Campagna e dintorni
La storia può essere terminata tra le 15 e le 20 ore se si vogliono portare a termine tutte le attività presenti nella mappa. Un viaggio in una città futuristica e colorata piena zeppa di esplosioni e distruzione di massa. Crackdown 3 spinge il giocatore non solo a proseguire nella storia, grazie ad un dosaggio intelligente della crescita del personaggio, ma a completare tutto quello che viene proposto.
Tutto verte intorno ad un unico nemico, la compagnia Terranova che ha distrutto intere città e detiene il controllo di tutto e tutti. La nostra missione sarà quella di farla a pezzi dopo essere stati miracolosamente riportati in vita.
Il racconto sarà però solo un pretesto per scendere sul campo di battaglia e si avvertiranno spesso e volentieri delle forzature, alcune divertenti, per cercare di allungarne la storia. Da soli dovremo affrontare un intero esercito con i consueti mini-boss e boss del caso.Questi saranno ben caratterizzati ed avranno un ruolo interessante nell’egemonia della compagnia Terranova. Una volta eliminati indeboliremo di fatto la sua struttura fino a colpire il capo dell’organizzazione misteriosa…
Mostra i muscoli!!!
Partiamo dal confermare la bontà del gameplay nonostante sia ancorato alla serie, specialmente al primo capitolo.
Prima di entrare nel dettaglio è giusto segnalare l’ampia ri-giocabilità del gioco grazie a più slot per i mondi di gioco e più agenti utilizzabili all’interno di esso. Se può risultare confusionario l’approccio è molto semplice: una volta finito il gioco potremo continuare con lo stesso personaggio in un altro mondo e viceversa. Quanto proposto è una soluzione potenziata del classico game+ sia sul personaggio che sul mondo di gioco. Il cambio di personaggio però non porterà con esso i bonus acquisiti, ma solamente i vantaggi dello stesso dato che ogni agente, recuperabile nella città tramite DNA, avrà le sue caratteristiche bonus.
Una volta scelto l’agente, Jaxon ditemi una ragione per non giocare con lui fin dall’inizio, scenderemo sul campo di battaglia in New Providence, una città che diventerà presto il nostro parkour di distruzione.
Gli scontri saranno molto godibili ed appaganti grazie ad un interessante gameplay a patto di accettare una IA nemica che non brilla per tatticismi e posizionamento. Le difficoltà maggiori saranno quelle di individuare i nemici non proprio distinguibili tra la folla anche guardando la mappa. Spesso e volentieri ci spareranno ed impiegheremo più di una frazione di secondo per capire da dove e quindi rispondere al fuoco.
Per chi ha giocato ai precedenti capitoli della serie si troverà a proprio agio ma l’effetto déjà-vu sarà notevole.
Quanto proposto però da Sumo Digital e Elbow Rocket è un miscuglio elaborato di generi che includono i più classici fps ed action shooter che includono sezioni in corpo a corpo. Dovremo quindi alternare sapientemente i nostri attacchi a distanza con quelli ravvicinati ma cercando anche spesso coperture per evitare una morte prematura.
In Crackdown 3 è imperativo ricorrere a diverse armi per diverse tipologie di nemici, talvolta in combinazione per averne la meglio. I nostri agenti avranno a loro disposizione un arsenale di tutto rispetto anche grazie alle diverse granate recuperabili in appositi spot.
Il continuo movimento sarà essenziale ed aiutato dal sistema automatico di lock una volta premuto il grilletto sinistro. Questo aiuterà a saltare da un punto all’altro senza perdere costantemente il bersaglio che, come detto, il più delle volte non saranno facilmente individuabili.
Progressione e mondo di gioco
In Crackdown 3 la progressione del nostro personaggio è intrinseca al mondo di gioco. Più esploreremo e raccoglieremo sfere, più potenzieremo il nostro agente. Avremo un totale di cinque rami che includono armi da fuoco, esplosivi, agilità, forza e guida. Ciascuno di esso potrà essere portato fino al quinto livello sbloccando non solo nuove abilità ma anche gadget utilizzabili in determinate situazioni.
