Delta Force è una saga FPS tattica sviluppata da Novalogic nel 1998. Nei panni di un operatore Delta dovremo prendere parte a numerose operazioni per contrastare terroristi e trafficanti di droga in giro per il mondo.
La Delta Force è un corpo speciale dell’esercito degli Stati Uniti, equipaggiati con i più recenti ritrovati tecnologici questi soldati vengono impiegati fuori dal territorio americano principalmente in operazioni antiterrorismo.
Delta force
Il nome Novalogic potrebbe non dirvi nulla oggi ma verso la fine dei gloriosi anni ’90 questa compagnia ebbe la sua fetta di popolarità grazie alle saghe di Comanche e Delta Force ed è proprio su quest’ultima che ci soffermeremo oggi.
Delta force è un FPS tattico (sviluppato nel 1998) solo a metà, in quanto pur presentando qualche elemento tipico del genere non può minimamente essere paragonato ai maggiori esponenti di questo tipo di gioco (Operation Flashpoint e Rainbow Six), ma andiamo con ordine e come di consueto diamo uno sguardo al gameplay. Prima di tutto dovremo dare un volto ed un nome al nostro operatore, questo servirà solo a differenziare i profili salvati, infatti durante tutto il gioco non lo vedremo mai (giocheremo in prima persona e non ci sono filmati).
Fatto questo dovremo scegliere una della 5 campagne disponibili che saranno ambientate in diverse zone calde del mondo, dovremo infatti vedercela con terroristi, trafficanti e signori della guerra. Come in altri giochi simili, anche in Delta Force abbiamo la schermata briefing dove potremo leggere gli obiettivi di missione e selezionare il nostro equipaggiamento. Avremo a disposizione poche armi in realtà, 2 fucili di precisione, un fucile M4 d’assalto, pistola e mitra silenziati per operazioni sotto copertura e per finire una mitragliatrice leggera in caso avessimo bisogno di una buona potenza di fuoco. Il problema è che queste armi non sono per nulla bilanciate e finiremo per utilizzare sempre l’M4 in quanto dotato di un comodo mirino (non si può mirare con le tacche metalliche in Delta Force) e munizioni sufficienti a completare la missione.
Mission 1… Start!
In Delta Force si usa un sistema di navigazione basato sui Waypoint, ovvero delle “tappe” che dobbiamo raggiungere per continuare la missione, in tutte le missioni l’obiettivo principale sarà sempre in un Waypoint specifico (l’ultimo) mentre i restanti 3 o 4 saranno solo zone di passaggio, magari pattugliati da qualche squadra nemica. Il gioco non offre molta varietà di obiettivi, dovremo eliminare tutti i nemici o recuperare importanti VIP o documenti scottanti.
Come avrete forse intuito Delta Force ha due grossi problemi, ovvero la ripetitività e la scarsissima intelligenza artificiale (in confronto i giocatori dei simulatori calcistici sono dei Nobel), le mappe si riducono ad un piano intervallato da qualche campo d’addestramento e qualche collina e come se non bastasse troveremo gli stessi elementi in tutte le campagne (magari di tonalità diverse a seconda dell’ambientazione). Come detto prima gli obiettivi sono sempre gli stessi e l’IA nemica non aiuta di certo a spezzare la monotonia, i soldati nemici infatti non sono in grado di trovare riparo né di coordinarsi, si limiteranno a venirci incontro e spararci all’infinito (a quanto pare non devono mai ricaricare) o ad incastrarsi in qualche pianta o recinzione. Ovviamente scordatevi di poterli identificare attraverso l’uniforme, che siano trafficanti colombiani o terroristi avranno sempre la stessa faccia, la stessa uniforme e la stessa arma.
Tecnica e multigiocatore
Se la campagna per giocatore singolo ha i suoi alti e bassi, lo stesso non si può dire per il multigiocatore, infatti se affrontato con giocatori umani il titolo Novalogic perde molta della sua ripetitività. Non mancano le classiche modalità cattura la bandiera, massacro e via discorrendo. Graficamente siamo purtroppo sotto la sufficienza (per un gioco del 1998), con la maggior parte degli elementi riciclati e riproposti in ogni mappa. Le animazioni invece sono più che discrete, basti pensare infatti che a seconda di dove colpirete un nemico esso cadrà a terra in modo diverso. Ottime notizie dal fronte sonoro con suoni di armi ed esplosioni ricreati magistralmente, anche il doppiaggio inglese non è male.
Delta Force 2
Pur con le sue limitazioni grafiche il titolo Novalogic riuscì a conquistarsi una discreta fetta di mercato, all’epoca in effetti gli FPS tattici non erano molto di moda e molti giocatori chiusero un occhio per via del solido comparto multigiocatore. Fu così che nel 1999 Novalogic sfornò Delta Force 2.
Le meccaniche di gioco non sono cambiate di una virgola, nei panni del solito operatore Delta dovrete partecipare a varie campagne in giro per il mondo e cercare i cattivoni di turno. Gli sviluppatori però hanno introdotto parecchie novità, prima fra tutte l’aggiornamento del colore da 8 a 32 bit, inoltre è stato in parte eliminato uno dei difetti maggiori del primo capitolo ovvero la ripetitività, vediamo insieme perché.
Prima di tutto le mappe sono finalmente più varie e non più dei semplici piani con qualche collina, gli elementi di contorno come edifici, torrette, ed alberi ora saranno in linea con l’ambientazione (che ora appare molto più viva) ed anche i nemici avranno uniformi differenti a seconda che siano ex soldati sovietici o guerriglieri africani.
