La conferenza Microsoft E3 2019 ha soddisfatto a metà. Il team Xbox ha sicuramente messo in piedi un interessante spettacolo, ma non è riuscita a colmare tutto l’hype generato dall’evento. Il grande protagonista è stato il Game Pass che si sta imponendo come una vera rivoluzione nel mondo del gaming. Pure il sottoscritto, masticando un po’ di tabacco, alla presentazione, giugno 2017, aveva sollevato qualche perplessità su un catalogo di giochi accessibili ad un prezzo fisso mensile. A due anni di distanza l’idea di Philip e soci ha sbaragliato la concorrenza ed ha fatto il suo debutto anche su PC con un’applicazione dedicata.
Al netto di miglioramenti necessari per quest’ultima, la possibilità di avere la sottoscrizione Live Gold ed il doppio Pass PC-Xbox è come poter mangiare un barattolo intero di Nutella senza preoccuparsi di ingrassare. Quello che è venuto meno durante la conferenza Microsoft non sono stati i giochi, ma un concreto gameplay. Tanti trailer, tante presentazioni altisonanti che però hanno lasciato il pad collegato a ricaricarsi. Tra tutti quel Gears 5 che, con il lancio previsto i primi di settembre, meritava senza ombra di dubbio un po’ di sano massacro in game non solo nella modalità Escape.
Andiamo con ordine.
Google Stadia…. Mmmbè?
La sensazione è che dopo i primi fallimenti di Onlive e Gaikai le infrastrutture siano sufficientemente mature per rilanciare il gaming via cloud. Il game streaming non è una novità, anche Nvidia si è lanciata da tempo in questa tecnologia con il GeForce Now, ma tutti aspettavano la mossa di Microsoft che non si è fatta attendere dopo il dirompente, ma confusionario, annuncio di Google Stadia.
Tralasciando il nome scelto dal colosso di Mountain View quanto proposto, a livello di prezzi e servizi, non ha convinto né gli addetti al settore né, cosa più grave, i giocatori. Non sempre queste due categorie viaggiano sugli stessi binari, un gioco può avere un successo enorme a livello di critica, ma essere apprezzato da pochi utenti e viceversa. Stadia ha fatto storcere il naso ad entrambe le parti e sembra di già caduto nel dimenticatoio. C’è qualcuno in estasi per Stadia? Qualcuno che ha un hype assurdo per la nuova soluzione Google? Come tutti i nuovi servizi o device immessi sul mercato, ci vuole tempo per generare interesse, ma l’azienda americana non ha aiutato a generare quell’entusiasmo che avrebbe meritato.
Vero, anche il Game Pass al suo annuncio aveva sollevato qualche dubbio ma parliamo di un servizio di una console che ha una certa rilevanza nel settore. Google nel gaming che conta è conosciuta solo per quel “causal gaming” disponibile su Android. Entrare in un business che ha già tre importanti e navigati attori con una formula claudicante non ci è parso molto Smart.
X ed un po’ di Cloud
In tutto questo, spostando il focus sul Project xCloud, la sensazione è che Microsoft abbia preso tempo. Non è sbagliato pensare, assumere, che il team Xbox abbia già preparato i piani, costi, per abbonarsi al nuovo servizio. Microsoft non è un’azienda che vende noccioline, con tutto il rispetto per chi lo fa, è un colosso che pianifica il suo modello di business in largo anticipo. Nei piani alti un servizio che sarà disponibile ad ottobre ha già la sua tabella, costi, di marcia e piani di espansione futuri. I dubbi sollevati dopo la presentazione di Google Stadia, poco prima dello show di Microsoft, deve aver molto probabilmente acceso qualche spia rossa nella camera dei bottoni su cui siede Satya Nadella, CEO Microsoft.
Phil Spencer ha si parlato del Project xCloud, ma come uno stilista farebbe alla presentazione della nuova collezione: belle donne, abiti fantastici e prive di etichetta con il prezzo. Microsoft ha preso tempo per vedere come il rivale più agguerrito, Google, entrerà nel mercato e quindi trovare la soluzione migliore forte del suo Know how. Al momento Google dovrà vedersela con Google cercando di evitare un altro epic fail come Google+, Google Wave, Allo, Hangouts… la lista è enorme.
Xbox Scarlet
L’annuncio della nuova console era nell’aria, era quasi scontato che Microsoft, come precedentemente fatto con la One X, rilasciasse un teaser con qualche informazione a riguardo. Seguendo la formula già adottata, con alcuni dei tecnici al lavoro sulla nuova console che ne spiegano qualche caratteristiche, è stato confermato il nome Scarlet, relativo al progetto. Come con Scorpio il nome il codice è quello che verrà utilizzato fino al termine dello sviluppo per poi attendere il nome finale della console.
