Battlefield Hardline è uno dei capitoli più controversi della serie, forse a causa della sua ambientazione, forse a cause delle sue tematiche, o forse perché Electronic Arts ha trasformato Battlefield in un appuntamento annuale, un po’ come Call Of Duty. Ad occuparsi dello sviluppo di Hardline non è stata la storica DICE ma Visceral Games, che in passato si è occupata de ‘Il Padrino’ e della serie Dead Space.
Vi starete chiedendo: ma le critiche che in molti hanno mosso nei confronti di questo titolo sono giustificate? Alcuni redattori di Gamempire (compreso il sottoscritto) ne “Il Muro di Gamempire #11: Battlefield Hardline è una commercialata?” hanno espresso il loro parere su questo capitolo e sul cambiamento radicale che la serie ha subito. Come potete vedere dalle conclusioni dell’articolo, nessuno era entusiasta del cambio di ‘stile’, ma tutti eravamo d’accordo su una cosa: il gioco è stato realizzato veramente bene. Dopo aver testato con mano la versione finale del gioco, ecco il nostro parere definitivo su Battlefield Hardline.
Chi lo avrebbe mai detto che un gioco come Battlefield avrebbe avuto un singleplayer di spessore?
BATTLEFIELD SI FOCALIZZA SUL SINGLEPLAYER
Facendo un salto nel passato, la campagna singleplayer di BF2 non era altro che una schermaglia contro l’IA. Con Battlefield Bad Company ci fu una piacevole svolta in questo senso, infatti fu data tanta importanza al singleplayer, sopratutto allo stile col quale veniva raccontata la storia. Con BF3 e BF4 gli sviluppatori hanno cercato di replicare, ma in entrambi i casi ci siamo ritrovati davanti ad una trama mediocre ed un modo di raccontarla ancora peggiore.
Essenzialmente la trama di Battlefield Hardline è un telefilm, un poliziesco pieno di inseguimenti, arresti e sparatorie, dove vengono messi in risalto problemi come: la corruzione della polizia, l’abuso di potere, la guerra alla droga negli USA e lo stile di vita degli abitanti nei distretti malfamati di Los Angeles. Una piccola curiosità, in più di qualche scena è possibile scorgere una certa somiglianza col telefilm Southland. La trama ruota attorno alle vicende del detective Nicholas ‘Nick’ Mendoza, un giovane poliziotto apparentemente incorruttibile, che durante un’operazione di routine scopre che in sud America si sta svolgendo una grande guerra tra criminali per il controllo del traffico di droga. Il tutto, come già detto viene raccontato come un telefilm, ogni episodio ha un’ambientazione propria ed una discreta durata, anzi proprio su questo aspetto non c’è niente da ridire, ogni episodio dura il giusto e si lascia giocare con estremo divertimento.
A proposito del modo di raccontare la trama, al contrario di gran parte degli FPS, non vivrete tutta la storia dagli occhi del protagonista, ma vi saranno anche alcune scene cinematografiche in terza persona: il nostro protagonista ha un volto, una voce ed è anche piuttosto carismatico.
UN GAMEPLAY SINGLEPLAYER INNOVATIVO
Lo avevamo intuito prima di provare il gioco e lo confermiamo ora: il vero punto forte di Battlefield Hardline è il singleplayer, il che suona strano per un ‘Battlefield’, ma non si può non elogiare Visceral Games per lo straordinario lavoro fatto sul singleplayer.
Nelle prime fasi di gameplay viene letteralmente da penare: “Oh no ci risiamo… L’ennesimo FPS tutto scriptato e guidato”, ma pochi minuti dopo avrete modo di ricredervi, il gioco ha uno straordinario level design che ci mette davanti a situazioni sempre divertenti e variegate. Potremo sempre scegliere se usare un approccio stealth, ricevendo maggiori ricompense e sopratutto maggiore gratificazione, oppure un approccio action che se non ben studiato, gran parte delle volte vi porterà alla morte, sopratutto a livello di difficoltà massimo (quello consigliato dagli sviluppatori per tutti coloro che hanno già esperienza con gli FPS).
Sull’approccio action non abbiamo molto da dire, la coperture distruttibili e le manovre di attacco dell’IA metteranno a dura prova anche il più esperto di FPS, tuttavia rimane l’approccio più semplice.
