In principio fu il caos
All’annuncio del nuovo picchiaduro dedicato a Dragon Ball furono in tanti a storcere il naso per l’abbandono della rotta intrapresa con Xenoverse per dedicarsi a qualcosa di totalmente diverso.
Un roster assai ridotto rispetto alle produzioni del passato, l’impossibilità di volare e un ritorno al 2D (seppur non inteso nel senso puro del termine) avevano per molti piantato dei paletti imprescindibili per giudicare negativamente un gioco senza nemmeno averlo provato (cosa oramai tristemente comune ai giorni nostri).
Tuttavia, mese dopo mese dall’annuncio, ogni singolo trailer mostrato relativo al gioco sembrava avvicinare il titolo a tutto quello che i giocatori e appassionati della saga di Toriyama hanno sempre voluto in un picchiaduro. Arc System Works, con alle spalle esperienze non indifferenti su progetti quali Blaze Blue e, soprattutto, Guilty Gear Xrd, è riuscita a imparare dal passato, regalandoci questa piccola perla.
Proprio nel recente passato i titoli di ASW erano stati giudicati buoni, ma dalle meccaniche di combattimento troppo complesse nella maggioranza delle volte, rendendo i giochi di difficile accesso ai neofiti… Cosa che, fortunatamente non si è ripetuta con Dragon Ball FighterZ.
Botte da orbi
Il sistema di combattimento di Dragon Ball FighterZ è di facile accesso, permettendovi di infilare una serie di combo tramite la pressione ripetuta di qualche tasto. Tuttavia c’è una sostanziale differenza tra il mettere a segno una combo breve e rifilare al nemico una raffica di 70 e più colpi.
Questo rende il sistema di combattimento aperto ai novellini, ma comunque gratificante agli occhi di chi ha un minimo di esperienza in questo genere di picchiaduro. Le meccaniche degli scontri 3vs3 rendono le partite tirate grazie anche alla possibilità di: cambiare personaggio al volo prima che finisca ko, mandandolo in panchina in modo da ripristinare parte della sua energia; combinare le mosse speciali dei propri lottatori in modo da arrecare danni ingenti (prendere in faccia contemporaneamente una Kamehameha, un Final Flash e un Masenko, per esempio, non sarà una sensazione affatto piacevole); o semplicemente combinare combo di calci e pugni di tutti e tre i personaggi a propria disposizione in modo da far salire rapidamente l’apposita bara posta nella parte bassa dello schermo per poi sfruttarla per lanciare attacchi speciali.
Tanto più sarà piena la barra, maggiore sarà la quantità di danni arrecati. Le mosse richiamabili con la pressione dei trigger destri regalano un’estrema spettacolarità agli scontri, documentando la cura e l’amore di chi ha realizzato il gioco per rendere il tutto più verosimigliante possibile a manga e anime prodotti fino a oggi. Son Goku che si trasforma in Super Saiyan 3 e vi lancia contro una Kamehameha devastante, Freezer che si trasforma in Golden Freezer, Gohan ragazzo (la versione del Cell Game) che vi annienta con la celebre Kamehameha padre/figlio a una mano, Hit che fa sfaceli della vostra autostima con il suo salto temporale… Tutto bellissimo a vedersi e in grado di ribaltare le sorti di una sfida da un momento all’altro.
Per tutti questi aspetti, e per tutti quelli che scoprirete via via giocando, il sistema di combattimento di Dragon Ball FighterZ regala un livello di soddisfazione ineguagliabile da qualunque altro titolo uscito fino ad oggi e legato alla serie.
Tutto bello in battaglia, ma fuori?
È giusto, tuttavia, soffermarsi non solo a parlare del gameplay, ma anche di tutto ciò che di “contorno” sta nel gioco.
