la guerra non cambia mai
La seconda guerra mondiale è sicuramente uno degli scenari più utilizzati dall’industria dell’intrattenimento, che si parli di film, libri o naturalmente videogiochi. Nel 1998 uno dei generi più in voga era sicuramente l’RTS classico, ovvero quello in cui il giocatore aveva il compito di costruire strutture per produrre unità da mandare contro la base del nemico, in pieno stile Command & Conquer. I signori di Pyro Studios (casa spagnola) decisero però di guardare altrove e invece di creare l’ennesimo clone del titolo Westwood optarono per qualcosa di simile ma con meccaniche diverse. In questo numero di Focus On voglio infatti parlarvi della saga Commandos.
Estate 1940. Incapace di resistere alla potenza della guerra lampo tedesca (Blitzkrieg), metà del territorio europeo cade sotto il controllo delle potenze dell’asse. Tutte le tattiche e gli armamenti impiegati dagli alleati non sono serviti di fronte alla chiara superiorità dei tedeschi. Per mutare le sorti della guerra era necessario una revisione del modo di combattere alleato. Per questo motivo venne creata un unità di soldati scelti, esperti nel combattimento corpo a corpo e nell’uso di ogni genere di arma ed esplosivi. In grado di operare in ogni situazione di combattimento, la loro missione sarebbe stata quella di colpire al cuore il terzo Reich, provocandone la caduta. Quegli uomini erano destinati a chiamarsi Commando.
Un rts diverso dal solito
Commandos: Dietro le Linee Nemiche si presenta come un RTS con elementi stealth. Infatti non avrete a disposizione né risorse da raccogliere né strutture da costruire, ma dovrete solo completare i vostri obiettivi con un pugno di soldati. Andiamo con ordine. Prima di ogni missione il vostro superiore vi illustrerà gli obiettivi della missione, i quali possono essere semplici, come uccidere tutti i nemici sulla mappa, o più complicati, come prendere contatto con membri della resistenza o sabotare strutture d’importanza vitale per l’esercito tedesco.
Successivamente starà a voi scegliere con che ordine e in che modo superare i vari obiettivi utilizzando al meglio i vostri uomini, ognuno con caratteristiche differenti: il berretto verde, eccellente unità d’attacco capace di eliminare silenziosamente i nemici e di trasportarne i cadaveri, il marine, esperto sommozzatore e abile coi coltelli da lancio, il geniere più rumoroso e con ordigni di ogni tipo, la spia, in grado di distrarre i soldati nemici a patto però di avere un uniforme tedesca, il cecchino, ovviamente specializzato nei tiri dalla lunga distanza, ed infine il pilota, armato di una tagliola e di una mitraglietta M3 per tendere imboscate al nemico.
Una volta preso confidenza con i nostri uomini e le loro abilità diamo uno sguardo alla minimappa in alto a destra. Essa mostrerà l’area di missione senza però la fog of war tipica degli strategici classici. Potremo infatti vedere tutti i nemici attivi sul campo di battaglia e sotto di essa troviamo tutti gli oggetti a disposizione del nostro uomo che basterà selezionare con un semplice click del mouse e scegliere subito dopo l’elemento con cui vogliamo utilizzarlo. Per esempio selezionando dallo zaino il coltello del berretto verde basterà cliccare su un soldato nemico per toglierlo di mezzo, nella varie missioni i nostri commando potranno raccogliere ulteriori oggetti, che verranno aggiunti automaticamente al nostro inventario.
Sopra la mappa abbiamo altri tre pulsanti: il punto interrogativo ci darà ulteriori info sul mondo di gioco, la telecamera ci permetterà di fissare la visuale su un nemico (ad esempio per tenere traccia dei suoi movimenti), mentre decisamente più utile risulterà il pulsante a forma di occhio che ci permetterà di rivelare il campo visivo di ogni soldato nemico presente sulla mappa (non tutti allo stesso tempo ovviamente). il campo visivo del nemico è diviso in due sezioni, una parte verde chiaro e una più scura. Se un nostro commando entrerà nella parte chiara in posizione prona nessun problema, non verrà rilevato, diversamente accadrà nella parte più scura, a prescindere dalla posizione assunta.
Come avrete sicuramente intuito i nostri uomini dispongono sia di armi convenzionali e quindi rumorose (pistole, mitra, granate ecc..) sia di armi più discrete come coltelli, trappole e veleno (spia), starà al giocatore decidere la strategia da utilizzare per completare la missione. Dobbiamo sottolineare che strategie più ragionate o comunque furtive (uccisioni silenziose, occultamento dei cadaveri) sono più utili rispetto allo stile rambo. I nostri uomini infatti difficilmente riusciranno a fronteggiare più di un paio di soldati nemici, senza contare che basteranno una paio di colpi ben piazzati per essere uccisi.
