Tutti i nostalgici delle origini della storia di Sony nei videogiochi avranno a disposizione a Natale un nuovo gadget da farsi mettere sotto l’albero. PlayStation Classic, la mini console che segue il filone dei ricordi tracciato da molti altre aziende in questi anni e reso popolare dalla serie Classic Mini di Nintendo. Il 3 dicembre 2018 nei negozi potremo iniziare a ripercorrere il tempo delle mele di Sony, la sua prima uscita pubblica sul palco dei videogiochi, i suoi primi successi commerciali e giocare nuovamente quelli che presto sono diventati titoli cult per chi a metà degli anni novanta aveva il primo DualShock tra le mani.
Tramite un trailer Sony ha annunciato anche i 20 titoli che saranno pre-caricati sulla console. Siamo passati dal fantasticare con la nostra lista dei desideri per PlayStation Classic alla realtà della lineup ufficiale. E come accaduto già in altri casi, la console che sarà disponibile in occidente differirà da quella orientale per alcuni giochi presenti. Poco più della metà dei titoli sarà presente su entrambe le versioni a dimostrazione della forte differenziazione di gusti che già allora caratterizzava l’utenza nipponica e quella euro-americana.
Tralasciando questa differenziazione, il nodo che attanaglia molti è: comprare o non comprare PlayStation Classic? Spendere o non spendere questi 100€? Vale la pena sfamare il nostro io bambino/ragazzo con questa concentrato di emozioni dei tempi passati?
Quello che non si può negare è che si tratta, come per tutte le altre piattaforme prodotte in questi anni simili nel concept, di un prodotto a basso costo di produzione e alto profitto. Ancor più perché è il primo dedicato a una piattaforma Sony e soprattutto ad una che ha venduto oltre 100 milioni di unità nel suo ciclo vitale ed è riuscita a superare la popolarità perfino del colosso Nintendo. Averlo in casa rappresenterebbe una medaglia commemorativa dei successi “videoludici” della propria adolescenza, ma anche un’occasione per compensare le lacune di chi in quegli anni non c’era o era troppo piccolo.
Purtroppo, rispetto ai suoi cugini diretti apparsi in questi anni, PlayStation Classic ha un grosso limite: la grafica. Tutte le console retrogaming di Sega, Nintendo e degli altri hanno una lineup di giochi che con la loro componente tecnica a 8 o 16 bit riesce a ritagliarsi spazio tra gli appassionati della moda ancora viva della pixel art. Di contro il primo 3D e i modelli, eccellenti per l’epoca oggi spigolosi e sporchi, proposti da PlayStation sono indubbiamente invecchiati male e non hanno ancora trovato il momento giusto nel quale diventare di tendenza.
A dirla tutta il ritorno di fiamma per questi titoli si sta ravvivando oggi attraverso versioni remaster e remake. Per di più c’è da considerare che la mente di giovane giocatore di quegli anni ha idealizzato e fantasticato sulle immagini che apparivano a schermo con la prima PlayStation e oggi potrebbe accadere che qualche ricordo s’infranga contro i muri poligonali di quelle immagini ora piene di rughe che impallidiscono con il fotorealismo al quale siamo abituati oggi.
Tuttavia è innegabile che l’anima immaginifica di quella stagione di videogiochi aleggia ancora tra i pixel della lineup di PlayStation Classic e ci sia spazio per recuperare alcune perle che forse qualcuno ha dimenticato o non ha giocato affatto. Il chiaro riferimento è a Final Fantasy VII, del quale stiamo aspettando il remake, ma che intanto potrebbe tornare a far volare la fantasia con la sua versione originale. Parlando di perle non si possono non citare il primo vero Gran Thieft Auto, Syphon Filter (che avevamo nominato nella nostra lista dei desideri) e soprattutto il primo Resident Evil che abbiamo rivisto in tutte le salse, ma fa sempre la sua figura anche a distanza di anni. A questi si aggiungono i picchiaduro, che non tramontano mai, e qualche classico tra shooter, plaform e sportivi.
Qualche scelta dei titoli istallati è comunque opinabile. Battle Arena Toshinden ha tolto forse il posto a Mortal Kombat e al posto di Intelligent Qube avremmo visto molto meglio MediEvil. Inoltre un grande assente, per il rammarico di molti, è Gran Turismo. Come si può lasciare a casa il gioco che ha venduto di più su PlayStation (ben 10,85 milioni di copie) e che ha replicato il successo con il secondo capitolo raggiungendo la terza posizione assoluta di vendite sulla console restando dietro solo a Final Fantasy VII? Io credo che questa rappresenta una piccola lacuna che alcuni potrebbero non apprezzare anche se non rappresenta un vero motivo per il quale disdire la prenotazione.
In fin dei conti come detto in precedenza PlayStation Classic è una medaglia, un segno di riconoscimento della nostra vita da giocatori. Come accaduto per le console Nintendo, un vecchio giocatore difficilmente si lascerà scappare l’opportunità di avere a casa pronta e a disposizione una scatola della memoria. I ricordi e la nostalgia non si possono controllare. Al cuore non si comanda direbbe qualcuno e un po’ come il primo amore questa operazione nostalgia va a pizzicare corde che possono smuovere anche il giocatore più pragmatico. PlayStation Classic Mini potrebbe rivelarsi un regalo di Natale perfetto. Uno di quelli che ti fa gridare di gioia come un bambino sotto l’albero anche se sei hai più di trent’anni.