La cornice medievale spesso risulta l’ambientazione perfetta per titoli nei quali le spade fanno da protagoniste. I ragazzi di Lone Artisan Games non si saranno discostati di molto da un pensiero del genere quando hanno ideato Elium – Prison Escape.
Disponibile su Steam alla cifra di 13,99€, il gioco è un GDR completamente in inglese nel quale lo scopo è quello di fuggire da una prigione medievale, ovviamente piena di guardie da eliminare.
Bisogna solo fuggire?
Il titolo dispone di ben 5 modalità: Tutorial, Allenamento, Campagna, Orda, Tavern Brawl.
Prima di avviare una delle ultime tre modalità è consigliato fare il Tutorial, così da imparare bene tutti i comandi. Successivamente non è sbagliato provare la modalità Allenamento per prendere dimestichezza con il combattimento.
La Campagna è il fulcro del gioco.
Il personaggio da utilizzare è un prigioniero che viene liberato da un “collega”. La fase iniziale consiste nell’acquisire un modesto equipaggiamento sconfiggendo una guardia che ha ucciso colui che ci ha fatto uscire dalla cella. Fatto questo, sarà un susseguirsi di stanze e corridoi con diverse guardie da uccidere, fino a scappare dalla prigione.
Dopo aver ucciso le guardie è possibile prendere il loro equipaggiamento così da migliorare il nostro e quello dei prigionieri liberati lungo la strada, così da farci aiutare nei momenti più difficili.
La modalità Orda è pura sopravvivenza.
L’obiettivo è sconfiggere più guardie possibili, partendo senza armi per poi utilizzare quelle dei nemici uccisi.
Inizialmente si combatte contro una sola guardia, ma andando avanti dovranno essere affrontate in gruppi.
Tavern Brawl è una modalità speciale, sbloccabile solo dopo aver completato un obiettivo specifico.
Sostanzialmente si tratta della classica “rissa da bar”. La particolarità è che si svolge all’interno di una taverna medievale.
I controlli e le meccaniche di gioco
Un titolo in cui gli scontri con le spade sono la base dovrebbe avere come primo punto a favore la fluidità dei controlli. Questo sia per quanto riguarda il giocatore che l’IA. Se andiamo però a vedere il combattimento, si evince da subito un’accentuata macchinosità nel momento in cui il personaggio sferra il colpo o utilizza lo scudo per difendersi.
Sembra infatti di assistere ad una lotta “a turni”, un po’ come i vecchi Assassin’s Creed, ricordate?
Una volta completata la Campagna, ha la possibilità di rigiocarla ad una difficoltà superiore, ma la differenza è davvero minima. La facilità disarmante con la quale si sconfigge un nemico è infatti un punto che dovrebbe essere migliorato, quantomeno per rendere il tutto un po’ più avvincente. Così è davvero troppo semplice.
La componente stealth gioca un ruolo molto importante all’interno del titolo. Si ha infatti la possibilità di scegliere in che modo affrontare le guardie. Sfruttare l’ombra per colpirli da dietro è la tecnica migliore per non entrare in conflitto. Lungo il tragitto è possibile spegnere le varie torce accese per evitare che i nemici ci vedano. Camminare velocemente o correre è un altro fattore che influenza la partita. Se ci si avvicina ad una stanza correndo, i nemici all’interno sentiranno i passi e verranno a cercarvi.
Il livello delle varie guardie è pressoché identico. Quella che si affronta ad inizio gioco è infatti forte (o debole) tanto quanto lo è quella che si dovrà uccidere nell’ultima stanza. Non c’è un boss finale o qualcosa del genere. Si capisce che ci si trova all’ultimo scontro perché poco prima si ha la possibilità di rifornire l’equipaggiamento. Aggiungere un boss da uccidere nel finale sarebbe un’ottima scelta.
La riproduzione medievale e i suoni
All’avvio del gioco ci si rende subito conto di essere in un luogo medievale. L’interno della prigione è infatti riprodotto fedelmente, dalle singole celle agli spazi più ampi come le taverne e le stanze di tortura. Le guardie sono molto simili tra loro. Si differenziano solo dall’equipaggiamento, inteso come vestiario e armi. Nonostante questo, le armature sono riprodotte molto bene, in pieno stile medievale.
Un aspetto fastidioso che dovrebbe essere corretto è il ripetersi di diverse stanze. Spesso infatti si entra in taverne già viste e corridoi già percorsi. Ogni tanto qualche bug grafico è stato evidente.
Le luci basse immedesimano appieno il giocatore nella situazione, ricreando l’atmosfera perfetta per un titolo del genere. Attraversando le varie stanze, si ha infatti quella sensazione di timore che si prova quando sta per accadere qualcosa ma non si sa cosa.
La suspance è probabilmente uno dei fattori chiave utilizzati per questo gioco.
Un aiuto alle luci lo danno anche i suoni.
In sottofondo è possibile ascoltare delle musiche molto leggere che non disturbano affatto il gameplay, adattandosi perfettamente al ritmo del gioco.
Durante gli scontri, il rumore delle armi è riprodotto molto bene. Si nota molto la differenza del suono tra i materiali che costituiscono l’equipaggiamento. Se si colpisce una parte di scudo è facile capire che il colpo è stato sferrato sul legno.
Ciò che dovrebbe essere migliorato è il suono “alla lontana”. Se un nemico vede il nostro personaggio da lontano si sente la sua voce come se fosse accanto a noi e magari si trova invece a 20 metri.
La fuga dalla prigione non è per tutti
Prima di provare Elium – Prison Escape non mi sono posto nessuna aspettativa, forse perché questa tipologia di titoli non è la mia preferita. Andando avanti ho però apprezzato il gioco abbastanza da poter dire che con diverse migliorie può diventare un fiore all’occhiello per gli appassionati del genere medievale.
I punti da migliorare sono tanti, dai controlli durante gli scontri alla distanza dei suoni, ma niente di impossibile. Come inizio ci siamo in quel di Lone Artisan Games, ma per il momento è solo un titolo adatto agli appassionati di questo genere. Gamempire lo consiglia esclusivamente a chi ama il medievale, per ora!