Inoltre l’I.A. dei soldati tedeschi è qualcosa di mai visto (per l’epoca). Al minimo rumore, colpo d’arma da fuoco o esplosione, passeranno allo stato d’allerta e correranno a investigare e se scopriranno un cadavere di un compagno non esiteranno a chiamare rinforzi e battere a tappeto l’area per stanarvi. Addirittura se vi coglieranno sul fatto potrebbero puntarvi l’arma per arrestarvi e al minimo movimento da parte vostra non esiteranno a fare fuoco.
Dal punto di vista grafico il titolo si difende alla grande, le mappe e gli elementi come gli edifici sono realizzati con cura, stesso discorso parlando degli effetti sonori, anche le musiche si attestano su buoni livelli anche se dopo un po risultano ripetitive.
Commandos: Dietro le linee nemiche ebbe un grande successo e si ritagliò una buona fetta di appassionati, al contrario di molti utenti che, forse intimoriti dalla difficoltà esagerata (i tempi di reazione dei tedeschi erano sovrumani) lasciarono il gioco a prendere polvere.
Quando il dovere chiama – 1999
Solo un anno più tardi i ragazzi di Pyro studios sfornano un’espansione stand alone (non necessita del gioco base ) chiamata Commandos: Quando il Dovere Chiama che introduce altre 8 missioni più qualche novità.
Prima di tutto faremo la conoscenza di un nuovo membro del nostro commando, la letale spia Natasha che (piccolo spoiler) tornerà come membro attivo in veste di spia\cecchino nel secondo capitolo della saga. Il gioco si presenta identico alla versione base ma come ho detto prima sono state introdotte nuove meccaniche. Ad esempio ora potremo decidere di stordire i nemici invece di ucciderli, oppure distrarli con sassi o pacchetti di sigarette o ancora tenerli sotto tiro per costringerli a distrarre i propri compagni.
Il secondo capitolo – 2001
Come detto prima Commandos si ritagliò una buona fetta di appassionati che chiedevano a gran voce un nuovo capitolo della saga strategica made in Pyro Studios, e solo 2 anni più tardi le loro preghiere furono esaudite con Commandos 2: Men of Courage che oltre alla nuova veste grafica riuscì anche ad affinare il gameplay introducendo interessanti novità.
Per iniziare abbiamo tre nuovi commando da utilizzare ovvero il ladro, capace di scassinare le serrature e derubare i nemici ignari, la spia\cecchino Natasha e ultimo ma non meno importante il cane Whisky, capace di trasportare piccoli oggetti come una sorta di fattorino a 4 zampe.
Se nei precedenti titoli i nostri uomini potevano compiere solo poche azioni, in questo Commandos 2 potremo estendere le nostre possibilità di approccio alla missione come ad esempio scalare muri, sbirciare dalle finestre (e anche far fuoco), stordire con un pugno i soldati nemici e perquisirne il corpo, disinnescare mine terrestri e subacque, nasconderci nella giungla e così via.
Anche le armi a nostra disposizione sono aumentate e potremo scegliere fra mitra, fucili, pistole, lanciafiamme, granate e bazooka. Insomma, avremo molta più interazione con l’area di gioco rispetto al passato, senza contare le nuove abilità dei nostri commando.
Uno dei difetti dei primi due Commandos era sicuramente la poca flessibilità dei nostri uomini (abilità troppo restrittive e set di oggetti vincolati per tutta la missione), bene in Commandos 2 tutti i personaggi (anche i nemici) avranno un proprio inventario a caselle e potranno scambiare oggetti fra loro, anche se non sono in grado di utilizzarli.
Il team di sviluppo ha svolto un gran lavoro anche sul fattore longevità, con mappe decisamente più ampie e dettagliate, con numerosissimi edifici (tutti esplorabili ) per un totale di 10 missioni più altre 10 bonus per accedere alle quali dovrete recuperare dei frammenti di fotografia. Ogni missione ha inoltre obiettivi primari (necessari al completamento del livello), secondari e i cosiddetti indizi, ovvero suggerimenti dati dal gioco che potrebbero portarvi a mettere le mani su tanti bei “giocattoli”.
Graficamente il titolo all’uscita era una gioia per gli occhi. Le mappe erano sì isometriche, ma interamente disegnate a mano (e colorate digitalmente) e ricche di particolari. Anche le animazioni non erano niente male, con i soldati nemici intenti a pattugliare, spegnere una cicca appena gettata con un piede o, nel caso di un ufficiale, dare istruzioni ai sottoposti su quali posizioni prendere per affrontare una squadra di soldati alleati.
