Joy-con laterali e l’ingombro della custodia (oggetto indispensabile per trasportare senza preoccupazioni la console). Una console tutto schermo poi avrebbe comportato rischi di rottura altissimi.
Tutto questo rende Switch non proprio tascabile, figurarsi con un schermo da tablet 10 pollici! Si correva il rischio di vedere scene simili a quelle di fine anni ‘80 quando i ragazzi si portavano enormi radioloni sulle spalle per ascoltare la propria musica preferita in giro per la città.
Magari qualche dettaglio si perde su uno schermo così piccolo e con il downscaling della risoluzione, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e qualche compromesso lo si deve accettare. Nintendo Switch, non è una console definitiva né una console perfetta e del resto nessuna lo è completamente, ma certe affermazioni sono quantomeno pretestuose.
La lineup è misera
Questo è uno dei pochi punti sui quali posso essere in parte d’accordo visto il quantitativo di titoli arrivati al lancio della console. Ma questa critica la posso accettare da chi ha ancora Nintendo Wii U in quanto molto di quanto giocabile ora su Nintendo Switch è un rimpasto di ciò che si è visto, e si doveva vedere nel caso di Breath of the Wild, sullo sfortunato paddone Nintendo.
Ma anche il più accanito e affezionato giocatore devoto all’operato dell’azienda giapponese deve fare i conti con la realtà dei fatti: da qualche anno la politica di Nintendo prevede una sola IP importante al mese condita da tanti giochi di contorno e qualche sorpresa di terze parti.
Se non si fa i conti con questa regola, figlia del più che lecito desiderio dell’azienda di promuovere e valorizzare i propri prodotti, non si può comprendere perché Switch sia così arida di titoli. Detto questo non resta che adattarsi e fare propria questa regola; del resto molti hanno comprato Nintendo Switch come seconda console, quindi non c’è tutta questa esigenza di una lineup così poderosa. Potete giocare su altre console.
Per di più sappiamo tutti che in questi anni le terze parti hanno lasciato da sola Nintendo come i superstiti di un naufragio abbandonano la nave che affonda, percui ci vorrà tempo, e vendite, prima che ai futuri Super Mario, Splatoon, Smash Bros e affini si affianchino di nuovo come funghetti i grandi brand esterni alla casa di Kyoto. Qualcosa si è già mosso (vedi immagine qui in alto), ci vogliono tempo e fiducia.
Switch non è retrocompatibile con Wii U
Questa è la più assurda delle critiche che io abbia sentito in questi mesi tanto da farmi credere per qualche attimo che mi si stesse prendendo in giro. Pur trascurando la differenza di supporto (disco vs cartuccia), è inaccettabile sentir dire da qualcuno che ha solo provato, ma mai apprezzato e alle volte aspramente osteggiato Nintendo Wii U, che ora e solo ora con Nintendo Switch tra le mani ha voglia di giocare titoli di non più di due o tre anni fa. Riterrei più lecita una critica sulla mancanza di retrocompatibilità con Nintendo 3DS (cartuccia vs cartuccia), ma nessuno ha parlato di ciò in questo periodo. Chissà perché.
Questa improvvisa rivalutazione del passato recente, per molti ancora presente, di Nintendo e delle sue produzioni mette ancora più in luce, come detto nel mio articolo dedicato al funerale di Nintendo Wii U, quanto basti poco al mercato e al giudizio dei giocatori per ritrattare posizioni che fino a qualche tempo fa sembravano inamovibili.
Non è mia intenzione fare un’invettiva all’opinione pubblica e ai gamer che da sempre hanno calunniato e umiliato Nintendo Wii U cavalcando l’onda del giudizio comune con superficialità e pressapochismo. Tuttavia ora che sembra vi piaccia Nintendo fatevi piacere il suo presente e futuro e lasciate stare il passato.
Magari tra qualche mese o anno, se Kimishima e soci sentiranno di essere magnanimi con chi ha dato fiducia a Nintendo Switch, potrebbe accadere che permettano di riscoprire le perle di Wii U all’interno dell’eShop. Ma non ci sperate troppo perché chi segue da anni Nintendo sta ancora aspettando la Virtual Console dedicata Game Cube.
Dopo aver ascoltato il mio coriaceo cliente per una mezz’ora, nonostante le mie obiezioni e i miei tentativi di fargli capire alcune meccaniche e in generale il modus operandi di Nintendo, egli ha lasciato il mio studio con uno sguardo pensieroso, ma apparentemente ancora convinto delle sue posizioni. Nonostante sia dispiaciuto di non averlo aiutato a risolvere tutti i suoi problemi e le sue incomprensioni con Nintendo, mi ha fatto piacere confrontarmi con lui. Questa seduta è stata utilissima per capire quanto la disinformazione e il “vox populi, vox dei” possa influenzare e distorcere l’immagine di un prodotto. Nintendo pare si stia prendendo la sua rivincita sull’industria e sui suoi detrattori.
Concludo la mia faticosa giornata lavorativa e questo pezzo gridando veemente contro la mia segretaria: “Peach, ti prego, portami un calmante… o un machete”.