Molti dei vecchi videogiocatori, sopratutto quelli che bazzicavano sui siti contenenti flash games,  si ricorderanno di alcuni giochi che avevano il nome di Crimson Room o Viridian Room, creati da Toshimitsu Takagi. Per chi invece non ne avesse mai sentito parlare, vediamo di fare chiarezza. Questi titoli appartengono al genere escape room dove il giocatore si trova chiuso in una singola stanza e deve cercare di uscirne attraverso l’utilizzo di oggetti e la risoluzione di enigmi. Questa branca di videogames è stata creata proprio da Takagi con le sue stanze colorate. Noi di Gamempire.it siamo riusciti a fuggire dalla prigione di Crimson Room: Decade e siamo venuti qui per raccontarvi cosa abbiamo vissuto all’interno di quelle quattro mura.

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Una crociera tinta di rosso

Crimson Room Decade è un remake/reboot del primo gioco uscito. Tuttavia, nonostante presenti alcuni elementi che ricordino il vecchio gioco, quest’ultimo capitolo presenta nuovi oggetti, interazioni e passaggi.

La storia narrata all’inizio della nostra partita è frutto di un misto tra il fittizio ed il reale. Durante il periodo delle sollevazioni sovietiche, alcuni capi politici volevano convertire il pensiero della gente a favore della propaganda comunista. A tale scopo, venne creato un piano per “tingere di rosso” le menti dei più grandi intellettuali europei.

Per far questo, alcune delle menti più famose dell’epoca vennero trattenute e torturate psicologicamente in piccole stanze rosse da cui era impossibile uscire. Il giocatore vestirà i panni di Jean-Jacque Gordot, un ispettore di polizia che si reca nel relitto della Crimson al fine di investigare una di queste stanze vermiglie nella quale fu tenuto prigioniero un suo antenato. Al suo interno scoprirà diversi segreti e le memorie del suo familiare, che presumibilmente era proprio il protagonista del primo Crimson Room di 10 anni fa.

L’ambientazione di gioco è molto pittoresca e il collegamento con la realtà la rende più intrigante di quanto possa apparire. Ovviamente si tratta di una storia inventata, ma del resto abbiamo molti casi di esperimenti psicologici effettuati dai più grandi esponenti delle guerre mondiali, sopratutto da parte dei nazisti. Nonostante questo però, oltre ai diari presenti nel gioco, non abbiamo molte informazioni sul protagonista o sul suo mondo. Il gioco infatti si concentrerà prevalentemente solo sul riuscire ad uscire dalla stanza.

La stanza cremisi

Il gameplay si baserà tutto sul dover evadere dalla cabina in cui ci troveremo. Il nostro personaggio potrà usare oggetti e muoversi liberamente per quel poco terreno disponibile, oltre che accovacciarsi ed interagire con l’ambiente circostante. L’obiettivo è ovviamente, quello di scoprire i segreti della stanza e andarsene tutto intero, cercando di risolvere alcuni puzzle e trovando degli strumenti utili.

Non sono presenti né tutorial, né istruzioni, né consigli, rendendo quindi questo gioco piuttosto difficile, oltre che richiedente una buonissima dose di abilità d’osservazione. Molte delle risoluzioni non saranno evidenti e necessiteranno di una dose di fortuna abbastanza elevata, sopratutto per il giocatore medio. Oltre alla difficoltà base, alcuni oggetti o problemi dovranno essere risolti (o trovati) in una maniera non del tutto logica, il che può portare a lunghe sessioni in cui il giocatore si ritroverà a premere il pulsante sinistro per tutto l’ambiente di gioco, sperando di trovare l’oggetto giusto. L’intento del gioco, in questo senso, è piuttosto azzeccato: farci sentire impotenti nella situazione in cui siamo, rinchiusi in una stanza rossa con un mucchio di oggetti dalle dubbie funzionalità.

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Questo aspetto però condurrà alla frustrazione in alcuni momenti del gioco, sopratutto quando alcune cose saranno davvero quasi impossibili da notare o da completare. L’esempio più evidente riguarda il collegamento tra la finestra ed il calendario, dove la meccanica che risolve quel problema specifico si limiterà a qualcosa che il giocatore può azzeccare solamente per pura fortuna, oppure leggendosi una guida online. Sicuramente vi aspetta un gioco molto longevo se lo affronterete da soli, il vostro intelletto sarà messo a dura prova e la vostra sopravvivenza mentale dipenderà solamente dalla vostra perseveranza di fronte a delle questioni dalla risoluzione apparentemente impossibile. L’approccio migliore è quello di non arrendersi e di cercare di vedere le cose da un’altra prospettiva, sopratutto per quanto riguarda gli oggetti.

La conclusione del gioco è abbastanza soddisfacente, facendo intuire che potrebbero esserci altre stanze particolari che in futuro potremo visitare. In linea di massima il gameplay è solido, ma con alcuni picchi di difficoltà piuttosto alti che potrebbero scoraggiare i giocatori meno attenti, portandoli ad osservare il nulla per diverse ore.

Nuova tinta per le pareti

Per il comparto tecnico, abbiamo la presenza del motore Unity, ormai consolidato come ottimo tool per i piccoli sviluppatori. La grafica di gioco è discreta e molto semplice, del resto parliamo solo di una stanza. Gli effetti di luce però sono decisamente scarsi, il che è deleterio visto che alcuni di essi servono per risolvere determinati enigmi. Per il resto, abbiamo davanti un prodotto che graficamente si trova ad un livello molto base, anche alla qualità massima del rendering disponibile.

Le musiche in gioco sono quasi del tutto assenti, se non un piccolo staccato che suona ogni volta che si scopre qualcosa, dando quel tocco di inquietudine all’esperienza complessiva. Tuttavia, la sua ripetizione sconsiderata lo rende del tutto inutile dopo la prima ora di gioco. Il comparto sonoro in generale è al pari livello di quello grafico, quindi molto basico.

I comandi invece sono un po’ troppo legnosi, quasi da risultare un ostacolo aggiuntivo nell’esperienza di gioco. Sopratutto per quanto riguarda l’interazione con gli oggetti, molte volte infatti potrete mancare il bersaglio del puntatore per via dell’imprecisione della sensibilità, sopratutto se state usando un mouse che permette la personalizzazione del DPI.

Conclusione e commento dell’autore

Crimson Room: Decade è un gioco adatto agli amanti del genere creato dalla saga da cui prende il nome. Sarà un ritorno al passato per gli affezionati, mentre potrebbe risultare un’esperienza tediosa al videogiocatore moderno. Si tratta di un gioco dalle tinte psicologiche che richiede un approccio concentrato ed impegnato, astraendosi dunque dalla canonica esperienza videoludica per passare ad una sorta di test. Il titolo è piuttosto semplice nella sua composizione e può rubare ore di gioco in base alla vostra abilità. Con le tecnologie moderne, questo è un miglioramento di poco conto rispetto alla versione flash.  Tuttavia si tratta di un titolo che vale la pena provare se non ci si è mai approcciati al genere e si apprezzano le sfide d’intelletto.

Personalmente apprezzo questi giochi, ma ho trovato alcuni passaggi eccessivamente fantasiosi, mirati forse ad allungare il gioco traendo in inganno il giocatore.Spero che nei capitoli successivi, ci sia un po’ più di spessore e di dettaglio.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve