Odin Sphere è stato un Action RPG piuttosto famos, uscito molti anni fa per PlayStation 2, pubblicato da ATLUS e Square Enix.
Ai tempi fece successo grazie al particolareggiato sistema di combattimento, alla narrativa ben studiata e allo stile grafico molto particolare. Oggi, questa gloria del passato si ripresenta in una nuova edizione, chiamata Leifthrasir, completamente rivista nelle meccaniche e nelle prestazioni, assicurando un ritorno al passato per i fan della saga e una nuova opportunità per chi non ne ha mai sentito parlare.
Noi di Gamempire.it ci siamo immersi ancora una volta nelle storie del mondo di Erion, per portarvi la ballata delle gesta di cinque eroi. Senza ulteriori indugi, ve la andiamo a narrare.
Tra la mitologia norrena e altre leggende
La storia di Odin Sphere è ispirata moltissimo alle produzioni romantiche cavalleresche nella sua narrazione. Attraverso gli occhi di una bambina di nome Alice, leggeremo le storie di cinque personaggi epici che rappresentano i regni del mondo di Eiron, una terra incantata che vede mescolarsi al suo interno elementi mitologici vari, che passano dalla mitologia norrena a quella dell’immaginario europeo.
Il primo personaggio di cui vivremo le vicende, le quali saranno sempre interconnesse con tutti gli altri, è proprio una valchiria di nome Gwendolyn. Figlia del potente re Odino, viaggerà per tutto il globo al fine di essere una brava figlia per suo padre mentre cercherà di salvare il suo vero amore: Oswald, il cavaliere nero. Questo mondo è diviso in vari regni che amministrano determinati domini: l’aldilà retto dalla regina della morte, la foresta incantata popolata dalle fate, il regno vulcanico retto dal signore infernale, le montagne dei nani e via dicendo.
Il giocatore assumerà il controllo di cinque diversi personaggi vivendone la storia che può intrecciarsi a quella degli altri, culminando in un capitolo finale (valido per tutti) chiamato Armageddon.
Prima di procedere oltre, vediamo quali sono gli eroi di cui ammireremo le gesta.
- Gwendolyn: citata già in precedenza, sarà il nostro primo alter ego. La sua storia sarà incentrata sul suo matrimonio forzato con Oswald, conseguenza della sua disobbedienza ad un ordine del re Odino. Tutte le armi dei cinque eroi sono fatte di Psilite: una particolare gemma del regno dei morti in grado di donare facoltà straordinarie all’utilizzatore. Nel caso di Gwendolyn, la sua psilite si trova sulla punta della lancia regalatale dalla sorella perita in battaglia.
- Cornelius: è il principe del regno di Titania che viene trasformato in una creatura simile ad un coniglio, chiamata Puka. Risvegliatosi nell’oltretomba con un nuovo aspetto, il suo unico scopo è quello di capire come tornare alla normalità e incontrare la sua amata Velvet per sposarla. La sua psilite è nella spada trovata al risveglio dopo la trasformazione bestiale.
- Mercedes: la nuova regina delle fate della foresta. Dovuta succedere al trono dopo la precoce morte della madre, si troverà a scontrarsi con il cugino per riuscire a dominare il regno. La sua psilite si trova nella fidata balestra.
- Oswald: allevato dal cugino di Mercedes in tenera età, per poi essere abbandonato nel regno dei morti, questo cavaliere strinse un patto con la regina della morte per ottenere potere illimitato. La sua storia si intreccerà direttamente con quella di Gwendolyn quando i due inizieranno ad amarsi, trovando così un modo per rompere quella maledizione che lo tormentava. La sua psilite è nella fidata spada che gli fu donata dalla regina della morte, la quale è un catalizzatore diretto per attingere ai poteri oscuri.
- Velvet: figlia illegittima di Odino e innamorata di Cornelius, questa principessa di un regno ormai decaduto cercherà di liberarsi della maledizione che affligge lei e suo fratello, il quale è stato trasformato in un rospo. Possiede due psiliti che porta attaccate ad una catena che utilizza per combattere.
Le storie riprendono moltissimi elementi da vari scenari fantastici, creando un excursus tra le principali correnti di pensiero fiabesche ed epiche. Ogni personaggio, secondario o principale che sia, avrà un ruolo preciso in ognuno di questi racconti, spesso comparendo in molti di essi in vesti di alleato o nemico. La durata dei racconti è piuttosto longeva e ben dettagliata, con ogni protagonista curato nella sua caratterizzazione e linea di pensiero. Infatti l’intera esperienza narrativa risulta molto originale ed accattivante, permettendo al giocatore di immergersi completamente in questo mondo onirico popolato da miti ed eroi.
L’atto conclusivo, accessibile una volta completati tutti i percorsi dei personaggi, sblocca il vero finale del gioco in cui i nostri protagonisti sono chiamati a combattere la battaglia per salvare il regno dalla distruzione. Questa conclusione risulta soddisfacente e fornisce un buon climax conclusivo che rispetta lo standard qualitativo dell’intera esperienza di gioco.
