Spada batte lancia che batte cavallo che batte spada. Ha poca importanza se vi state godendo i primi Age of Empires o siete alle prese con l’ultimo Starcraft. Ogni RTS è soggetto alle stesse regole base della tattica militare. Prima tra tutte: ogni unità dispone dei suoi punti di forza e di debolezza e per vincere occorre trovare la giusta composizione all’interno del proprio esercito. Che poi le vostre unità si chiamino armigeri, zerg o arcidragonimisticisparafiammeviolacee, il risultato non cambia.
In virtù di ciò i ragazzi di Mokus Games hanno deciso di andare contro corrente. Laddove gli RTS attuali tendono ad arricchirsi di contenuti (risorse, catena degli edifici e delle unità, lore e via dicendo…) per camuffare le similitudini di base nel gameplay rispetto agli altri titoli del genere, BOID torna all’origine e si presenta mostrando il gameplay che sta dietro ogni RTS nella sua forma più semplice.
Bio Organic Infestation Drone
In un futuro non troppo lontano gli umani hanno dato vita alla colonizzazione dello spazio. L’ingrato compito di fare avanscoperta e preparare il terreno all’approdo degli umani è affidato ai Boid. Queste creature sono droni bio organici molto simili a crostacei, molluschi e ad altri invertebrati marini sia nell’aspetto, sia nelle loro limitate possibilità d’azione. Tutto procede per il meglio, fino a quando, nel pianeta Kepler 42-C, alcuni Boid vengono attaccati da altri Boid. Il nostro compito di giovani scienziati sarà dunque investigare sui misteriosi aggressori e far sì che i nostri esserini trionfino nella battaglia per il dominio sulla biosfera del pianeta.
Se dunque sperate di comandare eroi spaziali dalle armature sgargianti o terrificanti alieni, Boid vi lascerà delusi. Le vostre gloriose truppe infatti non saranno altro che creaturine stilizzate dai colori sgargianti in grado soltanto di muoversi e attaccare. Una scelta, quella di usare forme di vita tanto basilari, che esalta il gameplay rendendo molto più credibile nel suo voler essere un RTS ai minimi termini. In questo contesto la trama è semplice, ma funzionale al gioco, e gli amanti della fantascienza vecchio stile di sicuro l’apprezzeranno particolarmente.
All’interno del gioco avremo a disposizione diversi punti, suddivisi in due categorie. La prima, quella di respawn, è adibita alla produzione costante di nuove leve, mediocri in tutto, ma subito disponibili. La seconda è invece specializzata nello trasformare le reclute in una delle sette classi di unità presenti nel gioco. Ciascuna di esse rappresenta quanto di più classico possiamo trovare in un RTS. Avremo ad esempio i gamberi, velocissimi, ma poco adatti al corpo a corpo, o i granchi, tank lenti, ma devastanti nel combattimento ravvicinato. Per vincere occorre conquistare tutti i punti di respawn presenti nella mappa: una caratteristica che strizza l’occhio ai Tower Defense.
Al mio segnale, scatenate l’inferno.
Qui termina la formula di gioco di Boid. Niente risorse, niente tecnologie da ricercare, neanche l’ombra di un potenziamento per le proprie truppe (specializzazione per i nuovi arrivati a parte). Alcune mappe danno la possibilità di lanciare attacchi “speciali”, ma sono un elemento del tutto secondario nel gioco presente solo in mappe particolari. Si è soli con i propri esserini contro quelli del proprio avversario. I combattimenti difatti sono esclusivamente 1 vs 1, togliendo dunque ogni margine a qualsiasi tipo di diplomazia nel titolo.
Con premesse simili non sorprende che per imparare a giocare siano più che sufficienti i pochi minuti del tutorial. Ma se imparare le dinamiche di Boid è questione di pochi minuti, padroneggiarle a dovere richiede molta pazienza parecchia abilità. Il ritmo di gioco infatti è decisamente più sostenuto rispetto alla media degli altri RTS. I punti di controllo possono essere perduti nel giro di pochi secondi non appena sprovvisti di difese e la produzione continua senza poterla fermare e senza poterne controllare la velocità. La micro gestione delle proprie truppe è dunque fondamentale e per quanto possa essere arduo seguire tutto quanto nelle fasi più concitate di gioco, l’interfaccia a nostra disposizione ci viene parecchio in aiuto, consentendoci di richiamare all’istante le nostre forze per tipo di unità, area e via dicendo.