Purtroppo il titolo non ebbe il successo meritato in quanto la difficoltà elevata e l’assenza di un vero e proprio tutorial ne fecero un prodotto dedicato solo ad una piccola parte di utenza. Non ci soffermiamo più di tanto sulle versioni Xbox e PS2 poichè entrambe le conversioni furono di bassissima qualità, con comandi imprecisi e confusionari. Insomma completamente ingiocabili.
Destinazione Berlino – 2003
Commandos 3 vide la luce nel 2003 su PC. Sul lato delle meccaniche di gioco non vi furono grossi cambiamenti a parte una difficoltà più in linea con i primi capitoli e una minore specializzazione dei nostri commando. La campagna venne progettata in 3 parti (Russia, Normandia e Francia), ognuna composta da più missioni più 2 missioni tutorial (tutorial veri, non come i precedenti) per far apprendere ai neofiti le basi del titolo.
Già con l’uscita di Commandos 2 il motore di gioco mostrava un po’ il fianco alla concorrenza, con Commandos 3 i ragazzi di Pyro Studios decisero che era tempo di cambiare. Infatti è il comparto grafico di questo terzo capitolo che colpisce prima di ogni cosa, con animazioni e personaggi realizzati magistralmente ed effetti atmosferici (neve, pioggia ) mai visti nella saga.
Concludiamo spendendo qualche parola sul multiplayer, (presente fin dal primo capitolo) cooperativo in cui più giocatori potevano affrontare la campagna principale controllando un commando a testa.
La Strike Force – 2006
Dopo Commandos 3 si persero le tracce della saga. Dopo un po’ però cominciarono a circolare voci secondo cui Pyro Studios stesse progettando di trasformare Commandos in uno sparatutto in prima persona, tutti i fan temevano il peggio e, nel 2006 Commandos Strike Force fu rilasciato su PC, Xbox e PS2.
Il titolo in questione è un reboot ovvero non ha nulla a che vedere con i capitoli passati. Gli Alleati stanno prendendo batoste dal micidiale esercito tedesco e viene quindi creata la Strike Force, unità composta da Bill Hawkins (cecchino), Francis O’Brien (Berretto Verde) e George Brown (spia), che ha il compito di risollevare le sorti del conflitto. Ma Commandos Strike Force è tutto tranne che stealth\tattico e non ha nulla a che vedere con i precedenti capitoli. Vediamo perché.
Nelle missioni in cui utilizzeremo il Berretto Verde sembrerà di trovarsi di fronte a Call of Duty, con posizioni da difendere e valanghe di nemici da abbattere, senza contare l’arsenale devastante a disposizione (voglio precisare che questo tipo di missioni sono molto frequenti). Con il cecchino ci ritroveremo semplicemente a sparare da lontano e a eliminare i nemici con i coltelli da lancio. Solo con la spia le cose migliorano (di poco) in quanto ha la capacità di eliminare in silenzio i nemici con la corda da pianoforte e rubarne l’uniforme per distrarre i soldati nemici di rango più basso (per esempio rubare l’uniforme ad un ufficiale ci permetterà di distrarre un soldato semplice, ma in presenza di un membro della Gestapo la nostra copertura salterà in un attimo).
In definitiva questo Strike Force è un titolo mediocre con un comparto tecnico sotto la media (la versione pS2 poi è tremenda) e un gamaplay piatto e ripetitivo, ovviamente non stiamo parlando del gioco peggiore del 2006 ma non siamo nemmeno troppo distanti. La cosa divertente è che Pyro Studios non aveva alcun motivo di modernizzare la sua saga di punta (in quanto Commandos 3 registrò numeri più che dignitosi) ma così facendo la condannò. Un gran peccato.
Commento finale
Commandos entrò nel mercato videoludico in un periodo in cui Command & Conquer spadroneggiava ma riuscì comunque a conquistare tantissimi fan grazie alle sue meccaniche stealth. Tutto procedette alla grande fino all’uscita di Commandos 3, che tra migliorie al gameplay e sopratutto a un motore grafico nuovo di zecca segnò l’ennesimo punto a favore della saga.
Purtroppo qualcosa deve essere andato storto durante lo sviluppo di Commandos Strike Force e i ragazzi di Pyro Studios hanno toppato alla grande. Le premesse per un discreto FPS tattico c’erano tutte ma il risultato finale non ha convinto né i fan del franchise né i giocatori occasionali alla ricerca del nuovo FPS arcade.
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