Come è facilmente intuibile da chi conosce già il gioco, non c’è alcuna modifica narrativa rispetto alla versione per PlayStation 2, il che lascia integro il già ottimo racconto presentato tanti anni fa.
Frenesia del combattimento
Il secondo punto forte di Odin Sphere, oltre all’ottima storia, è il suo gameplay. In questa versione, è presente una nuova modalità di gioco molto diversa da quella vista su PlayStation 2 e la nostra analisi verterà proprio su questo nuovo modo di giocare in quanto è prettamente legato al remake. Tuttavia, nel caso i giocatori volessero utilizzare il vecchio sistema di meccaniche, Odin Sphere Leifthrasir vi permette di giocare tutto il gioco in modalità classica, in modo da avere la qualità dell’HD sul concetto originale di gameplay.
Essendo tutti i personaggi guerrieri, il vostro compito principale sarà quello di combattere i nemici che vi si pareranno davanti. Per far ciò, il sistema di combattimento vi mette a disposizione attacchi base e abilità speciali, le quali si attivano in combinazione con i pulsanti direzionali, in modo da creare un’intera scuola basata esclusivamente sulle combo. Più riuscirete a fare attacchi di fila, più infliggerete danni e accumulerete ricompense di fino quadro.
Oltre alle abilità offensive, saranno presenti schivate e parate, le quali sono utili sia per difendersi sia per “cancellare” le animazioni d’attacco superflue in modo da continuare ad impilare colpi su colpi senza dare tregua all’avversario. Questa metodologia di controlli rende le battaglie un costante turbinio di attacchi che spaziano da colpi a terra a combo aree molto lunghe, dando completamente spazio all’abilità del giocatore e alla sua familiarità con le mosse dei personaggi.
Nel mondo di gioco, troverete dei cristalli che vi forniranno nuove e potenti abilità (attive e passive) da poter usare con il tasto cerchio, oppure selezionandole attraverso il menù dedicato. Questa feature incorpora mosse magiche e fisiche, oltre che potenti colpi speciali da utilizzare come arma definitiva. Ognuna di queste mosse potrà essere potenziata utilizzando i fotoni, una risorsa trovabile in gioco, che ha molti usi. Attraverso queste pietre, il gioco garantisce una varietà di mosse eseguibili molto vasta, sopratutto considerando che ogni personaggio ha stile e capacità diversi dagli altri.
Le statistiche del giocatore sono basate sulla vita, la barra dell’energia che viene consumata dall’uso di abilità, e dal parametro PP, il quale viene utilizzato per le mosse più potenti o magiche. Ovviamente possiederete un livello che crescerà sconfiggendo i nemici e consumando cibo. Quest’ultimo può essere ricavato da soli, mangiando frutti o piatti cucinati, oppure pagato ai ristoranti dedicati nell’hub specifica. Quel che è certo, è che la principale fonte di crescita dei livelli saranno proprio le cose da mangiare, il che rende la loro raccolta/preparazione un elemento chiave per lo sviluppo del proprio personaggio.
A tal proposito, Odin Sphere propone al giocatore diversi usi per gli oggetti del suo inventario, che andremo ad analizzare singolarmente:
- Semi e frutti: il giocatore può, in qualsiasi momento del gioco, piantare semi e raccogliere i frutti che ne cresceranno una volta utilizzati i fotoni necessari. Questi frutti garantiscono ingredienti per i piatti più complessi. È possibile piantare più semi alla volta, al fine di ottenere un raccolto migliore. Sostanzialmente però, nelle fasi più avanzate dell’esperienza di gioco, il loro utilizzo si limiterà solamente all’ottenere ingredienti per i piatti più avanzati.
- Cibo: il cibo è la principale fonte di esperienza del gioco. Che sia attraverso i frutti o piatti preparati, quest’ultimo vi accrescerà i livelli, la vita massima e vi permetterà di recuperare i PV persi. Le pietanze possono essere preparate dal cuoco itinerante del gioco, ovviamente fornendogli gli ingredienti necessari. Nel caso invece foste a corto di materiali, è possibile visitare i ristoranti per avere cibo pagando con la moneta di gioco dedicata.
- Alchimia e pozioni: durante le vostre avventure, vi imbatterete in pozioni ed elementi per farle. Questa meccanica vi consente di creare a vostro piacimento gli oggetti consumabili da utilizzare su di voi e sui vostri nemici. Tuttavia questo sistema passa decisamente in secondo piano durante il gioco normale, mentre assume più rilevanza nella difficoltà più elevata, nella quale sarà necessario utilizzare ogni mezzo a disposizione per vincere le battaglie più ardue.
- Equipaggiamento: saranno ovviamene presenti elementi da equipaggiare sul proprio personaggio, che tuttavia saranno solamente accessori che forniscono bonus vari, rendendo l’armamentario concentrato sul dover equipaggiare gli elementi che più si adattano allo stile di gioco che il giocatore utilizza. Gli oggetti che si possono trovare sono vari e presentano anche gradi di potenziamento, tuttavia non avrebbe guastato una profondità maggiore rispetto a quella riservata a questo aspetto, che apparentemente può essere considerato triviale e non necessario.
