Parto subito col dire che sono una persona di indole (molto) pacifica, un tipo che non farebbe male ad una mosca, non per paura ma semplicemente perché non vuole essere rotto le balle per le cavolate di tutti i giorni. L’esatto contrario del classico tizio o della tizia che per un semaforo rosso scattato da due secondi se la prende con il mondo e con quelli davanti a lui/lei; di quelli che per stare cinque minuti in fila alle poste o alla banca partono con gli attacchi di orticaria; di quelli che vogliono avere ragione a tutti i costi pur essendo in torto.

I fantastici aggiornamenti delle app

Ebbene, pur essendo difficile, riconosco a volte di essere in errore, ma per i maledetti aggiornamenti delle app degli smartphone e degli aggiornamenti di sistema dei PC non c’è ragione che tenga, nemmeno la più minima. Non è possibile che ogni santa volta che accendo il cellulare la prima cosa che accade, ancor prima che venga visualizzato l’orario sul display, è il venir sommerso da circa venti aggiornamenti di app che non sapevo nemmeno di avere, lì pronte a incasinarti rete, RAM e memoria.

Capisco che questo è un problema soggettivo, dato che la vita si incasina di più per chi ha un cellulare datato anche di un paio d’anni piuttosto che per uno che ha lo smartphone all’ultimo grido.

Principalmente il cellulare lo uso come ferma carte quindi per chi se lo stesse chiedendo ho un potentissimo (tipo 15 anni fa) Samsung Galaxy Advance S, dual core (624 MB di RAM). Mi andrebbe anche bene tenerlo per qualche altro anno, dato che ne ha solo 2 di vita, ma il problema di aggiornare le app e mandare un misero SMS, sia pure su WhatsApp, contemporaneamente diventa una cosa difficile. Se si aggiunge che lo staff di Gamempire.it ha due gruppi WhatsApp e ogni volta che mi connetto escono (senza esagerare) 200-300 notifiche a gruppo che portano l’inevitabile riavvio del sistema per suicidio, capirete la mia incazzatura per questi aggiornamenti delle app che sono tra parentesi inutili e ancora inutili, fatte le dovute eccezioni.

Per la cronaca ho lasciato il gruppo Gamempire “perdita di tempo” per evitare il mio di suicidio. Questi dello staff sono fuori come una portaerei e, fidatevi, nemmeno un octa-core li sopporterebbe e io ho un misero dual-core.

Ritornando al discorso, ma che cavolo mi frega che hai aggiornato la app alla versione 1.01a se non noto una beneamata differenza dalla versione precedente? Che senso ha rompere le balle quasi ogni giorno per aggiornamenti che somigliano a quelli del giorno prima? Ammesso che si possano propriamente chiamare aggiornamenti.

“Guarda ho aggiornato l’app alla versione 1.02! Ho notificato che sono andato in bagno!”.

Passino le app inutili che devono fare soldi in quanto gratis e aggiornano le pubblicità, ma mi spiegate a che cavolo serve che Google aggiorni ogni 3×2 le sue app? Capisco Maps, ma il resto a che serve oltre ad occupare spazio? Vi farà uno squillo quando Google Play Service (85 MB) avrà raggiunto le dimensioni dell’app di Skype (circa 225 MB).

I multifunzionali aggiornamenti PC

Lo stesso discorso vale per gli utenti PC di Windows (non so per gli altri), “il sistema richiede un aggiornamento importante”, uno pensa ottimo se è importante meglio farlo. Il giorno dopo spunta un altro aggiornamento importante più uno opzionale, il terzo giorno due aggiornamenti importanti. Insomma, a questo punto qual è il concetto di importante se continuano a rompere ogni giorno.

Fatto sta che almeno per PC ho disattivato l’aggiornamento automatico, ma l’icona in basso a destra mi ricorda – come un tizio insistente che ti tocca la spalla – che devo fare l’aggiornamento IMPORTANTE. Meglio XP che da quel che ho visto nessuno se lo cagava in termini di aggiornamenti giornalieri e andava che una bellezza.

Lo so, molti diranno “la risposta è semplice, passa ad Apple per tutto”, mentre la mia di risposta al momento resta: preferisco comprarmi un PC fisso da 1000€ da portarmi sotto braccio per strada piuttosto che spendere 1000€ per uno smartphone che tra qualche mese sarà reso obsoleto dalla nuova versione dello stesso a prezzo maggiorato.