In quanto RTS nudo e crudo, è fondamentale conoscere bene la mappa e saper dosare la composizione del proprio esercito. In Boid tuttavia gioca un ruolo cruciale un ulteriore fattore: il tempismo. Colpire al momento giusto è molto più importante che cercare di accumulare forze sopra forza come nella più tipica tradizione degli RTS. Per esempio, con un numero risicato di truppe ben coordinate è possibile prendere il possesso in simultanea di tutti i respawn point avversari e vincere la partita.
Free to compete
La campagna single player di Boid in ogni caso è un ottimo modo per poter prendere confidenza con strategie e piani di battaglia prima di gettarsi nel ricco comparto multi player, vera anima del gioco. A questo punto occorre parlare della peculiare struttura offerta dal titolo. La campagna in Single Player infatti ha un costo di circa dieci euro. D’altra parte, il multi player online è completamente gratuito. Non si tratta della prima volta a cui assistiamo a questa formula: Magicka ne ha fatto uso. Tuttavia, sorprende il coraggio quasi sconsiderato da parte dei Mokus Games. La campagna in singolo infatti dura circa una decina di ore, e seppure sia di buona fattura a livello di trama e sfida offerta, dieci euro potrebbero sembrare un prezzo poco allettante se confrontato alla possibilità di giocare online senza sborsare un centesimo.
Un’altra feature completamente gratuita offerta dagli sviluppatori è la possibilità di creare i propri livelli e condividerli sul workshop Steam. La possibilità di giocare i livelli propri o degli altri giocatori aumenta parecchio una longevità già alta. Come ogni titolo tipicamente multy player però, la durata del titolo per un giocatore dipende dalla sua volontà di competere nelle sfide online. Se ci si vuole mettere alla prova con le sfide classificate e cercare di farsi un nome all’interno della comunità di gioco, Boid può durare potenzialmente anni. La formula di gioco tuttavia fa sì che ogni partita faccia letteralmente storia a sé, rendendolo molto rigiocabile anche per chi intende “andarci piano”.
Little shrimp planet
Come è stato già fatto notare sopra, scegliere forme di vita semplici per un RTS a sua volta semplice è un piccolo colpo di genio da parte degli sviluppatori. Non è però la sola coerenza a rendere Boid un’esperienza molto gradevole da giocare. Il comparto grafico, di buona qualità, ci mostra uno stile assai ispirato. Ambientato nelle profondità acquatiche di Kepler 42-C, Boid è un gioco fluido, con movimenti quasi ipnotici. I movimenti in acqua dei droidi sono resi molto bene nella loro fisicità subacquea e il modo in cui ingaggiano il combattimento è molto simile a quello dei veri abitanti dei nostri mari. La scelta di rendere i punti d’interesse sferici inoltre rende il tutto ancora più armonioso e così vediamo le nostre creaturine roteare all’interno delle loro sfere come parti di una cellula o danzare intorno alle sfere avversarie come un satellite in orbita.
Se il gioco è un piacere da guardare, non lo è da meno ascoltarlo. La colonna sonora, dai ritmi elettronici tipici dello sci-fi, è godibile, ma ancillare alla vera protagonista del comparto audio: gli effetti sonori. Il rumore delle bolle d’acqua e i versetti dei droni rendono Kepler un’ecosistema vivace senza però risultare fastidiosi alle orecchie. Nel complesso, ci si accorgerà presto di esseri affezionati a quei piccoli droni biologici con una simbiosi che non può che rievocare i Pikmin.
L’innovazione della tradizione
Boid non rivoluzionerà certamente il genere, anzi, è stato concepito proprio con l’intento opposto. Eppure è proprio grazie a questo ritorno alle origini che il titolo si è dimostrato uno dei più visionari titoli indie dell’anno, nonché forse uno dei migliori. Nel distillare la formula più pura alla base di un RTS, gli sviluppatori hanno creato un titolo dall’identità ben delineata, con una solida formula di gameplay e con diversi sprazzi di genialità a livello stilistico.
Certamente la natura sperimentale del titolo fa sì che alcune cose possano essere riviste e migliorate. Poter combattere esclusivamente 1 vs 1 è un vero peccato viste le potenzialità offerte dal titolo. Inoltre, l’impossibilità di mutare la velocità di gioco o parametri quali la resistenza delle basi fa sì che inesorabilmente s’imponga tra i giocatori uno stile di gioco rapido e aggressivo, riducendo dunque gli spazi per poter mettere a punto strategie proprie.
Si trattano tuttavia di appunti che non vanno a intaccare un prodotto da provare assolutamente, soprattutto vista la possibilità di poterci giocare gratuitamente. Boid è il titolo perfetto per far avvicinare un novellino agli RTS. La sua abilità nell’insegnare le basi del genere in breve tempo unita alle sue capacità di creare altrettanto velocemente assuefazione lo rendono un ambasciatore perfetto per l’intero genere.
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