Dopo aver recensito The Town of Light la scorsa settimana, era forte la voglia di fare due chiacchiere con LKA.it, il team italiano che ha ideato e immesso sul mercato questo fantastico progetto. Oltre a rappresentare l’Italia in un contesto, quello videoludico, ancora così marginale nel nostro paese, è indubbio che il prodotto ha qualità, ha un argomento interessante su cui discutere ed ha tanto l’aria di essere un ottimo trampolino di lancio per questa software house.
Abbiamo quindi avuto la possibilità di parlare un po’ con i ragazzi di LKA.it, capire qualcosina in più su cosa li ha spinti ad ideare The Town of Light e su che significa avere a che fare con lo sviluppo dei videogames nel nostro paese. Gli indie sembrano la giusta strada da intraprendere per mostrarsi e presentarsi ad un pubblico che sta iniziando sempre più ad apprezzare questo tipo di produzioni. Ma bando alla ciance, e passiamo all’intervista esclusiva.
Intervista ad LKA.it
Cosa vi ha convinti a scegliere questo setting e questo background narrativo?
Esiste un interesse personale per l’argomento, ma lo spunto decisivo nasce dalla personale convinzione dell’importanza che riveste mantenere viva la memoria su questo capitolo oscuro della nostra recente storia.
Per evitare di commettere gli stessi errori bisogna innanzitutto non dimenticare mai di averli commessi.
Oggi la psichiatria ha fatto passi da gigante, ma la strada da percorrere non finisce mai e la memoria storica è un componente essenziale nel garantire un continuo progresso.
Per sviluppare la storia e la tematica, avete intervistato o vi siete avvalsi di testimonianze concrete e reali dei fatti accaduti nell’ex-manicomio?
Prima di affrontare un tema così delicato e drammatico, abbiamo fatto un lungo lavoro di documentazione e ricerca (qui potete trovare un elenco dei testi più significativi: http://www.thetownoflight.com/blog/research/).
La storia della protagonista è inventata, ma è costruita in modo verosimile e credibile, grazie alle numerose testimonianze che abbiamo avuto modo di analizzare.
Durante lo sviluppo avete avuto un confronto con esperti del settore, psichiatri e affini?
Si, abbiamo incontrato molte persone del settore, come psicologi, psichiatri, assistenti sociali, ma anche ricercatori di storia contemporanea che ci hanno dato una grande spinta e un grande incoraggiamento.
The Town of Light è il vostro primo gioco. Com’è stato lavorare a questo progetto?
Bellissimo e durissimo allo stesso tempo.
E’ stato un percorso lungo e tutto in salita. un videogame è un progetto estremamente complesso in cui confluiscono un grande numero di differenti professionalità. Un piccolo team come il nostro si trova inevitabilmente sommerso dalle cose da fare, curare, seguire, studiare, creare.
Con il senno del poi, cambiereste qualcosa?
Molte cose naturalmente. Non parlo della storia o del gioco in sé, quanto piuttosto del livello organizzativo, soprattutto per quanto concerne gli aspetti meno strettamente legati alla produzione.
Come casa di sviluppo indie italiana, com’è affrontate il mercato videoludico e come è sviluppare videogames nel nostro paese?
Non ci sono grandi aiuti purtroppo, né agevolazioni fiscali come in altri paese, quindi non è facile. Qualcosa si muove forse, ma occorrerebbero delle iniziative importanti per favorire le piccole imprese del settore.
Secondo il vostro parere, una produzione indie ha o meno qualcosa da invidiare ai titoli AAA?
Ha da invidiare il budget, la visibilità mediatica, le potenzialità tecniche.
Quello che credo debba invece invidiare il mercato AAA agli Indie sono le idee, la libertà espressiva, la capacità di fare anche di questo media un mezzo di espressione culturale ed artistica e non solo ed esclusivamente un baraccone per cercare solo di far soldi.
Quali sono i titoli che voi di LKA.it attendete di più?
A parte qualche rara eccezione solo ed esclusivamente titoli Indie.
Cerchiamo sempre l’innovazione, che sia nelle meccaniche di gameplay, nel modo di raccontare o nel modo di rappresentare. E di innovazione nel mondo AAA non ne vedo più da molto tempo.
Cosa ne pensate della Realtà Virtuale?
Penso che sia una grande cosa, ma penso anche che richiederà del tempo per affermarsi a livello di massa. Ci vuole tempo per permettere di interpretare un nuovo strumento di questa portata e sfruttarlo adeguatamente e ci vuole anche tempo affinché l’hardware non sia un pesante collo di bottiglia nello sviluppo di applicazioni VR.
Avete già piani per il futuro? Resterete sempre sullo stesso genere di gioco?
Ci stiamo muovendo, abbiamo varie opzioni, per ora però non parliamo e continuiamo a seguire e supportare nostro neonato “The Town of Light”, in arrivo ci sono altre lingue, altri contenuti e la versione VR finale ottimizzata.
Ringraziamo apertamente il team di LKA.it per averci concesso l’opportunità di fare qualche domanda e conoscere meglio questa software house italiana. Vi invitiamo ancora una volta a supportare questa produzione. Spingere il mercato italiano videoludico è importante e c’è bisogno di costante supporto. Ancora una volta vi invitiamo a dare un’occhiata alla nostra recensione.