Gli aggiornamenti sono il futuro dei videogiochi, anzi possiamo dire che sono il presente. Ogni software house ha imparato a sfruttare (e spesse volte monetizzare) il potere degli update ai giochi per migliorare l’esperienza degli stessi, ampliarla e correggere gli eventuali errori di progettazione fatti all’inizio.
Con questi presupposti che senso ha una recensione al day one? Beh, qualcuno ce l’ha ancora, per fortuna, perché anche il più corposo aggiornamento non potrà mai aggiustare del tutto un gioco “rotto” o di bassa qualità. Tuttavia più aggiornamenti vengono rilasciati, più potenzialmente la recensione del day one potrebbe diventare incompleta e imperfetta.
Parlare di un gioco dopo un anno è quindi un modo per ridare completezza alla recensione e permettere a chi era scettico sull’acquisto del gioco o chi lo aveva abbandonato per i problemi iniziali di ricredersi e dargli eventualmente una seconda possibilità. Oggi parliamo di Splatoon.
Non chiamatelo paintball
Sono passati più di 365 giorni dall’arrivo in esclusiva su Wii U di Splatoon e del suo inaspettato successo, considerando che è una nuova IP di Nintendo che ha segnato il suo ingresso in un mercato difficile e quantomai affollato come quello degli shooter online. Splatoon è arrivato all’improvviso, senza passato, senza legami diretti con le solide saghe di Nintendo. Un lampo, qualche fuoco pirotecnico durante l’E3 2014 ed ecco servito un gran gioco alla maniera di Nintendo.
Splatoon, per chi ancora non lo avesse provato, è un TPS (sparatutto in terza persona) che si differenzia da qualunque altro titolo di questo genere per il tipo di munizioni che ha: palle di inchiostro. Molti potranno dire “è come il paintball, che novità?”, ma le differenze balzano subito all’occhio. Come già detto nella recensione di Splatoon, l’obiettivo principale di questo gioco non sono gli altri avversari bensì il campo di battaglia stesso.
Colorare più superficie degli altri, questo è l’obiettivo e anche quando in alcune modalità questo obiettivo sembra non essere il principale, diviene comunque un obbligo per portare a termine con successo la sfida, perché le scie di inchiostro sono indispensabili per avanzare rapidamente, in forma di calamaro, o per impedire agli avversari di avanzare agevolmente. Un modo di concepire gli shooter che nasconde molte variabili inaspettate per chi bazzica gli FPS e TPS da qualche lustro.
Nella nostra, seppur non sconfinata, esperienza videoludica non riusciamo a trovare nessun omologo a questo titolo. Splatoon è diverso, unico. L’ennesima riprova che Nintendo quando si impegna riesce a creare prodotti unici, che lasciano il segno sul mercato seppur con i loro difetti.
Proprio l’unicità di Splatoon è sia un pregio che un difetto. I controlli della mira per esempio sono un ostacolo, come già detto in sede di recensione, che non tutti superano in maniera agevole. Anche se la mira è gestita utilizzando sia il giroscopio che lo stick analogico, in molti hanno trovato difficile adattarsi a questo metodo di puntamento completamente nuovo al quale un esperto giocatore di shooter potrebbe imputare tranquillamente il difetto relativo all’assenza di settaggi alternativi. Ma dei difetti, risolti o persistenti, di Splatoon ne parleremo più avanti. Per ora soffermiamoci su cosa è cambiato rispetto al day one.
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I promessi aggiornamenti
Nintendo aveva promesso tanti cambiamenti e tanti nuovi aggiornamenti rispetto alle cinque misere mappe, le due modalità e le scarne armi disponibili nelle prime ore di gioco. E in questi mesi ha rispettato tutte le sue promesse.
Nel tempo sono state aggiunte 10 nuove mappe, per un totale di 16, ma aggiunte in maniera progressiva in modo da far avvicinare tutti al gioco allo stesso modo. Le arene nell’ultimo periodo hanno poi subito alcuni piccoli restyling per migliorarne il bilanciamento ed evitare eccessivi vantaggi a questa o quella fazione.
A questo si devono aggiungere i quasi 80 set di armi disponibili in Splatoon, un buon numero, anche se si deve considerare che ci sono più set che comprendono la stessa arma principale e che differiscono per secondaria e speciale.
Ovviamente non si possono contare le tante personalizzazioni disponibili tra accessori, vestiti e scarpe con relative abilità che, data la loro casualità di apparizione e la possibilità di modificarle sempre in maniera random, sono un elemento che nessun giocatore competitivo può sottovalutare.
Tanti update quindi, tutti gratuiti e dilazionati nel tempo che hanno permesso di apprezzare molte delle sfaccettature del gioco senza gravare sulle tasche dei giocatori, che di questi tempi è cosa più unica che rara. E nonostante qualche mese fa Nintendo avesse dato per terminati gli update del gioco, sono state già programmate nuove aggiunte per quel che riguarda le armi con i pacchetti di equipaggiamento della serie Armand consiglia.
Modalità, Splatfest e bilanciamenti
Come abbiamo scritto nella nostra recensione, l’inesperienza degli sviluppatori Nintendo in questo genere di giochi (shooter online) ha fatto sì che Splatoon peccasse leggermente in due aspetti importanti: la varietà di modalità di gioco e il bilanciamento delle armi e del matchmaking. Gli update sono serviti anche a mettere qualche toppa a questo.
Continui aggiustamenti al bilanciamento delle armi e un matchmaking che tenesse conto del rank e del livello dei giocatori hanno permesso di migliorare volta per volta l’esperienza di gioco fino a raggiungere un livello qualitativo più che buono.
