Un Futuro Non Tanto Lontano
Le vicende narrate in Elea sono quelle della scienziata River Elea Catherine Jones strutturate su due livelli che si intrecceranno durante lo svolgersi degli eventi.
Nell’anno 2073 una mutazione neurologica ha causato una sorta di rabbia incontrollabile in ogni bambino nato sulla Terra. La cura, cercata per anni, non è stata trovata se non un modo per rendere più pacifici i bambini, ma di fatto snaturandoli e rendendoli quasi senza vita. La pandemia fu rapida e incontrollata rendendo necessaria la colonizzazione di un nuovo mondo per salvare la razza umana. Dopo aver accumulato volontari da tutto il mondo fu costruita una navicella interstellare di prim’ordine per colonizzare un pianeta extrasolare, simile e non troppo lontano dalla Terra, scoperto di recente.
Alla gigantesca nave fu dato il nome Pellegrinaggio, incarnando tutte le speranze dell’umanità. La nave, una volta giunta a destinazione, andò in un inquietante silenzio radio. Corre l’anno 2093 e la ricerca stellare di recupero è finalmente arrivata sul posto per indagare sul destino della Pellegrinaggio. Da qui inizia la nostra avventura nei panni di Elea, un membro della squadra di Scheletri di Recovery. La scienziata è guidata non solo dal tentativo di salvare l’umanità, ma soprattutto quello di trovare suo marito Ethan che occupava una posizione di rilievo nell’equipe scientifica della navicella interstellare.
Cammina, Esplora e…
In questo primo capitolo della serie il gameplay proposto dal team bulgaro Kyodai è quello di un Walking Simulator canonico con gli immancabili elementi puzzle per progredire nella nostra missione.
Come la maggior parte del genere il focus è puntato sull’immersività delle vicende narrate, ma mettendo il giocatore in una situazione in cui dovrà mettere insieme alcuni pezzi per poter avanzare nella storia. Se da un lato avremo un interessante intrecciarsi di elementi passati e futuri, in cui si vivono momenti antecedenti alla ricerca del marito Ethan, dall’altro avremo delle meccaniche di gioco povere e mal guidate. La mancanza di indizi base e di obbiettivi finali ci farà vagare per lunghe mezzore spremendo le meningi su qualcosa che risolveremo per puro caso o semplicemente a tentativi.
Questo aspetto sembra quasi voler allungare il gioco senza però dare una vera struttura o senso ad esso; gli enigmi sono dei più vari ma raramente sembrano azzeccati o inerenti al tema trattato. Vero che il concetto di esplorazione interiore ed esteriore di una persona è complesso ma un filo logico, una dimensione anche appagante di quanto risolto, doveva essere più tenuta in considerazione. Il risultato è una storia interessante ma frastagliata ed interrotta dal troppo tempo nel tentativo di risolvere puzzle amalgamati in un generale disordine. Il giocatore quindi dovrà tenere duro per godersi il viaggio proposto dagli sviluppatori e non perdere la pazienza fin dalle prime sessioni di gioco.
I comandi saranno i più semplici e convenzionali come sedersi, prendere oggetti, aprire porte ed azionare meccanismi (come farsi una bella e rilassante sauna in una casa futuristica niente male). Anche qui ci sentiamo di dire che le occasioni perse sono tante dato che molti oggetti saranno inutili come forviante tentativo di dare più interazione al titolo.
Una Tecnica Incerta
L’Unreal Engine è uno dei motori grafici più utilizzati e permette di creare molti elementi di gioco con il minimo sforzo. La complessità, come per molti titoli, è la ricreazione della fisica, interazione oggetti e i vari effetti di gioco. Il dettaglio ed il framerate seguono a ruota il livello di complessità di un gioco ed Elea si pone come un mediocre titolo che poteva essere ottimizzato con più attenzione. I problemi sono di vario genere tra cui ambienti, decisamente statici e distanti, come se fossero un elemento distaccato dal personaggio controllato. Alcuni elementi grafici, come superfici e ambienti di gioco, sono sicuramente da impatto ma non riescono a mantenersi per tutta la durata del gioco.
Anche il movimento non sembra fluido e, nonostante il buon tentativo di creare effetti visivi di buon impatto, alla lunga anche questi stancheranno. In generale avremo il così detto motore grafico “altalenante” capace di regalare buoni momenti, ma anche grossolani problemi tecnici. La patch rilasciata di recente ha migliorato sensibilmente il colpo d’occhio generale, eliminando fastidiose compenetrazioni e difetti di texture, ma il lavoro di pulizia e miglioramenti dovranno continuare.
Dalle musiche ci saremo aspettati di più, i temi non mancheranno ed avremo la possibilità di variare molto sul tema ma manca il tentativo di osare. Possibile che tra 50 anni la musica sarà la stessa di oggi? Bella o brutta che sia manca quella evoluzione lecita. Aspettiamo informazioni e novità sui futuri capitoli che dovrebbero essere rilasciati periodicamente.