From Software sibutta nella VR ed in molti si staranno chiedendo il motivo per cui invece di investire in una esclusiva di peso per Ps4 o futura Ps5, Bloodborn 2, ci ritroviamo con un walk simulator in mano. I motivi possono essere dei più variegati: dal desiderio di provare la nuova esperienza o da contratti con Sony, ma sta di fatto che Déraciné arriva con un carico di aspettative alto che si sgonfia in poche e semplici battute di gioco.
Il fulcro del gioco è la trama con un gameplay solamente abbozzato e fin troppo meccanico nella sua esecuzione. Déraciné conferma quanto già visto in altri titoli: la VR si adatta perfettamente a titoli di narrazione ma incespica molto spesso e volentieri nelle meccaniche di gioco.
Spirto, Libero e sto contento…
In Déraciné saremo una sorta di spirito che dovrà dimostrare la sua esistenza ai dei bambini di un collegio. Una volta recuperati i due anelli che ci permetteranno di viaggiare nel tempo e dare/togliere la vita inizierà la nostra avventura che consisterà nel risolvere un evento irreparabile e dagli esiti catastrofici.
Potremo quindi manipolare la linea spazio temporale e resuscitare cose morte, il tutto al costo di una vita del medesimo valore. Se da un lato non avremo particolari colpi di scena il ritmo di gioco farà rimanere incollato il giocatore, seguendo una storia ben illustrata. Il problema maggiore è la linearità dei temi trattati ed anche gli enigmi presenti nel gioco che non presentano una grossa difficoltà.
Basterà infatti osservare con cura le varie didascalie o testi per trovare il modo di andare avanti. Anche il fatto di essere in una sorta di bolla temporale, in cui dovremo spostarci da punto a punto senza una vera camminata, contribuisce ad abbassare paurosamente il ritmo di gioco.
“Move” in un mondo statico
Per poter giocare a Deracine dovremo avere una coppia di PlayStation Move. Se avete pianificato l’acquisto del gioco quindi caricate i quasi sicuramente scarichi device.
Una volta entrati nel mondo proposto da Deracine potremo, come già anticipato, muoverci con brevi spostamenti regolati da teletrasporti su punti specifici. Ad aiutarci in queste azioni di movimento avremo la sola rotazione a scatti tramite gli appositi tasti. A schermo vedremo le nostre mani, il move solo nelle schermate di selezione, e potremo quindi afferrare oggetti o utilizzare i poteri del tempo o della vita/morte. Le azioni chiave, quelle che si sbloccheranno una volta eseguite le giuste sequenze di azioni, faranno scorrere la lancetta e permetteranno di proseguire nell’avventura.
Dopo una breve fase di assestamento, in cui potremo comunque muovere la visuale con il caschetto, potremo procedere nei vari capitoli della storia ambientati in periodi di tempo diversi. Se le prime due ore di gioco avremo un’accettabile dose di puzzle da risolvere gli ultimi capitoli del gioco scorreranno via in una semplice camminata utile per snocciolare i misteri della trama.
La mancanza di una profondità e livelli di meccaniche di gioco è evidente e, proprio quando ci si aspetta un salto di qualità, o una nuova possibile abilità, il gioco si appiattisce. Inoltre gli scenari risultano spesso e volentieri ripetitivi, dando poca alternanza nel nostro cammino.
Il gameplay di Déraciné risulta quindi un orpello per una trama che conti alla mano, circa tre ore e mezza andando con calma, non riesce ad incidere.
Tecnica Virtuale
Se tra trame e le meccaniche di gioco il lavoro di From Software risulta claudicante la grafica è uno dei punti forti della produzione.
Déraciné ha una buona definizione dell’immagine che contribuisce al senso d’immersione e non presenta pesanti elementi che “vibrano a schermo” rovinerebbero l’esperienza di gioco. Il motion sickness, proprio per il fatto che i movimenti saranno prestabiliti, è del tutto assente. In caso di malori durante l’esecuzione di Deracine la VR non fa al caso vostro. Difficile dare un giudizio sulle animazioni essendo sporadiche e poco incisive. In generale ci sono sembrate poco fluide con un effetto di dissolvenza volta a mascherarne i limiti.
La paletta dei colori, che tende ad un marroncino seppia dando quel tocco retrò, è molto interessante nonostante anche se alla lunga potrebbe stancare. Vero che dando vita ad alcuni elementi di gioco questi quasi brilleranno ma, soprattutto nella seconda parte, saranno rari e sporadici.
Apprezzabile il doppiaggio in italiano con anche sottotitoli bel leggibili per chi vuole godersi l’avventura in un’altra lingua, magari quella originale. Come spesso accade in questa prima generazione di visori, i testi su oggetti o lettere non saranno molto leggibili e dovremo quindi aprire appositi menù in cui potremo leggere il testo senza rovinarci la vista. Durante le fasi di caricamento e su alcuni oggetti in prospettiva si potranno riscontrare alcuni difetti grafici o texture caricate in un secondo momento. Questo aspetto non rovinerà l’esperienza globale del gioco; aspettiamo un aggiornamento in merito.