Il gameplay vero è proprio non è cambiato poi molto, una volta in missione dovremo seguire i vari Waypoint per raggiungere gli obiettivi di missione, ora molto più vari (scorta VIP, distruzione di convogli, salvataggio ostaggi). Sono state anche introdotte le missioni di infiltrazione notturne che richiedono un equipaggiamento specifico, a tal proposito vi informo che sono state introdotte nuove bocche da fuoco come i fucili M4 ed M16 (in diverse configurazioni), granate flashbang ed oggetti di supporto come corpetti in kevlar per resistere a qualche colpo in più ed una tuta ghillie per mimetizzarsi nell’erba alta. La barra della salute è stata tolta insieme ai kit medici e alle munizioni extra, questo vuol dire che ora basteranno solo un paio di colpi per terminare la missione con un bel Game Over.
C’è poco da dire su Land Warrior (2000) ed il suo successore Task Force Dagger (2002), entrambi portano l’azione tra le montagne afghane, introducendo nuove armi, un limitato numero di salvataggi per missione e la possibilità di selezionare il corpo speciale di appartenenza del soldato controllato dal giocatore, ognuno di essi avrà una sua abilità speciale che lo rende più efficace in determinate situazioni, il marine ad esempio sa maneggiare meglio gli esplosivi mentre i SAS con il loro addestramento da cecchino avranno una mira più stabile dalla lunga distanza, insomma ad ognuno il suo.
Altra novità è rappresentata dal motore grafico ovvero una versione potenziata del Voxel, non siamo di fronte ad un capolavoro di grafica (siamo ancora sotto la sufficienza in realtà), ma la situazione migliora leggermente rispetto ai capitoli passati. Entrambi i titoli offrono circa 30 missioni in singolo che una volta terminate lasceranno il posto alla solida modalità multigiocatore (problemi dei server permettendo), colonna portante della saga fin dal suo esordio.
Black Hawk Down
Delta Force Black Hawk Down (2004) abbandona le montagne afghane e porta il giocatore in Somalia, abbracciando l’ambientazione del celebre film “Black Hawk Down”. Per chi non lo sapesse stiamo parlando di un film di guerra in cui un gruppo di elicotteri americani attacca la città di Mogadiscio (1993, eventi reali) per liberarla da un signore della guerra, i miliziani però mettono a dura prova i marine inviati e 2 elicotteri vengono abbattuti, con la conseguente morte di 18 soldati.
Tornando al gioco, Novalogic ha senza dubbio fatto tesoro dei propri errori con i capitoli passati, per questo motivo in Black Hawk Down troviamo un motore grafico nuovo di zecca. Per quanto riguarda il gameplay, esso ha subito qualche cambiamento, il primo che notiamo è la svolta (in parte) verso l’arcade, una volta selezionato l’equipaggiamento (ne parleremo dopo) ed entrati in missione noteremo che i combattimenti sono più veloci e fluidi, ma non fatevi ingannare, stiamo sempre parlando di un FPS tattico, dovrete avanzare con cautela tra le strade somale in quanto da ogni angolo o finestra potrebbe arrivare una raffica di AK-47.
Come sempre potrete recuperare la salute persa raccogliendo dei kit medici sparsi per la mappa, ma non fateci troppo affidamento in quanto saranno molto rari. Se i precedenti Delta Force potevano essere riassunti col classico “vai avanti e spara” non possiamo dire lo stesso di questo nuovo capitolo in cui la varietà è la parola d’ordine, tra sezioni a bordo di veicoli e imboscate, missioni di recupero ostaggi, missioni notturne e salvataggio di piloti catturati non vi annoierete mai ed ogni missione aggiungerà sempre quel pizzico di novità e sfida in più. Altrettanta soddisfazione non è data dalla IA del nemico che al contrario si assesta sempre su livelli bassi.
Tecnica
Abbiamo già detto che il nuovo motore introdotto da Novalogic fa la sua bella figura, niente di eccezionale, ma gli effetti atmosferici e i dettagli dei soldati americani sono ben realizzati, lo stesso non si può dire dei nemici, tutti uguali in pieno stile Novalogic. Il sonoro è più che buono, con gli effetti delle varie armi ed esplosioni ben realizzati ed un discreto doppiaggio in inglese.
Il gioco ha inoltre ricevuto l’espansione Team Sabre, che introduce 2 nuove campagne. Nella prima dovremo sgominare un cartello colombiano nei panni di una squadra di Ranger americani mentre nella seconda al comando di una squadra SAS (forze speciali inglesi) dovremo distruggere una cellula terroristica iraniana, con missioni di sabotaggio principalmente in notturna.
Commento finale
Delta Force nasce come FPS tattico senza però centrare l’obiettivo a causa di un motore grafico vetusto già per l’epoca ed un gameplay troppo ripetitivo. Col secondo capitolo le cose vanno un po’ meglio, ma purtroppo non è ancora abbastanza. Dopo i due capitoli ambientati in Afghanistan (Task Force Dagger e Land Warrior) finalmente la saga vede la luce con l’ottimo Black Hawk Down e la sua espansione Team Sabre… Per poi tornare nell’oblio della ripetitività con gli ultimi due capitoli della saga (di cui non ho parlato di proposito), ovvero Xtreme ed Extreme 2, che riprendono l’esatto noioso gameplay dei primi 4 titoli con un focus particolare al multigiocatore.
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