L’IMMAGINE PERFETTA
Se si potesse fotografare il momento storico-videoludico che stiamo vivendo, l’immagine perfetta sarebbe Destiny. Il nuovo titolo Bungie, forte di un budget colossale con una campagna mediatica d’eccellenza, è lo specchio di quello che noi giocatori ci troviamo a giocare su console negli ultimi anni.
Nessuna filosofia, nessun attaccamento al passato ma il colosso sviluppato dalla software house americana è esattamente quello che l’industria videoludica ci ha abituato in questi anni, con nessuna vera rivoluzione ma ingigantendo quello che abbiamo già visto. Non vogliamo liquidare Destiny come un BIG FPS, l’esperienza che regala è una delle migliori disponibili su nuove e vecchie console ma le aspettative, il sogno di vedere un nuovo solco per la futura generazione di videogames, si arresta dopo poche ore di gioco. Scopriamo insieme il perché.
FPS SEMPLICEMENTE PERFETTO
Se si potesse descrivere il genere First-Person Shooter con una parola questa è Destiny.
Il sistema di movimento e di combattimento è a dir poco sublime con meccaniche che risultano essere tra le più fluide e reattive che abbiamo avuto il piacere di sperimentare in questi ultimi anni in un FPS per console. Il gioco sembra letteralmente prendere possesso del controller incollando il giocatore in una serie di movimenti, spari e abilità speciali che mettono in secondo piano quanto visto in quel piccolo capolavoro Bungie che tutti conosciamo come Halo. Destiny non ha un sistema di coperture dinamiche ma una perfetta implementazione di movimenti ed azioni che entrano direttamente nelle ossa delle mani dei giocatori.
I fucili e le armi in generale sono estremamente caratterizzati e ciascuna tipologia di arma restituisce al giocatore un “feeling” diverso, le abilità di classe trasmettono una splendida sensazione di “onnipotenza” e ci permettono di velocizzare ulteriormente il ritmo delle battaglie. Il vero fiore all’occhiello sono gli attacchi corpo a corpo che hanno la capacità di rovesciare le sorti di uno scontro utilizzando gli ostacoli dell’ambientazione come delle vere e proprie armi. Le granate assumono un ruolo strategico nello stanare i nemici dalle loro posizioni difensive mentre l’uso del jetpack (o doppio salto) risulta essere di vitale importanza nelle fasi più concitate delle sfide con i gruppi di nemici più numerosi.Sfortunatamente la facilità di utilizzo del jetpack rende praticamente inutile l’impiego della scivolata, un mossa che ha inoltre uno spiacevole inconveniente che è quello di esporre la testa del proprio alter-ego ad un numero maggiore di colpi sparati.
In tutta la magnificenza del sistema introdotto da Bungie al momento abbiamo qualche dubbio sulle armi a corto raggio. I tipici fucili a canne mozze o i futuristici fucili a fusione hanno un impatto devastante nelle mappe del Crogiolo obbligando di conseguenza il giocatore a optare per questo tipo di armi o prendere un sacco di “legnate”.
TRA SINGLE E MULTIPLAYER
La storia di Destiny, nonostante la stessa Bungie abbia sottolineato più volte la profondità di quest’ultima, è decisamente frammentaria e contraddittoria.
La natura aperta delle attività da compiere passando senza soluzione di continuità dal Crogiolo alla Torre e da quest’ultima alle vecchie colonie terrestri sparse per il sistema solare dà un forte senso di ripetitività e quasi una mancanza di nesso logico tra una missione e l’altra. La totale assenza di espedienti narrativi capaci di smuovere le coscienze degli appassionati con colpi di scena inattesi e cambiamenti repentini fanno sprofondare velocemente Destiny in una serie di ovvietà e banalità già nelle prime ore di gioco. A poco servono la storia del Guardiano e del Viaggiatore e della consueta lotta dell’umanità contro le forze dell’oscurità, il tutto tende a perdersi in un mare di scontatezza e povertà quasi sconcertante. Il comparto narrativo di Destiny riesce a dare il meglio di se nelle dettagliate voci del Grimorio disponibili solo ed esclusivamente su browser lontano dall’azione; non ci rimane che sperare ardentemente che i programmatori Bungie integrino al più presto il Grimorio e le statistiche del proprio Guardiano nell’interfaccia di gioco.
La ripetitività delle azioni da compiere è a dir poco disarmante con una serie di missioni che alla lunga stancano data la totale mancanza di originalità e soprattutto varietà. Sicuramente le fasi di combattimento mitigano in parte questo deficit ma ci si aspettava veramente di più da un gioco di questa portata alla luce di un level cap di soli 20 livelli. Al momento Destiny è un mondo sci-fi in via di definizione spaccato praticamente in due giochi: nel primo, dal livello 0 al 20, un classico FPS con meccaniche di combattimento spettacolari, mentre nel secondo, quindi dal livello 20 in poi, la progressione del personaggio lascia spazio alla componente MMO dando il via alle migliaia di incongruenze della trama e ad una struttura decisamente fragile e ballerina. Forse l’intenzione degli sviluppatori era di preparare l’utenza fino al ventesimo livello per poi farli entrare nel vivo dell’azione proprio come funziona nei più classici MMO ma per questo dovremo aspettare future patch ed espansioni che verranno introdotti nei prossimi mesi dato che al momento l’endgame è proprio ”end” chiudi il gioco e passi ad altro.
