Da qualche anno a questa parte sta avvenendo una lenta e subdola rivoluzione nel mercato videoludico digitale, sopratutto sulla piattaforma dell’eccellenza per il PC gaming: Steam.
Sul portale Valve, infatti, hanno iniziato a spuntare fuori diversi titoli che solitamente fanno parte di una fetta molto corposa del mercato orientale e che, nel nostro paese, raramente sono stati distribuiti al pubblico. Questi videogames appartengono a diversi generi poco noti nel panorama videoludico odierno: visual novel, eroge e dating simulator.
Queste particolari etichette sono state spesso al centro di numerose controversie per diverse ragioni, tra cui quella di presentare espliciti contenuti sessuali al loro interno. In questo editoriale, cerchiamo di far chiarezza su cosa sono queste tipologie di videogiochi e sul perché stanno riscuotendo tanto successo da venire esportati con più frequenza. Inoltre tenteremo di spiegare perché c’è la presenza di pornografia all’interno di questi giochi, dando una chiave di lettura diversa dal pregiudizio che intercorre tra chi non ha mai osato avvicinarsi a queste realtà.
Definendo il genere e la sua storia in occidente
Questi videogames hanno una catalogazione ben precisa che tuttavia può essere vista come un sistema di scatole: ovvero dove alcune definizioni raccolgono delle altre più specifiche al loro interno. Ciò crea delle macro-categorie, come per esempio avviene quando si parla di sparatutto, i quali possono essere divisi in quelli in prima persona e in terza persona.
Allo stesso modo, più o meno tutti i titoli che prenderemo in esame rientrano nella definizione di Visual Novel. Questo termine rappresenta un genere di videogame basato sostanzialmente sul testo e sulle immagini che compaiono sullo schermo, dove il gameplay è praticamente assente e il giocatore si addentra in un’avventura testuale dove potrà interagire in maniera limitata. In parole più semplici, si tratta di un libro digitale in cui è possibile giocare nel ruolo del protagonista e viverne le esperienze in prima persona, controllandolo quando possibile.
In conclusione, si può dire che si tratta di un’esperienza ibrida che prende elementi sia del mondo videoludico, sia da quello dell’editoria. Gli esempi più famosi di questo genere sono diversi: esempi sono Ace Attorney, Danganronpa o 999. In genere, essendo prevalentemente nata in oriente seguendo la corrente delle Graphic Novels, queste Visual Novels sono disegnate usando i tipici tratti dei manga/anime giapponesi, rendendoli dunque una sorta di cartone animato interattivo con una forte componente testuale.
In questa enorme categoria, rientrano gli Eroge, ovvero delle avventure testuali che presentano al loro interno dei contenuti sessuali espliciti. Generalmente in questa etichetta è presente anche un altro connotato di videogame: il genere dei dating sim, ovvero giochi in cui è possibile instaurare dei rapporti intimi con altre persone, simulando dunque le fasi tipiche del corteggiamento/fidanzamento umano. Proprio in questa classificazione vige l’errore di giudizio più comune.
Gli Eroge, nonostante sembrino dare al gioco uno stile completamente concentrato sulla componente sessuale, non sono privi di spessore e di profondità di contenuti. Certo, c’è sicuramente chi realizza i proprio videogiochi per il puro “piacere” del fan service, ma fare di tutta l’erba un fascio preclude l’avvicinamento ad alcune delle storie con la sceneggiatura più azzeccata del panorama videoludico, delle quali vi parleremo più avanti.
Dunque, quando effettivamente questo mercato si è affacciato prepotentemente al mondo occidentale? Il primo titolo retail, venduto nel suolo dell’unione europea, è stato un eroge chiamato “If My Heart Had Wings”. Questo gioco è stato il primo vero esperimento di contatto con l’audience occidentale, riuscendo magnificamente nella sua impresa. Con moltissime copie vendute e la pubblicazione su Android, iOS ed infine su Steam, questo titolo mette il giocatore nei panni di un giovane ragazzo che si trasferisce nella sua vecchia città dopo alcuni avvenimenti traumatici della sua vita. Qui viene trasferito in un dormitorio di proprietà della sua famiglia e frequentato da sole ragazze.
La trama del gioco si evolve intorno al sogno del ragazzo, e del suo club, di riuscire a far volare un Glider, il tutto mentre si vive la vita e si conoscono le persone che circondano il protagonista, scoprendo le loro storie ed i loro problemi. Il gioco è un cosiddetto “slice of life”, dove il giocatore dovrà vivere letteralmente la quotidianità del protagonista, sperimentando una sorta di meta-realtà che coinvolge la sfera affettiva, sentimentale e razionale.
Questo gioco pioniere è stato il trampolino di lancio per moltissimi altri titoli che hanno successivamente fatto capolino sul mercato PC, questo anche grazie alla diffusione della possibilità di scaricare digitalmente un titolo, piuttosto che averlo fisico, rendendo dunque triviali le barriere dettate dalla distanza d’ importazione.
