Sono passati tanti anni dall’ultima volta che un mostro ingoia-umani, Blob, portasse terrore e scompenso nelle nostre vite. Il tempo, evidentemente, ha portato alla redenzione di certe creature che oggi, con lo stesso nome, si mostrano con un abito diverso ed in un contesto completamente rivisitato. Se ad un essere gommoso gli diamo vita e ci aggiungiamo un po’ di carisma e tanto colore, quello che ne viene fuori è un simpatico e carismatico “Blob”.
Un seguito a colori
Non c’è molto da aspettarsi nel secondo capitolo di Blob. A parte un mondo infestato dal grigiore, un nemico di vecchia data al quale non vediamo l’ora di dare una bella strigliata e tanti piccoli esseri come noi da salvare dall’incantesimo del monocolore dal quale sono stati colpiti.
Il gioco si basa principalmente sul carisma del personaggio, sempre pronto a mettersi in mostra come un vero super eroe, e sul colorare a più non posso gli edifici, le mura e tutto ciò che ci capita a tiro nelle varie ambientazioni alle quali prendiamo parte.
La scalata al potere del Compagno Nero, il nostro acerrimo nemico, ed il suo piano malvagio hanno preso il sopravvento sull’isola oggetto della nostra avventura ed il suo unico pensiero è portare terrore e sottomissione tra gli abitanti della città. La sua arma non è quella comune vista nei peggiori scenari di guerra, ma quella di un mondo senza colore, scandito da toni grigi e uniformi di un futuro senza vita.
A noi l’ardua sentenza di ristabilire l’ordine a suon di colori…e di qualche pestaggio. Nel senso buono del termine, è chiaro. Infatti, l’unico metodo grazie al quale saremo in grado di sconfiggere i vari nemici che si presteranno dinnanzi al nostro cammino è quello di saltargli addosso, schiacciandoli letteralmente.
In questo modo non uccideremo per davvero i nostri rivali, bensì li tingeremo del colore che rivestirà la nostra pelle, liberandoli dalla schiavitù del grigio. Meccanica molto simile a quella vista in altri titoli più blasonati dove il nemico, di fondo, è solo un nostro amico imprigionato da un corpo estraneo.
Per svago, ma occhio alla noia
De Blob 2 si comporta principalmente da passatempo più che da vero gioco a se stante, mostrando agli occhi del giocatore un puzzle game semplicistico la cui difficoltà riversa sostanzialmente nel tempo a disposizione per portare a termine lo scenario.
Di fronte agli obiettivi da seguire ed a delle scelte “artistiche” alle quali dare conto, il gioco lascia una libera interpretazione del mondo a colori che vorremmo vedere, permettendo al simpatico protagonista di colorarsi, e colorare, a nostro piacimento.
Inoltre saranno presenti missioni secondarie grazie alle quali guadagnare punti per potenziate il nostro amico gommoso, ma nulla senza le quali non è possibile proseguire nella nostra avventura.
Un pubblico giovane e per nulla pretenzioso troverà sicuramente divertente colorare tutto quello che lo circonda, senza dare troppo peso alle meccaniche solide in fase di combattimento e alla visuale non troppo libera come dovrebbe essere. La parte più incantevole resta l’associazione musicale ad ogni oggetto colorato, creando vere e proprie basi musicali a seconda della nostra velocità e bravura nel dipingere.
Ammirevole la sottile linea che lascia intendere una certa educazione nella scelta dei colori, poiché alcuni di essi si otterranno soltanto mischiandoli con altri, e quel senso di morale celato nella trama del gioco, ovvero che, senza colori, il mondo e la vita in generale sarebbero tristi e monotoni.
Un attenzione simile, proiettata nel sistema di combattimento e in un personaggio più fluido e con un corpo magari più definito, avrebbe permesso alla monotonia che campeggia nell’aria di farsi da parte, lasciando spazio al colore anche nei confronti di quei sporadici adulti che, per forza maggiore, si troveranno a comandare una carismatica, ma ahimè non abbastanza, palla gommosa di nome Blob.