Partendo col dire che il roster dei combattenti presenti nel titolo ci ha lasciato un po’ interdetti. Pochi personaggi, soprattutto se paragonati ai titoli del passato, e tra questi figuranti come Tenshinhan, Yamcha, il capitano Ginew e persino Nappa sembrano scelte poco felici, se si pensa che sono stati tenuti fuori dei guerrieri del calibro di Jiren, Cabba, C17 (che nel gioco appare solo come spalla sporadica in alcune mosse di C18) e altri personaggi di Dragon Ball Super che, visto il recente successo, avrebbero potuto rimpiazzare personaggi meno amati. C’è da dire però, e di questo va dato atto agli sviluppatori, che ogni personaggio, anche quello più insignificante (Yamcha) è perfettamente caratterizzato e possiede un set di mosse e abilità uniche ispirate in maniera diretta a tutto ciò che avrete visto sui manga o negli anime. Inoltre il bilanciamento dei personaggi è una cosa alla quale Arc System Works sembra aver dedicato molto del suo tempo, riuscendo a garantire un sistema di lotte equilibrato anche tra guerrieri di livelli assai diversi apparsi nelle varie saghe della serie. Molto del successo in battaglia dipenderà da come comporrete la vostra squadra, sappiatelo.
Per quanto riguarda le modalità di gioco, potremo contare su: storia, battaglia locale, arcade, replay e negozio.
Tralasciando replay, negozio e battaglia locale che siamo sicuri potete arrivare anche a immaginare da voi, a conti fatti il meglio in single player è offerto dalla modalità storia e arcade.
Con la modalità arcade vi verranno posti davanti una serie di scontri contro team da 3, e alla fine di ogni scontro vi verrà data una valutazione. Dovrete cercare di puntare sempre alla S per raggiungere velocemente il top (e la fine) delle “minimappe” di ogni sfida fornita dalla modalità arcade. Proprio grazie a questa modalità avrete modo, se ne sarete in grado, di sbloccare le versioni giocabili di Goku e Vegeta Super Sayan Blue.
Nella modalità storia, invece, dovremo fare i conti col nemico appositamente creato nientemeno che dallo stesso Toriyama per questo titolo, il nuovo Android 21 del Red Ribbon. La trama della modalità storia, quantomeno nelle fasi iniziali vi lascerà con un sapore dolceamaro in bocca. Da un lato la curiosità per la comparsa di un nuovo nemico, dall’altro però la lentezza della narrazione e l’essere costretti a ripetere numerosissime volte la stessa tipologia di combattimenti, sbloccando via via nuovi personaggi per il vostro team. Se all’inizio sarà una cosa utile a prendere confidenza con le meccaniche di gioco, a lungo andare il tutto diventerà tedioso e ripetitivo, complice anche un livello di difficoltà ridicolo che non garantisce nessun tasso di sfida. Divertenti e ben realizzati, comunque, gli intervalli tra una battaglia e l’altra nei quali assisteremo ai dialoghi tra i nostri eroi, alcuni anche estremamente buffi come quello in cui Gotenks chiede a Goku e Vegeta se debba chiamarli entrambi papà o meno.
Componente importante del gioco è comunque anche l’elemento online che, dopo i problemi dei quali saprete già riscontrati nella beta, non siamo comunque riusciti a provare prima della pubblicazione di questo pezzo per impossibilità di connettersi alla rete del gioco. Ne scriveremo magari più avanti in un articolo futuro.
Fedeltà al manga e bellezza dell’anime
Tecnicamente il gioco è splendido. Probabilmente sarebbe il sogno di ogni fan rivedere tutta la serie animata ricreata con la grafica del gioco e la spettacolarità degli scontri documenta una cura certosina tanto nella realizzazione di mosse e personaggi, quanto in quella degli ambienti di gioco, fedeli a quelli creati da Toriyama e che andranno via via distruggendosi sempre più man mano che lo scontro s farà più intenso e devastante. Belle le musiche e bella la possibilità di potersi affidare al doppiaggio giapponese (sottotitolato ovviamente in italiano) senza l’obbligo di doversi sorbire la cialtroneria di quello inglese.
Possiamo concludere questa recensione di Dragon Ball FighterZ dicendo che, probabilmente, ci troviamo davanti al miglior titolo dedicato alla serie di Toriyama a livello di gameplay. Il gioco vanta un comparto tecnico eccezionale e una cura incredibile della quale i fan della serie si innamoreranno con effetto istantaneo, ma si perde un po’ nella mancanza di uno story mode degno e in un roster un po’ arido.
C’è tempo, comunque, per riparare a tutto.