Il vero punto forte del gioco sono le fasi stealth, ogni mini-ambientazione ci metterà di fronte a scenari sempre nuovi. Inizialmente tutti i criminali saranno in perlustrazione, e grazie alla mini mappa, possiamo vedere i loro spostamenti ed il loro campo visivo, sotto questo aspetto ricorda molto il primo Metal Gear Solid. In questa fase abbiamo tanta libertà, possiamo scegliere se aggirarli, attirarli provocando dei rumori, arrestarli intimando il “mani in alto”, abbatterli, o semplicemente ucciderli silenziosamente con un colpo alla testa. Se verrete scoperti, inizierà la fase di allerta, e inizieranno a volare proiettili da ogni parte. Il protagonista sarà aiutato dal suo partner che nelle fasi stealth ci seguirà senza farsi scoprire, mentre nelle fasi action ci fornirà utile supporto.
Ci sono tante attività secondarie, le quali come al solito non sono il massimo del divertimento da completare. Tra queste figurano la raccolta delle prove attraverso lo scanner che altro non è che un binocolo che mette in evidenza i nemici col colore rosso e le prove evidenziandole di verde. L’altra attività secondaria è quella di identificare sospetti ricercati, questi se arrestati sbloccheranno un’arma bonus.
UN MULTIPLAYER ONLINE TECNICAMENTE MIGLIORE, MA…
Battlefield è multiplayer, anche Battlefield Hardline ha un buon comparto multiplayer, ma è molto diverso dai precedenti capitoli, questo è un bene o un male?
Prima di tutto facciamo un plauso a Visceral Games per lo straordinario lavoro sull’aspetto tecnico, anche se ci sono stati problemi su Xbox One al lancio (che ricordiamo, non sono frutto di uno sviluppo mediocre, ma di un attacco esterno), il gioco è fluido ed esente da bug gravi. Una delle caratteristiche che abbiamo apprezzato maggiormente è l’ottimo netcode: ogni colpo sparato dalla vostra arma raggiungerà il bersaglio. Inoltre i movimenti del vostro personaggio saranno più fluidi garantendo un gameplay leggermente più frenetico del precedente capitolo (senza però sfociare nella natura arcade del diretto rivale Call Of Duty).
Sul punto di vista dei contenuti c’è veramente da sbizzarrirsi, 9 mappe dall’ottimo level design, veramente ben progettate e divertenti da giocare, niente a che vedere con buona parte delle mappe di Battlefield 4. Tra le 8 modalità a disposizione, ne figurano 5 del tutto nuove per la serie, che tra l’altro sono le modalità che più si addicono a questo spin-off.
Al contrario del precedente capitolo, le armi a disposizione sono poche, ma veramente ben bilanciate.Infatti con BF4 si era creato un “appiattimento delle classi”, ogni partita sfociava in uno scontro privo di qualsiasi approccio tattico. I mezzi inoltre che non davano quel vantaggio che dovrebbero garantire. Insomma dopo il capitolo più sbilanciato di sempre, EA è corsa ai ripari.
Visceral Games ha sistemato veramente ogni nota stonata di Battlefield 4 sotto il punto di vista del bilanciamento, anche l’interfaccia è migliorata, le informazioni a schermo sono di più e meglio visualizzate. Altre piccole chicche rendono l’esperienza di gioco ancora migliore.
Nei precedenti capitoli, quando si viaggiava comodamente in un elicottero, spesso accadeva che quel mattacchione del pilota decidesse di paracadutarsi lasciando precipitare un elicottero pieno zeppo di alleati, questo problema è stato risolto grazie ad un semplice avvertimento vocale ogni qualvolta che il pilota abbandona il veicolo.
Ripensando a Battlefield: Bad Company 2 Vietnam, viene alla mente lo stupendo senso di immedesimazione garantito dallo straordinario comparto sonoro. Visceral Games lo ha capito, ed ha giocato alla grande su questo aspetto, quando l’elicottero della polizia volerà sulle teste dei criminali, sarà possibile udire una voce registrata che intima ai criminali di arrendersi. Piccolezze, ma quelle piccolezze che ci aiutano a capire quanta cura nei dettagli ci sia in questo capitolo che forse, arrivati a questo punto stiamo scoprendo che non è poi così male.
