Non un gioco, bensì un’esperienza di guida
L’inizio di un gioco dice molto di sé. Appena saliti sulla Lancia Fulvia, con cui si inizia la carriera di DiRT Rally 2.0, percepiremo fin da subito la qualità di quanto proposto da Codemaster.
Il secondo capitolo della serie Rally è più accessibile per perfezionamento, non perché rende più semplice la guida sullo sterrato. Per chi non è avvezzo alla complessità che il gioco porta con se rimane consigliabile avanzare per gradi, disabilitando ma mano gli aiuti alla guida. Dall’altra parte, per chi invece sta ancora “lubrificando” il volante, potrà fin da subito apprezzare una guida più coinvolgete, precisa grazie ad un feedback visivo del volante animato a 360°.
La modalità carriera è al centro dell’offerta di DiRT Rally 2.0. Partiremo quindi dalla creazione del nostro pilota veloce ed immediata dato che le opzioni saranno veramente poche. Il nostro Alter ego digitale parteciperà quindi ad uno svariato numero di eventi legati sia al rally tradizionale, sia al rally-cross con le sue gare disputate all’interno di circuiti chiusi. Dovremo quindi macinare parecchi e tortuosi kilometri prima di arrivare ai vertici del rally internazionale. DiRT Rally 2.0 permetterà anche di disputare il campionatoWRC nonostante non possa contarne sulle licenze (in mano a WRC 7). Avremo però la possibilità di usufruire per vie “ufficiali” al FIA World Rallycross Championship includendo gli otto tracciati di Barcellona, Montalegre, Mettet, Lohéac Bretagne, Trois-Rivieres, Hell, Holjes e Silverstone.
Completando eventi il giocatore potrà acquistare nuove automobili tra le oltre cinquanta che il gioco mette a disposizione e che riportiamo nell’articolo: DiRT Rally 2.0 – Lista delle auto al debutto. Inoltre, potremo potenziare il nostro team team, per fare in modo che ingegneri e copilota diventino più efficienti nel loro lavoro di supporto alle nostre gare.
Un Rally…denso e raffinato
Pad o volante alla mano è difficile descrivere quanto sia arrivato al limite della perfezione quanto proposto da Codemaster. Molto dipenderà dai vostri settings, ma nella maggior parte dei casi tutti gli elementi che rendevano il primo capitolo “spigoloso” risulteranno smussati.
Il gioco coinvolge perché si lascia guidare con passione, ogni curva, ogni sterzata sarà vissuta con trasporto fisico totale che porta a sentire la gravità di certi tornanti. Per chi è munito di apposito volante non dovrà sorprendersi di alcuni irrigidimenti dei muscoli del collo perché è tutto così veritiero e trasportante che sarà difficile guidare in maniera rilassata. Dovremo saper dosare sapientemente l’acceleratore ed il freno anche con la maggior parte degli aiuti inseriti dato che l’errore è sempre dietro l’angolo. Anche l’interpretazione di un salto, in un determinato terreno, sarà importante per affrontare la maligna curva posta dopo di esso. Il freno a mano è una delle implementazioni che più ci ha sorpresi piacevolmente perché permette veramente di dare quella sterzata in più quando serve.
Anche nei rettilinei, dopo aver tenuto in pista miracolosamente la macchina con una pericolosa curva 2 sinistra (non tagliare), potremo gioire nel sentire il rombo dei turbocompressori prima di prepararci alla prossima sterzata. DiRT Rally 2.0 spingerà il giocatore ad un altro livello di coscienza della posizione delle ruote e di conseguenza della macchina. Il segreto del gioco sarà quello di prendere un ritmo, come un pianista che suona su un tortuoso pianoforte cercando di mantenere una fluidità costante e anticipando sempre quello che verrà. L’occhio del guidatore dovrà essere fisso sul prossimo pezzo di strada, mentre l’orecchio attento alle indicazioni del copilota.