Passando agli antagonisti, la differenziazione e le loro mosse sono abbastanza soddisfacenti, ma il picco vero e proprio viene raggiunto dalle ottime Boss Battle che riescono a fondere bellezza grafica con meccaniche di gioco azzeccate, risultando impegnative e visivamente eccezionali. A tal proposito, c’è da menzionare l’aggiunta di nuovi mini boss che nella versione originale non erano presenti.
In definitiva, il gameplay di Odin Sphere: Leifthrasir risulta veloce, frenetico e diretto, con molti elementi di contorno che arricchiscono la dimensione di gioco rendendola più profonda di quella che sembra, bilanciando gli elementi d’azione con quelli da tipico RPG. Se combinato con l’ottima grafica, gli effetti ben realizzati, il framerate costante e gli sfondi delle aree magnificamente disegnati, l’intera esperienza risulta molto più che godibile per qualsiasi giocatore. C’è da dire però, che c’è una ripetitività di fondo che fa storcere un po’ il naso, sopratutto per le location e i nemici incontrati tra una storia e l’altra, cose che sarebbero potute essere corrette in questo remake.
Fiabe in alta definizione
La qualità più evidente della remasterizzazione di Odin Sphere è sicuramente il comparto grafico. Gli elementi di gioco sono completamente disegnati a mano e presentano un design artisticamente ineccepibile, che fonde il grottesco al fantastico, con elementi fiabeschi dai toni dolci e vivaci. Questo mix di sensazioni era già ottimale nell’edizione originale, ma per PlayStation 4 abbiamo molte migliorie tra le quali più colore, nitidezza maggiore, un campo visivo estremamente ampio, nuovi disegni con ulteriori dettagli e 60 FPS costanti in qualsiasi situazione. Questo, in aggiunta alla rimodellazione di tutti i menù, risalta l’arte del gioco ancor più di quanto lo facesse nel passato, permettendo al giocatore di vedere muoversi un vero e proprio quadro su schermo.
Anche le animazioni sono state ritoccate, aggiungendo nuovi frame ed aumentandone la diversità, dando maggiore risalto ai dettagli delle cutscene e dei comportamenti dei personaggi. In generale, l’esperienza grafica fornita da Odin Sphere è una delle più uniche e particolareggiate che siano mai state presenti su PlayStation, arrivando ad essere accostata a un vero e proprio affresco.
La colonna sonora è impeccabile, sopratutto considerando che è stata composta dallo stesso compositore di quella di Final Fantasy XII.
I brani, molti dei quali orchestrali, si adattano in pieno allo stile e alle atmosfere del gioco, che molte volte sfocia nella lirica tipica delle rappresentazioni epiche teatrali. Per la nuova edizione, abbiamo un output sonoro migliorato, con qualità maggiore, senza andare ad intaccare troppo la composizione originale. Alcuni brani sono stati riarrangiati ed estesi ulteriormente. In aggiunta, è possibile decidere se usare il doppiaggio inglese o quello giapponese, entrambi di ottima qualità e con voci professionali del settore. Gli effetti sonori sono buoni e si adattano bene alle fasi di combattimento, senza sovrapposizioni o eccessivo rumore proveniente dalle abilità combinate nelle combo.
I controlli risultano più fluidi di quanto lo fossero in passato, anche grazie al nuovo sistema di combattimento adottato per questa versione, oltre che ad avere menù più scorrevoli e meglio organizzati. In tal senso, questo gioco si adatta ad ogni tipo di giocatore, che sia un veterano del genere o un novizio che si approccia per la prima volta al combattimento. Sopratutto, grazie alla semplicità dei tasti, forniscono un’accessibilità alle grandi combo in grado di soddisfare anche i meno abili.
Conclusione e commento dell’autore
Odin Sphere: Leifthrasir è un titolo eccellente che cambia le carte in tavola del vecchio gioco grazie al nuovo gameplay creato per questa versione. Una storia narrativamente originale, gameplay frenetico e ben equilibrato ed uno stile grafico molto particolare lo rendono sicuramente uno dei videogame dal valore indubbio, sopratutto per la forte componente artistica che emana l’intero impianto di gioco.
Attraverso le sue cinque storie e la possibilità di rigiocarlo nella modalità classica, Odin Sphere: Leifthrasir possiede una longevità notevole che è molto adatta ai “completisti” ed a quelli che cercano una sfida attraverso la difficoltà massima. La varietà dei personaggi, e delle loro abilità, oscura sufficientemente la ripetitività dei nemici e delle ambientazioni , permettendo di godersi l’esperienza di gioco senza annoiarsi.
In conclusione, possiamo affermare che Odin Sphere è invecchiato bene, ringiovanendo il giusto per adattarsi alle esigenze del mercato moderno.
Da vecchio giocatore di Odin Sphere, sono rimasto molto contento dalla possibilità di giocarlo sia nella nuova versione che in quella vecchia. È un titolo che mi ha affascinato molto, sopratutto per la storia di Oswald e di Cornelius. Lo consiglio a tutti gli amanti delle composizioni cavalleresche italiane e a chi apprezza il mondo degli artwork e delle concept art.
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