A completare il quadro dei miglioramenti ci sono, ovviamente, le nuove modalità di gioco.
Si era partiti solo con le Mischie Mollusche, partite random dove l’unico obiettivo era quello di colorare più superficie dello stage possibile, e con la Zona Splat, nella quale si deve colorare e mantenere del proprio colore una o più zone specifiche dello stage. Alla seconda, la prima della modalità Pro classificata, si sono aggiunte Torre Mobile e Bazookarp, modalità molto ispirate, ma che da sole comunque non compensanti il gap quantitativo di modalità disponibili per altri titoli del genere.
Tra le aggiunte più gradite nelle modalità ci sono le possibilità, precluse nei primi mesi, di giocare in squadra con i propri amici e di creare partite partite private con regole personalizzabili, un toccasana per l’organizzazione di tornei.
A questo vanno aggiunti gli Splatfest, eventi che permettono di aggregarsi temporaneamente ad una fazione e di accumulare i super molluschi utili per modificare o aumentare le abilità di vestiti e accessori. La frequenza con la quale Nintendo ha creato questi eventi ha reso la piazza centrale di Splatoon un luogo affollato e pieno di vita. Anche gli Splatfest in questi mesi hanno subito evoluzioni e miglioramenti volti a perfezionare altre spigolose e grezze meccaniche di questo shooter. Anche qui operazione più che riuscita.
Dove manca la chat, il server e il singleplayer
Tuttavia c’è il risvolto della medaglia, il negativo di Splatoon che mostra alcuni difetti. In questi dodici mesi il titolo è migliorato tanto, ma alcuni aspetti sono stati lasciati invariati o non ancora perfezionati a dovere.
Primo tra tutti l’annoso problema della chat vocale assente. Nintendo già prima della pubblicazione del gioco era stata chiara: niente chat. Il motivo era per un timore del capo del progetto di poter far subire ai giovani pargoli eccessive offese e ingiurie in cuffia (a lui la cosa proprio non andava a genio). Un timore fondato, ma che non giustifica l’assenza di un elemento così nevralgico per le strategie e le tattiche in game. Mezzi alternativi ce ne sono (chat su PC o smartphone), ma avendo un pad con microfono, casse e uscita cuffie tale mancanza anche in un aggiornamento rimane una delle più grandi lacune del gioco.
Tra i difetti in un certo senso irrisolti di Splatoon c’è la stabilità dei server. I primi mesi giocare era una impresa e le ore serali erano da evitare come la peste. Nonostante sembri che la situazione sia migliorata notevolmente, capita ancora qualche volta di riscontrare errori di connessione o lag eccessivo (qui il problema è da imputare anche in parte alle mediocri connessioni internet italiane).
Altra lacuna, meno evidente e addirittura quasi trascurabile, è l’ampliamento del single player. Va bene che il titolo è prettamente votato al multiplayer online, ma non sarebbero stati sgraditi alcuni livelli aggiuntivi della campagna in singolo, per avere un’oretta in più di gioco anche quando la suddetta connessione dei server avesse fatto i capricci.
La nascita di una stella?
Grazie a tutto questo, e nonostante ancora qualche neo qua e là, Splatoon ha vinto la sua personale battaglia: da nuova IP, desueta e senza passato ha scalato le classifiche di vendita su Wii U piazzandosi al sesto posto a poca distanza dal quinto, il titano Super Smash Bros.
Questo shooter è davvero diventato un fenomeno che sta portando i suoi frutti, come testimoniato dal recente annuncio della prossima distribuzione di nuovi Amiibo dedicati ai personaggio del gioco e che, non solo in Giappone, sta diventando un fenomeno culturale ampio e variegato.
Proprio la creazione di nuove statuine interattive è la più importante cartina tornasole per quantificare il successo di un titolo Nintendo, visto l’enorme valore e la popolarità che gli Amiibo hanno ottenuto in poco tempo e la grande considerazione che hanno nel business della casa di Kyoto.
Nintendo difficilmente si lascerà sfuggire l’occasione di cavalcare l’onda di questo nuovo brand e di produrne un seguito (si è parlato di una remastered per NX) o magari di qualche spin-off o cammeo in altri giochi. Quello che doveva essere, e non fu mai, Zack e Wiki (chi se lo ricorda, si ricorderà anche di come in Nintendo sperassero fosse il nuovo Mario) forse in futuro sarà Splatoon e gli Inkling.
Il nostro voto aggiornato
Arrivando al nocciolo della questione non possiamo fare altro che dare a Splatoon mezzo voto in più rispetto al passato, frutto di un voto in più per le promesse mantenute, i tanti contenuti in più che ci ha dato e le continue migliorie apportate all’acerbo online che, nonostante non sia ancora perfetto, è cambiato sempre in meglio; ma anche di mezzo voto in meno a causa dei server, ancora troppo traballanti soprattutto durante gli Splatfest e gli orari serali e festivi, e del non aver trovato un modo, o la volontà, di inserire la chat vocale nel gioco, chat della quale si sente ancora troppo la mancanza.
Alla fine dei giochi e degli aggiornamenti Splatoon si è guadagnato un bel +0,5 sul suo voto dovuto alla longevità indubbiamente aumentata e al supporto datogli da Nintendo. Splatoon si guadagna quindi un bel 8.6 in pagella. Un gioco da provare almeno una volta nella vita, non con una fugace partita di mezz’ora, ma dando al titolo l’occasione di farvi assimilare le sue meccaniche e le sue potenzialità da gioco competitivo.
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