Quando si sente la parola reboot, inerente ad un titolo video ludico di spessore, la stragrande maggioranza dei giocatori quasi immediatamente pensa ad una caduta inesorabile dello stesso lungo il profondo baratro del flop da rifacimento. In realtà l’idea di rinnovazione di un brand non è del tutto sbagliata, infatti il termine reboot, dal gergo informatico, non è altro che il “riavvio” di un serie, ormai giunta ad una fase di declino e che necessita di una rinascita per essere rilanciata sul mercato.
A volte il reboot va anche inteso come partenza da zero, quindi non va sottovalutata la possibilità che lo stesso/a protagonista cambi non solo sembianze ma che sia catapultato in una nuova avventura senza che questa abbia il minimo collegamento con quelle precedenti. Gli sviluppatori dunque cancellano il passato e si trovano dinnanzi ad una tela bianca da dipingere.
Tra i tanti esempi, quale può essere il più recente Devil May Cry di Ninja Theory, si colloca il nuovo reboot di Tomb Raider che come saga negli ultimi anni, non aveva dato concreti segni di vita dopo Tomb Raider: Underworld e lo spin off Lara Croft and the Guardian of Light. Mancava un seguito (o quantomeno un nuovo capitolo) a cui Square-Enix e Crystal Dynamics hanno dato vita nel 2010, sotto il nome in codice di “A Survivor Is Born”.
La “nuova” Lara Croft presentata dal team di sviluppo non avrà più nulla a che vedere con le sue precedenti versioni, infatti in questo capitolo ci troveremo a vestire i panni di una Lara fragile ed emotiva appena ventunenne, che si troverà ad affrontare (suo malgrado) la sua prima avventura in assoluto, facendo i conti con la natura selvaggia ma senza poter ricorrere agli anni di esperienza maturati nel corso dei vecchi capitoli.
L’ambientazione di gioco scelta è forse una delle più inaspettate, ovvero un isola all’intero del Triangolo del Diavolo, situato nelle adiacenze del misterioso Triangolo delle Bermuda. L’equipaggio e la protagonista, diretta sulle coste giapponesi in cerca della flotta del condottiero mongolo Kublai Khan, mentre si trovano a bordo della Endurance vengono colti di sorpresa da una forte tempesta che travolge la nave e la porta alla deriva sull’isola. L’ambientazione in questo caso fa da ottima cornice al gameplay, consentendo al giocatore di comprendere a priori quali situazioni e avversità dovrà affrontare per sopravvivere fino al raggiungimento della destinazione finale.
Un po’ sulla falsa riga di Uncharted (che si ispira a sua volta a Tomb Raider) il gameplay sarà meno schematico e più sul free roaming “intelligente”. In questo caso gli sviluppatori indirizzeranno comunque il percorso da seguire ma senza far sentire quella costrizione tipica degli sparattutto/action. Come nel già citato Uncharted, l’azione sarà davvero varia ed inaspettata e non mancheranno gli eventi interattivi, sia che si tratti di quick time event sia di interazioni ambientali, come l’accensione del fuoco e l’uso della torcia su materiali infiammabili (per citare una scena nota).
La caratteristica principale di questo nuovo capitolo di Tomb Raider è l’iniziale assenza di armi offensive (soprattutto da fuoco), che i precedenti capitoli mettevano subito a disposizione con le doppie pistole infinite, celebri della serie. Inoltre la mira automatica verrà definitivamente sostituita con quella libera. Lara dovrà non solo rubare le armi ai mercenari presenti sull’isola ma dovrà anche costruirne, combinando elementi di fortuna che la aiuteranno ad affrontare le bestie feroci che si nascondo nella prolifica foresta dell’isola. Le varie armi bianche predomineranno (anche se non saranno le sole), fornendo diverse alternative nel gestire una medesima situazione in spettacolari scontri corpo a corpo.
Per dare ancora un maggior tocco di varietà, come in uno dei più classici GDR, sarà possibile utilizzare un pannello dedicato alle abilità da sviluppare della protagonista, che vanno dal semplice utilizzo di attrezzi per la costruzione di oggetti (come il rudimentale arco), all’aumento della forza per sollevare pesi eccessivi fino ad arrivare ai potenziamenti delle armi e agli escamotage per distrarre i nemici o guadagnare tempo.
Oltre al brevemente citato gameplay, un punto di forza non da poco va alla grafica di gioco e alle relative animazioni. Il motore grafico visto fin’ora in azione non è altro che lo stesso di Tomb Raider: Underworld, seppur sembra del tutto irriconoscibile (potrebbe essere infatti un nuovo motore dedicato), data l’eccellente resa grafica tra scene di gioco, intermezzi ed effetti visivi con fuoco, acqua, effetti particellari ed illuminazioni. Infine il motion capture utilizzato è uno dei più recenti e sofisticati: consente animazioni fluide ai limiti del realismo, senza apparente ripetitività tra le animazioni sfruttate.
Se il buongiorno si vede dal mattino, inutile ricordare che questo reboot di Tomb Raider ha suscitato interesse già dal primo trailer rilasciato nel 2010, e sulla falsa riga di Uncharted promette davvero di dare a questa avventura una spinta propulsiva che potrebbe riportare la serie agli apici del successo, come già accaduto in passato. Questo nuovo capitolo di Lara Croft non può essere classificato come un semplice videogioco ma ha tutta l’aria di essere un vero film interattivo, non mancheranno infatti scene di azione, violenza e di suspense ma soprattutto permetterà di godersi a pieno una solida storia che non ha nulla da invidiare al migliore dei film in circolazione. Sarà meglio segnarsi la data 5 Marzo 2013 sul calendario, giorno in cui Tomb Raider sarà disponibile nei negozi per PS3, Xbox 360 e PC.