Le varie modalità di gioco come missioni Pattuglia o le sfide Assalto dovrebbero essere orientate alla cooperativa online ma, paradossalmente, sembra fare di tutto per scoraggiarla. La Torre non appare come luogo di incontro ed eventi ma una semplice stazione di rifornimento. I tanto chiacchierati eventi casualisono sporadici e ripetitivi da non essere neanche presi in considerazione dagli utenti connessi. Aggiungiamoci un’acquisizione degli oggetti e delle armi gestita in maniera caotica e casuale e il gioco cooperativo risulta non solo poco attraente ma decisamente superfluo nonostante il sistema di diversificazione e customizzazione del personaggio sia profondo e completo.
Altro aspetto poco convincente sono le battaglie del Crogiolo dove l’assenza di opzioni per limitare o bloccare le abilità, le armi e gli elementi di equipaggiamento sbloccati nel corso della “storia” dai giocatori più esperti rovina l’esperienza fin dalle prime battute. Le possibilità di interazione con gli altri utenti sono estremamente limitate e le opzioni a disposizione di ciascun Guardiano per intraprendere sfide in compagnia di altri giocatori in rete sono altrettanto esigue. Il sistema di comunicazione proposta è decisamente minimalista e poco convenzionale, da un lato è ottima per non avere troppe voci a schermo ma dall’altra non può e non deve giustificare la mancanza di strumenti fondamentali come quelli della chat vocale o dei moduli per la ricerca e la gestione dei clan. L’assenza delle opzioni per la personalizzazione delle “regole d’ingaggio” delle sfide del Crogiolo danno il colpo di grazia ad un gioco che doveva essere votato al social ma che fondamentalmente non lo è. Nonostante questi problemi di gioventù possiamo dire che il mix MMO e FPS proposto da Bungie è sulla buona strada e regala al giocatore momenti uniciche nessun altro gioco al momento riesce dare.
COMPARTO TECNICO – CIAK SI GIRA!
Il comparto tecnico è uno degli aspetti più impressionanti del gioco. Destiny colpisce l’utente non solo perché sorretto da un engine nuovo e performante ma anche per la direzione artistica e sonora degne di un vero Kolossal cinematografico. Le ambientazioni del gioco sono a dir poco incredibili e profondamente dettagliate nonostante qualche elemento discutibile in uno scenario post apocalittico.
Le animazioni dei nemici e dei Guardiani sono fluide e dinamiche lasciando di sasso il giocatore per una così profonda e quasi perfetta implementazione. Il tutto è contornato da stupefacenti effetti particellariche trasformano le battaglie più concitate in un festival di esplosioni pirotecniche senza guastare l’azione di gioco che rimane fluida anche nelle situazioni più concitate e frenetiche.
Nelle versioni da noi provate i caricamenti in-game sono decisamente troppo estesi soprattutto per le console di vecchia generazione mentre non abbiamo notato problemi sul netcode; per quanto concerne l’IA dei nemici, possiamo dire che risulta perfetta negli scontri a breve distanza ma decisamente sotto tono nelle aree più estese. Un vero peccato data le ottime potenzialità del gioco anche su campo “aperto”. I nemici da affrontare non sono tantissimi ma la buona implementazione e realizzazione fanno passare in secondo piano l’assenza di varietà. Per quanto riguarda le mappe da giocare in multiplayer, ambientate sui diversi pianeti: la Terra, Marte, la Luna e Venere come nella modalità storia, abbiamo notato dimensioni decisamente contenute molto probabilmente per la necessità di accogliere adeguatamente un massimo di 12 giocatori. Pur senza mai stupire per design tattico e concettualizzazione, le mappe si sono rivelate tutte molto solide strategicamente e soprattutto disegnate per sfruttare al meglio la verticalizzazione senza però raggiungere i livelli di Titanfall in questo aspetto.
Chiude il gioco una colonna sonora che scandisce egregiamente il ritmo dell’azione di gioco aumentando gradualmente in intensità e volume a ridosso delle aree più pericolose. Nonostante il grosso budget a disposizione avremo una pessima gestione dei dialoghi e, come diretta conseguenza, del doppiaggio in italiano. Il problema è soprattutto legato alla blanda caratterizzazione dei personaggi (non c’è un Master Chief per intenderci) dovuta al ruolo secondario giocato dalla trama nelle missioni da svolgersi nell’avventura “in singolo” questi, non solo rovinano l’esperienza globale del gioco, ma penalizza fortemente le scene di intermezzo.
L’incompletezza del gioco e alcune scelte discutibili riflettono un’industria più volta alla pubblicizzazione che ad una reale presenza di contenuti e innovazioni. La foto scattata inizialmente rappresenta la “blockbusterizzazione” dei videogiochi e tutti sappiamo dove è finita la famosa catena di distribuzione di prodotti home video.
Futuri aggiornamenti ed espansioni permetteranno a Destiny di diventare il punto di riferimento del genere grazie a meccaniche di combattimento che rasentano la perfezione ma al momento il gioco si ferma a qualche metro di distanza dalla meta nonostante un comparto tecnico da urlo.
Per tutti gli incalliti di FPS Destiny è un obbligo, per chi credeva in un salto nel futuro meglio aspettare qualche mese e vedere se saremo arrivati dove i ragazzi di Bungie volevano portarci.