Metal Gear Solid V: The Phantom Pain mi ha deluso parecchio su tanti aspetti, ma allo stesso tempo lo ritengo uno dei videogiochi più belli dell’attuale generazione. In questo articolo tratterò i motivi per cui questo capitolo mi ha deluso, successivamente vi dirò anche cosa mi è piaciuto.
Ok, ve lo anticipo, mi è piaciuto soprattutto grazie al suo gameplay stealth che può essere riassunto nella parola “dinamicità”. Mi ha invece deluso la trama, stiamo parlando di Metal Gear Solid… Deve avere una trama ai livelli dei migliori film di Hollywood, ma questo quinto e definitivo capitolo non mi ha fatto brillare gli occhi nemmeno per un istante. Prima di cimentarvi nella lettura di questo articolo dovete essere consci di tre cose:
- Il castoro è un grande fan della serie di Metal Gear Solid;
- In questa sfuriata del castoro ci sono tanti spoiler sul quinto capitolo della serie e sulla saga in generale;
- Dopo anni di acquisti solo su Amazon, nonostante il prezzo svantaggioso, il Castoro ha comprato MGSV in negozio, così… giusto per tornare alle vecchie abitudini (NdR: non è vero, era solo il modo più veloce per portarmelo a casa).
I contenuti in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain mancano, e la colpa è di Konami. O almeno, questo è quello che possiamo ipotizzare visto il recente litigio tra il colosso nipponico ed Hideo Kojima, il papà della serie che ha recentemente abbandonato Konami. Konami ha inoltre escluso ogni possibile DLC dedicato al singleplayer, quindi è confermato che il quinto capitolo si chiude qui.
La mancanza della missione 51 ha fatto scalpore, ma in origine il titolo prevedeva ben 5 capitoli, probabilmente c’erano almeno il doppio delle missioni. Poco dopo la pubblicazione del nuovo capitolo, sono iniziati a spuntare fuori numerosi dettagli che hanno messo in evidenza le malefatte di Konami. Secondo il copione originale, The Phantom Pain prevedeva ben 5 capitoli che trattavano altri importanti temi, forse proprio i famosi “temi tabù” che Hideo Kojima ha tanto vantato nei mesi dello sviluppo di MGSV. La mancanza di questi capitoli è direttamente collegato al successivo argomento.
Doveva rispondere a tante domande, ma in fin dei conti ha chiarito solo il motivo per cui nel primo Metal Gear Big Boss è malvagio. Quando Hideo Kojima dichiarò che in questo capitolo avremo colmato ogni possibile dubbio sulla saga, mi aspettavo di vedere volti come Gray Fox, Sniper Wolf, Vulcan Raven, Campbell, Solid Snake, Solidus e tanti altri personaggi il cui ritorno avrebbe segnato clamorosamente la saga. Ma non è stato così: dal punto di vista narrativo è stato il capitolo più anonimo di sempre.
Dopo l’avventura con il “fantasma” erano previsti dei capitoli nei panni del vero Big Boss? Rendiamoci conto, abbiamo giocato l’ultimo vero Metal Gear Solid nei panni di un personaggio anonimo, senza un passato, ed anche senza futuro visto che scompare una manciata di anni dopo.
Forse gli incontri con le icone di Metal Gear sopra descritti li avremmo fatti nei panni del vero Big Boss, forse avremmo visto la nascita del nuovo esercito dell’eroe leggendario, ma questo non ci è dato saperlo visto che The Phantom Pain è stato tagliuzzato a destra e a manca.
Le FOB sono una buona idea realizzata un po’ male. L’idea di avere numerose basi nemiche da attaccare a proprio piacimento per poi sottrarre risorse e personale, è buona, però, dopo la prima patch le FOB sono peggiorate significativamente a causa delle numerose caratteristiche tipiche dei free-to-play che invadono un videogioco pagato 60 euro (NdR: qualcuno ha forse detto “assicurazione per le FOB”? Che poi in Italia a mal la pena si paga l’assicurazione dell’auto, figuriamoci se spendiamo soldi veri per quella della FOB).
The Phantom Pain meritava un finale migliore?
Mai dimenticherò Snake insieme a Meryl o Otacon a bordo della motoslitta con The Best is Yet To Come in sottofondo che li accompagna verso una nuova vita (NdR: la presenza di Otacon o Meryl dipende dal fatto che abbiate resistito alla tortura martellando il tasto cerchio da veri uomini, o se vi siete arresi in “tipico stile checca”) .
Mai dimenticherò quando Snake rivela a Raiden di essere stato un semplice burattino, ma che come tutti avrebbe avuto una seconda opportunità di rifarsi (NdR: probabilmente gli ha anche sussurrato che è stato uno stronzetto ad avergli rubato il posto di protagonista).
Mai dimenticherò il volto di Big Boss in lacrime mentre è sugli attenti difronte alla tomba del suo mentore, il tutto condito con tanto di musichetta epica.
Mai dimenticherò lo stupendo incontro tra Big Boss e Solid Snake, che dopo anni di scontri, si rivelano finalmente per quello che sono: un buon padre e figlio che per anni hanno combattuto per la stessa causa pur senza saperlo.
Mai dimenticherò lo stupendo discorso finale di Big Boss che annuncia l’inizio di una nuova era grazie ad Outer Heaven.
CONCLUSIONI
Già ho dimenticato com’è finito Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, nonostante sia stato in assoluto il più divertente dal punto di vista del gameplay, questo quinto e definitivo capitolo di Hideo Kojima è venuto fuori con una trama che mi ha totalmente deluso.
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