La città non sarà grandissima, ma potremo ricorrere all’utilizzo di svariati mezzi per muoverci in essa ed anche per abbattere qualche nemico. La skill di guida ci permetterà di sbloccare mezzi migliori, o meglio, la possibilità di guidarli. Per quanto riguarda le attività, ce ne sono diversi tipi per ramo di TerraNova e dovranno essere portate a termine per poter affrontare i mini-boss. Dovremo distruggere delle industrie chimiche o dei punti di trivellazione per poter “chiamare” l’attenzione del cattivone di turno. Nonostante alla lunga si potrà avvertire una sorta di ripetitività molte di queste missioni risulteranno brevi se allineati con il livello di sfida (ciascuna di esse una volta selezionata riporta la probabilità di successo).
Nella mappa dovremo anche occuparci del ritrovamento del DNA di altri agenti che si aggiungeranno al roster iniziale per non dimenticarci di armi speciali anch’esse posizionate in luoghi specifici.
Crackdown 3 riesce a modo suo ad intrecciare missioni primarie e secondarie in maniera intelligente facendoci recuperare quello che serve anche durante l’attacco ad un capo dell’organizzazione.
Zona di Demolizione
Realizzato da Elbow Rocket il comparto online è di fatto un gioco a sé stante in Crackdown 3. Una volta acquistato il gioco, o scaricato tramite il game pass, avremo quindi due icone, una per la campagna ed una per il multiplayer. Il motivo è molto semplice: il gioco online è mosso dal Cloud di Microsoft Azure e porta con sé la tanto attesa distruzione promessa in quell’ormai lontano 2014.
Nonostante l’hype generato per una mappa interamente distruttibile conti alla mano la modalità The Wrecking Zone è assai povera. Avremo a disposizione due sole modalità in appena tre mappe di gioco. In aggiunta i nostri agenti erediteranno dalla campagna dieci armi di due categorie, due mosse speciali e due pezzi d’equipaggiamento.
Vero che molti giochi recenti, battle royale, si basano prettamente su un’unica mappa di gioco, ma ci saremo aspettati qualcosa di più corposo per l’online. La distruzione in sé è appagante a metà considerando che più che abbattere veri muri sembrerà di far crollare palazzi di cartongesso.
Il lato positivo è che i combattimenti, oltre alla verticalità data dai jet-pack, si baseranno sull’abbattimento di muri o ponti per uccidere o mettere in difficoltà gli avversari. Questo aspetto cambia le regole basi di un classico shooter aggiungendo una componente di astuzia ed imprevedibilità interessante e decisamente riuscita.
Le modalità messe a disposizione in Crackdown 3 sono il classico death-match e la variante Cacciatore di Agenti che richiede di raccogliere il distintivo dell’agente abbattuto per segnare un punto alla propria squadra. Per gli amanti del gioco di squadra avremo Territori, in cui dovremo conquistare e difendere nuove porzioni di mappa. Una volta difesa l’area si potrà passare ad un’altra mentre quella precedente andrà in mille pezzi.
Il multi-player finisce qui con tante, troppe mancanze come una progressione dei nostri agenti, ma i battle royale ci hanno abituato a questo da tempo, ed una playlist con funzionalità come i party. Al momento ci sono molte promesse per il futuro, ma la sensazione è che anche in Microsoft vogliano capire quanto valga investire sul gioco…
Demolizione e non
Lo stile grafico è quello della serie Crackdown ovvero un cel-shading ricco di colori elettrici come se la città fosse un unico neon colorato. Gusti a parte abbiamo apprezzato la pulizia e la profondità di campo abbandonando quella sensazione “pastellosa” dei precedenti capitoli.
Il tutto da al gioco una maggiore nitidezza anche grazie alla verticalità di quanto mostrato a schermo. Il frame rate tiene sempre piuttosto bene ed anche gli effetti particellari risulteranno ben implementati ed a tratti notevoli. Nonostante nella campagna la tanto attesa distruttibilità degli ambienti sia venuta a meno a livello visivo il gioco è notevole anche grazie all’alternanza del giorno e la notte. Proprio durante la sera i tanti colori saranno un piacere per gli occhi per chi è provvisto di monitor di ultima generazione (e console o PC adeguati).
In Crackdown 3 l’intelligenza artificiale è forse l’unico vero neo della produzione, oltre alla già citata sensazione di giocare ad un titolo nuovo che sa di vecchio. I nemici non avranno schemi o tatticismi per eliminarci, ma useranno quello che hanno per attaccarci senza preoccuparsi di essere abbattuti. Ben caratterizzati i mini-boss e boss finali ma anche qui il pattern di attacco sarà facilmente prevedibile e poco elaborato.
Chiude un buon comparto sonoro e quel Jaxson che da quel tocco di classe in più che pochi altri titoli possono vantare.