Elencare le possibili caratteristiche ora non avrebbe senso, molto delle specifiche potrebbero essere ritoccate da qui al debutto modificando la potenza complessiva della console. Le tecnologie saranno, come per la controparte Sony, tutte basate sulle nuove architetture Zen 2 e Navi di AMD. Al netto la prossima generazione di console avranno performance molto simili. Anche l’adozione del SSD era già stata annunciata da Sony e la possibilità di “ram swapping” su questa unità non è sicuramente una novità (soprattutto in ambito PC). Quello che è mancato è quella novità, quella notizia sulla console che avrebbe dovuto tenerci svegli tutta la notte. Comprensibile il fatto che l’assenza di Sony abbia spinto il team Xbox a non rivelare l’effettiva potenza della console, ma si poteva fare di meglio. Si poteva dare ai giocatori qualcosa in più su cui sognare.
Molti si sono chiesti che fine abbia fatto Xbox Lockhart ed Anaconda, che vedeva Microsoft presentare due console al lancio: una “elite” ed una meno performante. Onestamente non mi ha mai stuzzicato l’idea di avere due console da parte della stessa casa produttrice, il rischio è di creare confusione nell’acquirente. A risentirne sarebbe anche la campagna marketing che dovrebbe impegnarsi su due fronti oltre che spiegare al meglio la differenza tra i due device. Meglio concentrarsi su un hardware e poi promuoverlo di conseguenza e vedere se sarà necessaria una console di mezza generazione nel giro di tre o quattro anni. Proprio come la current gen perché le specifiche invecchiano in fretta. Inutile girarci intorno, per saperne di più dovremo attendere circa 350 giorni… E3 2020.
Nuovo Elite Controller, maledetti!!!
Che boxaro saresti senza il nuovo Elite Controller? Come potresti definirti tale senza avere the best of targato Xbox? L’annuncio del nuovo super controller era atteso da tempo, ne si vociferava lo sviluppo già prima dell’E3 2018 ma saggiamente Microsoft a spezzettato i suoi annunci avendo la One X a prendere tutta la scena.
Il nuovo elite pad è l’oggetto dei desideri, una figata pazzesca ad un prezzo pazzesco. Si dice che per amore si è pronti a fare follie, bene il mio pre-order è già piazzato, queste 180 cocuzze sganciate con un occhio sognante e l’altro in lacrime per la spesa (non ditelo a mia moglie). La nuova versione dell’élite controller è semplicemente fenomenale, al momento sulla carta, e, con la batteria integrata, diremo finalmente addio a quello sportellino per le ormai vetuste pile alcaline.
Una cosa chiedo a Microsoft, considerando il costo del device, il primo Elite aveva parecchi problemi di fabbrica, in molti se lo sono fatti sostituire ed anche il mio ha tirato le cuoia fin troppo presto. La speranza è di non dover attendere mesi per la sostituzione e di poter giocare a lungo con un pad che costa quasi come la console stessa. Inoltre, servirebbe uno sforzo maggiore da parte degli sviluppatori nel supportarlo, al momento un gioco su tre si adatta al meglio all’elite controller. L’impossibilità di non poter sfruttare al meglio su tutti i giochi un così bel device è alquanto frustrante.
Post Partum
I giorni seguenti all’E3 sono come quelli che una donna passa dopo il parto. Ho chiesto a mia moglie alcuni dettagli, parto naturale, e, dopo una lunga riflessione posso confermare che quanto segue dalla fiera di Los Angeles è un: Post Partum. Hype che sale e scende scombussolando il nostro stato d’animo, dolori a svariati muscoli (specialmente alle mani) tic nervosi vari e tanta birra accumulata da smaltire (le donne hanno il latte).
Nel tentativo di mettere insieme i pezzi ho preso tempo, valutando al meglio quali argomenti trattare perché di ciccia presentata ce né stata tanta ma di ciccia di qualità poca. Molta roba dozzinale o semplicemente abbozzata ed è questo il ricordo dell’E3 2019: tante buone bozze di disegni che devono ancora prendere forma. Ora gli occhi saranno tutti per la Gamescom di Colonia nonostante negli ultimi anni, come quasi tutte le fiere, abbia perso quel lustro che la caratterizzava…
See you next time Buddies,
X-Boss Out