C’è della vera storia o è solo fan service?
La domanda con cui viene introdotto questo capitolo è forse una di quelle più chieste nel corso degli anni. Premettendo che questo tipo di giochi sono consigliati a chi apprezza l’animazione o il cartaceo giapponese, cosa c’è al loro interno? Gli eroge girano solo intorno al sesso e non presentano contenuti che non sono finalizzati al piacere visivo? La censura è giusta oppure toglie effettivamente qualcosa di importante al gioco? Per spiegare questo concetto l’unico modo efficace è quello di portare esempi concreti di alcuni dei giochi più iconici del settore, alcuni dei quali sono disponibili su Steam. Prima di continuare però è necessario avvertirvi che potrebbero essere presenti alcuni spoiler delle trame dei videogiochi trattati.
Il primo nella lista è proprio If My Heart Had Wings che abbiamo citato come primo precursore degli eroge nel nostro paese. Il gioco, come accennato, ci permetterà di vivere un’avventura all’insegna del completamento dei propri sogni e obiettivi. Fin dall’inizio, accompagnati dalle magnifiche rappresentazioni del cielo, vedremo che il gioco si presenta in maniera piuttosto gioiosa e felice. Il nostro primo incontro però è con Kotori, una ragazza su una sedia a rotelle che troveremo ferma ad ammirare il paesaggio per via del fatto che una ruota della sua sedia si è rotta e non si muove più. Oltre ad essere una coincidenza fortuita il fatto che passavamo di là in bici, questo incontro rappresenta appieno l’essenza del gioco e di molti eroge, dove sostanzialmente il nostro personaggio sarà l’elemento chiave nella vita delle ragazze per risolvere i loro problemi ed essere aiutate nella loro crescita personale.
Il tutto avviene attraverso un percorso di situazioni, confidenze, ostacoli, divertimento e momenti profondi che alla fine porta il giocatore a provare affetto per le persone virtuali con cui interagisce, il tutto mentre la loro storia si dispiega davanti ai nostri occhi, portandoci a comprendere il perché di determinati comportamenti o azioni. Generalmente, questi giochi sono strutturati in modo che, fin dai primi momenti, dovremo compiere una scelta importante: ovvero con quale persona sviluppare una relazione sentimentale fino alla fine del gioco. Il che non è estraneo al mercato occidentale del genere, per esempio Bioware ha calcato molto sull’aspetto amoroso.
Insomma, alla fine If My Heart Had Wings ci condurrà lungo un percorso di storia mentre terremo per mano la persona che vorremo accompagnare ed assistere nello spaccato di vita che andremo a giocare, il tutto in tandem al nostro affrontare noi stessi i problemi importanti del nostro personaggio, come per esempio il trauma subito prima dell’inizio del racconto, di cui saremo parte importante nella fase di superamento. In conclusione, possiamo dire che la narrazione di questi giochi riesce moltissimo nell’interno di sollevare riflessioni sia sull’animo umano, sia sulla propria condotta nei nostri riguardi e in quelli altrui.
Proprio su questo filone, potremo parlare di Yume Miru Kusuri: un eroge che parla di tematiche molto pesanti come la droga, il bullismo ed il suicidio. Rispetto al titolo trattato prima sicuramente ha un’atmosfera molto più pesante e seria, dove anche le parti umoristiche del gioco vengono stravolte in qualcosa di molto triste e profondo. In tal senso, più che per le relazioni amorose, questo titolo porta il giocatore a riflettere sulle scelte morali e sulle conseguenze di determinate azioni, sopratutto per la propria salute e per quella di chi sta intorno.
Le ragazze che incontreremo saranno tre ed ognuna di esse sarà in balia di un problema specifico che il nostro intervento potrebbe risolvere, o meno, a seconda delle scelte che andremo a compiere nel corso del gioco. Tuttavia la profondità di caratterizzazione di ognuna di esse è immensa e ogni linea di dialogo è sia d’impatto che importante nel quadro generale dell’avventura testuale, rendendo i personaggi del gioco alcuni dei migliori visti nel genere, oltre che indubbiamente memorabili. Dunque, nonostante siano presenti parti pornografiche, è piuttosto ovvio che questo videogioco non è solo fan service, bensì nasconde temi molto maturi ed adulti.
Un altro esempio di importanti tematiche inserite all’interno del gioco è quello rappresentato da Grisaia no Kajitsu, il primo titolo di una trilogia, il quale parla di questo ragazzo ex militare che si trasferisce in una scuola molto particolare frequentata solo da alcune ragazze con passati “particolari”. Nonostante Grisaia No Kajitsu sia molto più umoristico di Yume Miru Kusuri, essendo forse uno degli eroge più divertenti del settore, ciò non toglie che i temi al suo interno siano meno seri.