Forse merito di un netcode veramente ben fatto, anche la guida dei mezzi ha subito un notevole miglioramento. Per fare un banale esempio, in Battlefield 4 guidando una jeep, si aveva quella sensazione di leggerezza che stonava non poco, inoltre andando a sbattere contro ostacoli o altri mezzi accadeva l’impensabile. In Hardline, complice il fatto che c’è un’intera modalità basata sulla guida ad alta velocità, l’handling delle vetture è molto più realistico garantendo quel senso di pesantezza e delle collisioni più consone ad un gioco del 2015.
REALIZZAZIONE TECNICA: GRAFICA E SONORO DATATI?
Dal punto di vista sonoro e grafico non c’è molto da dire. Sul comparto sonoro ci sono tanti miglioramenti, primo su tutti quello del doppiaggio Italiano che è stato realizzato con estrema cura e dettaglio. Anche le voci del multiplayer sono meglio realizzate e sopratutto più variegate del capitolo precedente. A concludere la nostra carrellata sul comparto sonoro spicca la qualità dei suoni prodotti dalle armi e dei motori che sono riprodotti in maniera totalmente realistica.
Il motore di gioco è il Frostbite 3, lo stesso di Battlefield 4, ma con qualche miglioramento qua e la, non tanto sul lato grafico, ma sulla fisica. La somiglianza si nota e purtroppo da al titolo quell’aria di “già visto”, il che ci porta al prossimo capitolo della nostra recensione: si tratta di un videogioco creato solo per fare cassa?
Il gioco è disponibile anche su console old-gen e potrebbe essere proprio questa la causa del suo essere nato vecchio e con poche innovazioni tecniche.
UN CAPITOLO CREATO SOLO PER FARE CASSA, UNA ”COMMERCIALATA”?
Se dovessimo fermarci al fatto che il gioco è spuntato fuori solo un anno dopo Battlefield 4 e che ci sarà un nuovo abbonamento premium (del costo di 49,99€), allora la nostra risposta sarebbe: sì! E confermeremmo quanto detto nell’articolo dedicato alla beta di Battlefield Hardline, ovvero che poteva essere proposto come DLC di Battlefield 4 piuttosto che come gioco stand-alone. Ma non è così, si tratta di uno spin-off ottimamente realizzato, molto meglio del precedente capitolo e soprattutto con un comparto singleplayer che da solo potrebbe valere il prezzo.
Tuttavia rimane la convizione che il cambio di ambientazione, di tematiche e del gameplay (leggermente più frenetico e che esclude tutte quelle caratteristiche della guerra vera e propria come carri armati, aerei, ecc), potrebbero far storcere il naso ai fan della serie. Il riferimento è a coloro che ritengono Bad Company 2 l’ultimo vero Battlefield. A costoro sconsigliamo l’acquisto di Hardline a prezzo pieno, ma rimarranno sicuramente sorpresi da quanto Hardline sia più curato di BF4 e BF3 sotto l’aspetto tecnico.
L’abbonamento Premium invece è la cosa che farà storcere il naso a TUTTI, anche a coloro che fanno colazione coi biscotti targati Electronic Arts. Il motivo è molto semplice: se acquistato al Day One arriviamo a pagare Battlefield Hardline oltre 100€. L’argomento dei DLC lo abbiamo già affrontato su Gamempire, se siano giusti o sbagliati, decidetelo voi. Il nostro parere personale è che Hardline, essendo arrivato sul mercato un anno dopo BF4, e vista la sua natura da “spin-off”, doveva arrivare sul mercato in punta di piedi: con più umiltà.
Invece EA ha fatto tutto il contrario, ed è questo l’unico vero motivo per cui non compreremmo BF Hardline a prezzo pieno, ed è lo stesso motivo del “titolo provocatorio” dell’articolo sulla seconda beta di Battlefield Hardline (Battlefield Hardline poteva essere un DLC di Battlefield 4).
Tuttavia il suo comparto singleplayer eccellente, un multiplayer ‘diverso’ ma ben bilanciato, ed un ottimo comparto tecnico, potrebbero valere l’acquisto a patto che, come detto nell’ultimo capitolo di questa recensione, siate disposti a sopportare il fardello dell’abbonamento premium.
Insomma poteva essere una nuova IP piuttosto che un Battlefield visto che gran parte delle caratteristiche che ha reso grande la serie sono in realtà assenti.