Per essere al passo con i tempi, e quindi accontentare tutti, il gioco presenta una “lore” dei personaggi ben approfondita e dettagliata. Non vogliamo liquidare il lavoro svolto da Angry Mob Games per dare profondità al gioco in poche e semplici righe ma fin dai primi minuti si intuisce fin da subito dove è situato il cuore del gioco: Il gameplay.
I personaggi a disposizione sono otto di partenza per un totale di diciotto una volta sbloccati tutti i combattenti. Questi risultano quasi tutti piuttosto originali, per la maggiore si tratta di creature animalesche umanoidi come rane muscolose a quattro braccia o lupi sciamani col pallino per i bonghi. Tutto fortemente estremizzato e caricaturizzato.
Come da prassi ogni personaggio ha differenti caratteristiche fisiche e mosse speciali personalizzate. Apertamente parlando ci saremo aspettati qualche elemento distintivo in più invece si cade nel consueto combattente agile e veloce o quello lento ma forte. Potremo scoprire meglio ogni personaggio entrando nella sezione “brawlers” del gioco dove è possibile leggerne le biografie.
Gameplay nudo e crudo
In Brawlout, da picchiaduro che si rispetti, la parola d’ordine è riflessi e concatenazione di mosse. A differenza dei classici del genere vince chi riesce a mandare fuori dalla pedana l’avversario.
Non c’è una barra della vita, ma una percentuale che per ogni combattente cresce all’aumentare dei colpi subiti. Più è alta più si viene lanciati lontano dalle mosse dei nemici, e quindi si rischia di cadere. Il sistema di “rage” è indicato da una barra dei colpi che vanno a segno, più si riempie più forte diventa il personaggio. Avremo così a disposizione attacchi speciali e tecniche per sfuggire alle combo avversarie, una sorta di combo braker che ricorda da lontano il già citato Killer Instinct, difesa essenziale per non finire fuori dal ring in breve tempo. Le “vite” a disposizione saranno tre, indicate con delle tacche bianche; una volta terminate sarà Game Over.
Potremo salire e scendere da delle pedane sospese eseguendo efficaci attacchi aerei il tutto in maniera fluida e ritmata. Presa un po’ di dimestichezza ci troveremo a rimbalzare da una parte all’altra dello schermo nel tentativo di sbattere fuori dalla pedana il nostro opponente o evitare di esserlo. Come in altri esponenti del genere quando colpiremo l’avversario avremo la possibilità di mettere a segno una serie di combo.
Il gameplay è solido e divertente anche se a tratti si avverte una ripetitività di base, elemento che di fatto affligge fin dai tempi che furono il genere. Brawlout propone una serie di obbiettivi in game che portano determinate ricompense in oro e cristalli. Entrambi potranno essere utilizzati per comprare nuovi elementi nello store, personaggi e item o provare la fortuna con i “brawels pinata”. Brawlout propone diverse modalità tra cui l’online ed il multiplayer locale fino a quattro giocatori. Avremo anche la partita veloce ed il single player. Quest’ultimo offre il consueto tutorial e pratica anche se la modalità più interessante, per chi non ama l’online, è quella arcade. Quest’ultima è la tipica modalità torre con tre livelli di difficoltà con l’ultimo che propone quattro combattenti sul ring (di cui tre gestiti dalla CPU). Terminata ogni torre riceveremo il premio in oro e cristalli riportati prima di iniziare la sessione.
Mappe ed Engine
A livello tecnico il gioco è accettabile con colori accesi e vivaci, ma denota una paletta di tonalità un po’ limitata. Le mappe disponibili sono dodici tutte in tema naturalistico, foreste lussureggianti, laghi antartici. Durante le prime sessioni avremo solo tre mappe a disposizione con le restanti nove che si sbloccheranno man mano.
Gli scenari sullo sfondo variano come le pedane sospese e la stabilità del terreno ma, tra i vari stage, non avremo molti cambiamenti sul tema. In generale si denota fin troppo la staticità di una coreografia non proprio sfruttata a dovere con poca se non inesistente interazione.
Nell’insieme la grafica a cartone animato risulta coerente con il tipo di gioco proposto, mentre i caricamenti per il Nintendo Switch sono risultati più lunghi del previsto considerando la leggerezza dell’engine.
La IA è ben implementata ma decisamente tosta da battere fin dai primi scontri. Questo mantiene intatto lo spirito del gioco anche se ci saremo aspettati un approccio più morbido soprattutto per chi è alle prime armi. Le musiche e campionature non sono ricercatissime ma in linea con il tipo di gameplay proposto.
Chiudono alcuni suggerimenti per quanto concerne le partite su Nintendo Switch.
Prima cosa abbiamo disabilitato la vibrazione, questa risulta decisamente fastidiosa non che rumorosa quando si gioca in modalità portatile.
Giocare a monitor con un pad aiuta molto ad avere più reattività con i comandi, se volete giocare online ed evitare di lasciare un possibile vantaggio all’avversario meglio optare per questa configurazione.
Brawlout richiede tempo per imparare come sfruttare al meglio le abilità dei singoli personaggi e come sfruttare al meglio gli stage di gioco. L’ultimo consiglio è quindi quello di seguire bene il tutorial e fare un po’ di pratica prima di buttarsi nel gioco competitivo, ovvero l’online.