Infatti le storie delle ragazze, oltre ad essere scritte da diversi autori, presentano dei picchi di genialità molto interessanti. Per esempio abbiamo Amane, la quale è sopravvissuta dopo che il bus della sua scuola era precipitato in una vallata ignota a qualsiasi soccorritore. Niente di così drammatico? Beh, dopo diverse settimane con scarso cibo, acqua e medicinali, molti dei suoi compagni/professori si sono dati al cannibalismo! Oppure abbiamo Michiru, una ragazza che cerca in tutti i modi di rientrare in uno stereotipo preciso per mascherare la seconda personalità che alberga dentro di lei. O Sachi, una fanciulla sempre vestita da cameriera con un forte dramma legato alla perdita della propria famiglia in circostanze misteriose, le quali andranno investigate insieme a lei.
Gli esempi sono molti, ma ognuno di questi racconti è curato nel minimo dettaglio e con la lunghezza che più gli si addice, in modo da non lasciare nulla di incompleto. In tutto questo, ovviamente il giocatore svolgerà un ruolo chiave nel dispiegamento degli eventi e nella loro conclusione, che non sarà propriamente tale in quanto effettivamente parliamo di una trilogia.
Gli esempi da citare sarebbero moltissimi, ma come appare già evidente, ci sono storie dietro a questi giochi che potrebbero arrivare al livello di quelle dei tripla A narrativi del mercato attuale. Ma dunque, se effettivamente ci sono trame così di spessore, perchè c’è bisogno della pornografia in questi giochi? La risposta è piuttosto semplice e banale. Come detto in precedenza, questi titoli ruotano moltissimo sulla componente relazionale del titolo, dove le storie che seguiremo saranno decise in base alla nostra scelta di partner affettivo.
Instaurare un rapporto così intimo con una persona, sopratutto quando sono coinvolti sentimenti piuttosto forti e problematiche molto grandi, significa effettivamente avviare le meccaniche che tutte le coppie del mondo vivono, ovvero quelle dell’amore mutuale tra due persone. Due persone che si amano avranno necessariamente un certo grado di attrazione fisica, sopratutto parlando di persone in età adolescenziale. Tagliare l’espressione massima del loro amore è come tagliare pezzi importanti della loro storia insieme, pezzi che nel contesto hanno un grande impatto.
Non si parla infatti di una sveltina o di situazioni ridicole da video porno, ma di veri e proprie espressioni dell’affetto che piano piano si è andato a costruire nel corso del gioco e che effettivamente cambiano visione rispetto alla ragazza che seguiamo nella storia. Il punto forte delle visual novel è quanto riescono a far immergere il giocatore nella storia e nelle relazioni. Tagliare troppo sarebbe eccessivo.
Un esempio lampante di quanto questi rapporti possano essere essenziali ci viene da Katakawa Shoujo, un eroge che parla di ragazze con disabilità varie. In queste storie molto profonde ed umane, i rapporti sessuali sono presenti in quantità molto blanda e non più di tanto espliciti, piuttosto sono finalizzati a spiegare punti di trama piuttosto importanti, nonché decisioni da parte delle eroine, come succede nel caso molto forte della ragazza che ha parte del corpo bruciata a seguito di un incidente. Che c’è di più intimo nel rivelare le proprie debolezze a chi si ama?
Nonostante questo, alcuni eroge presentano effettivamente dei rapporti squallidi e per puro piacere di chi guarda, senza nessun significato dietro. In quel caso, la censura non mina lo svolgimento della storia e risulta adatta se si vuole rendere il titolo aperto ai più giovani. Ma è importante che si capisca la differenza tra gli esempi riportati sopra e quest’ultimo.
Tirando le somme
Per concludere questo enorme excursus sulle visual Novel e gli eroge, possiamo affermare che ciò che fa vendere questi titoli, in molti casi, è proprio la loro capacità di narrare delle storie molto personali e serie, in grado di prendere il giocatore sia come tale sia come persona umana che riflette sulla propria vita. Non è sbagliato affermare che molti videogiocatori sono prettamente adolescenti o giovani adulti, perciò fare storie con protagonisti di questa fascia d’età ovviamente tende ad essere un fattore piuttosto influente nell’esperienza di gioco generale. Nonostante abbia citato solamente giochi con relazioni eterosessuali, o un maschio protagonista con tante femmine intorno, tengo a precisare che sono presenti visual novel anche per un target femminile e con diverse opzioni romantiche, tuttavia ho voluto elencare alcuni dei titoli con cui ho avuto un’esperienza diretta.
Ogni persona ha i propri gusti, e c’è da ammettere che questo genere è così particolare da non essere adatto a chiunque, ma se posso dare un consiglio, da amico piuttosto che da redattore di Gamempire.it, è quello di lasciare da parte i pregiudizi ed i luoghi comuni. Provate per una volta a giocare un titolo del genere e a vedere se la storia vi prende, se effettivamente una volta vissuto è cambiato qualcosa nel vostro modo di pensare o di approcciarvi agli altri. In tal caso, forse direte che le visual novel non sono poi così male dopotutto.