PREMESSA
Quando si sente il nome di Blizzard dietro allo sviluppo di un videogioco qualcosa scatta nel cervello e nel cuore dei giocatori. Non è facile spiegarlo a parole, ma il nome dell’azienda di Irvine (California) è come il nome di un dio di un antico mondo che ogni volta che comunica con noi mortali non possiamo far altro che ascoltare.
Blizzard non ha solo creato dal nulla interi generi ludici, ma dovunque abbia posato le sue lunghe e possenti braccia è riuscita a settare nuovi ed incredibili standard a cui tutti ora fanno riferimento. Da Starcraft a Diablo, da Warcraft a World of Warcraft, Blizzard ha costruito un impero non solo per la qualità e la bellezza dei giochi prodotti, ma per essersi sempre presa cura dell’utente, mettendo al centro di tutto l’esperienza del giocatore, che deve essere il più perfetta possibile.
Blizzard è l’Apple dei videogiochi e tutti, nel bene e nel male, sono stati influenzati dal suo fascino, dai giocatori alle software house, fino ai publisher. La grandezza di questo colosso e la sua maestosità si scontrano ai giorni d’oggi con il “picinino” Overwatch, cerchiamo di capirne il perché.
HEY TU TITANO!!!
Titan era l’erede designato di quel che è tuttora il MMORPG d’eccellenza: World of Warcraft.
Nonostante gli anni che può contare sulle spalle (11) l’immenso gioco di ruolo online sviluppato da Blizzard rimane l’indiscusso re del genere. Il gioco riesce ancora a dire qualcosa anche grazie alle continue espansioni. Prima o poi questo processo dovrà finire, già le ultime due espansioni, per quanto ben implementate, hanno fatto allontanare un po’ di utenza perché la struttura di gioco, anche se impreziosita, è rimasta la stessa.
Il mondo videoludico è cambiato come è cambiato l’approccio ad esso, molti MMORPG sono gratuiti e garantiscono almeno lo stesso livello di divertimento e sulla scena RPG sono arrivati titoli come Skirim, Dragon age e The Witcher, che hanno imposto nuovi standard alle meccaniche di gioco.
Titan doveva essere il futuro, un MMORPG talmente innovativo che non vedrà mai la luce perché cancellato. La notizia è forse passata inosservata per molti utenti, dato che di fatto il gioco non è mai stato annunciato e nessuno ha mai visto praticamente nulla, ma per i fedeli lo sgomento è stato tanto.
La Blizzard in questi anni non è rimasta a guardare il suo colosso WoW invecchiare, ma ha prodotto un’ottima serie di Starcraft, di cui abbiamo recentemente potuto gustare l’atto conclusivo, un Diablo 3 che dopo la prima espansione ha trovato la sua dimensione, e due nuove IP.
La prima è Hearthstone, gioco di carte che ha gonfiato le casse Blizzard nonostante uno sviluppo sicuramente meno impegnativo di un ipotetico Titan, mentre il secondo è Heroes of the Storm, il tentativo di blizzard di entrare nel competitivo mondo MOBA.
Tralasciando la qualità dei due titoli, il primo, nonostante osannato da molti, è anni luce inferiore al re dei giochi di carte Magic the Gathering. Non sono dei giochi con la G maiuscola, non sono quello a cui ci ha abituato Blizzard. Heroes of the Storm è una forma alternativa di MOBA che aiuta i giocatori a giocare più come squadra, ma non si distanzia poi più di tanto dai vari League of Legends e DOTA 2.
Dalle ceneri di Titan arriva Overwatch, è lui i gioco a cui Blizzard si sta dedicando oltre alle prossima espansione di WoW.
MA COS’È OVERWATCH?
Ho avuto l’onore di provarlo a casa di un amico che ha ricevuto la beta, quella chiave tanto ambita da tutti i blizzardisti (si può dire? ndr) e che hanno ricevuto in pochissimi. Non è mia intenzione descrivere o fare un’anteprima di Overwatch, ho giocato solo un paio d’ore e non sarebbero sufficienti per dare un giudizio profondo, ma quello che salta agli occhi è che Blizzard ormai è… Overwatch. La compagnia americana non è più il gigante, il colosso che proponeva titoli enormi, unici, per non dire spaziali.
Overwatch è divertente, veloce e avrà il suo successo in parte garantito dal nome alle sue spalle, ma è piccolo, minuscolo, se paragonato a quello al quale Blizzard ci aveva abituato. Hearthstone, Heroes of the Storm ora Overwatch fanno capire che l’industria videoludica sta cambiando, meglio giochi per le masse, giochi per far divertire il bambino (paffutello e brufoloso) che dare ai giocatori un titolo complesso e articolato come Starcaft in cui bisogna nascere coreani per giocarlo al meglio.
Dal possibile immenso Titan, il nome è una garanzia, siamo passati ad un MOBA/FPS zero pretenzioso, ma pronto a far divertire milioni di persone divisi tra chi lo gioca e coloro che ormai non possono fare a meno di vedere i vari esport su Twitch o Youtube.
Con tastiera e mouse in mano mi sono trovato dopo qualche sessione di gioco ad Overwatch con l’amara sensazione che Blizzard non c’è più. La società che proponeva titoli innovativi e di una perfezione estrema si è miniaturizzata in una Riot di nuova generazione, pronta a mangiar soldi all’ignaro giocatore con pacchetti e pacchettini extra. Al momento il gioco avrà un prezzo fisso, ma la paura di vedere quanto fatto con Heroes of the Storm è tanta. Alla fine o giochi tantissimo per sbloccare tutti i personaggi o paghi di più che comprare un gioco a prezzo fisso al lancio.
Il modello di business sta cambiando e Blizzard ha fatto in fretta a togliersi la vecchia pelle di divinità di videogiochi e trasformarsi in una sorta di software house che produce giochi per smartphone.
Vero è che il recente StarCraft ha fatto ricordare che in Blizzard sanno ancora fare veri classici, ma per quanto? Finita la trilogia del mitico RTS, con un Diablo 3 che si trascina a stagioni e un WoW sempre più gobbo cosa resterà dell’antico potere? Non ditemi che Overwatch può reggere tutta questa eredità, potrà essere, divenire un gioco divertente, ma non potrà mai sostituire nei nostri cuori Blizzardosi un gioco come WarCraft III.
CONCLUDENDO
Overwatch, per evitare una possibile valanga di insulti dei Blizzard-fan, è sicuramente divertente e molto probabilmente ci giocherò fin dal lancio. Anzi diciamolo ci giocherò di sicuro perché il mio amico, autentico Blizzard boy, dopo un’accesa discussione mi ha comprato il gioco sostenendo che mi ricrederò e che Blizzard è ancora l’antica divinità che tutti ricordiamo.
Ho molte riserve e molti dubbi a riguardo, ma dato che il gioco attuale, la beta, non è il gioco definitivo, mi darò il tempo necessario per ricredermi anche se l’idea iniziale è difficile da cancellare: il gigante Blizzard e il piccolo Overwatch.