Come se il terreno insidioso e di diverse tipologie non fosse abbastanza per mettere a dura prova le nostre doti da pilota, avremo anche diverse ed avverse condizioni meteo. Quando la pioggia si abbatterà sui tracciati dovremo ricalibrare il nostro grip considerando la scivolosità aumentata sull’asfalto o la resistenza di pozzanghere sparse qua e la su terreni ghiaiosi e non.
Tra online e DLC
La componente multi-player sfortunatamente è rimasta invariata. Di fatto di ci troveremo con tutti gli aggiornamenti del caso a livello di grafica, ma con lo stesso modello visto nel precedente capitolo. Poca roba.
Il match making ci è sembrato veloce con un netcode stabile nonostante abbiamo risentito di qualche incertezza, delay, se connessi tramite Wi-fi. Avendo provato il gioco in più sessioni e situazioni, pad e volante in compagnia, l’assenza del multi-player locale a schermo condiviso si è fatta sentire, ma ingenerale ci siamo ritenuti soddisfatti. La ricerca di monetizzare, di rendere un gioco più un servizio che un titolo fine a sé stesso ha colpito anche Codmaster. Vero che il gioco si presenta ai nastri di partenza in varie versioni, ma sa quasi dell’incredibile la mancanza di un rally su fondo innevato al D1. Questa “features”, perché di questo si tratta, sarà incluso nell’edizione Deluxe, ma venduta sotto forma di DLC per la versione base.
Il gioco presenterà per 11 settimane dal lancio continui aggiornamenti come il Rally di Montecarlo il 26 marzo (asfalto ghiacciato e neve), Svezia (neve) e Germania (asfalto) il 23 aprile, ma perché creare DLC a parte?
Il tutto sembra rivolto sia ad un elemento puramente di monetizzazione che di tenere incollato il giocatore con nuovi contenuti sul lungo periodo. Il concetto di servizio è servito ma ci saremo aspettati un prodotto più completo fin dal lancio invece di vederlo spezzettato sul medio-lungo periodo.
Engine e Tecnica
Il motore di gioco, Ego Engine, non è mai stato così pulito e dettagliato. Non mancherà una ricerca meticolosa di tappe stimolanti e coreografiche non solo per essere guidati, ma anche guardati. Non avendo l’impiccio di dover creare una sorta di open world tutta l’attenzione è stata dedicata al tracciato che, nonostante l’orizzonte le gioco statico, è ricco di particolari.
In un gioco in cui la cura dei dettagli fa la differenza tra un titolo mediocre ed uno di qualità, il lavoro di Codemaster è di primissimo ordine. Il roster di macchine non sarà eccelso trattandosi di 50 veicoli di base, ma tutti sono trattati con una cura maniacale per riproduzione e messa in pista. Questo coinvolge tutto dal pomello del cambio al suono dei motori quando si va in sovrasterzo e si perde il controllo del mezzo.
La fisica a tratti ha qualcosa che sa dell’incredibile quando la nostra carrozzeria si accartoccia dopo aver cozzato contro un albero o dura pietra. Vedere il risultato finale della nostra guida malsana sulla carrozzeria non ha prezzo. Il sistema d’illuminazione è gestito in maniera ottimale e gli effetti non mancheranno in caso di pioggia su diversi terreni.
Per quanto concerne la IA, per chi non vuole buttarsi nel “competitivo”, abbiamo trovato il giusto livello di sfida tenendo conto che è di tipo adattivo. Questo rende il gioco più abbordabile nel raggiungimento di una buona posizione per poi intensificare la sfida quando il livello di difficoltà sale. Chiude il comparto sonoro che si attesta sui livelli del precedente capitolo con i giusti ritocchi e miglioramenti. Difficile discernerne le sfumature anche perché i sistemi audio si sono evoluti, ma in generale si denota anche qui la ricerca della raffinatezza.
La voce del copilota è chiara anche in italiano, puntuale nel suo dare indicazioni sul percorso anche se con poche variazioni sul tono. Le campionature dei motori o del cambio sono una vera melodia per chi vive di pane e carburante e sono distinguibili per tutti i veicoli a disposizione.