Fate/Extella The Umbral Star è un musou (una tipologia di videogame dove uno o più personaggi combattono orde infinite di nemici su schermo) prodotto da Type-Moon e Marvelous. Diretto sequel di Fate/Extra, narra le vicende dopo la guerra per il Sacro Graal, vinta dal giocatore insieme alla sua Servant Nero Claudius. Ovviamente l’ambientazione è un universo parallelo di Fate/Stay Night, la famosa visual novel (che ha poi ispirato l’anime).

Uscito su PlayStation 4 e PlayStation Vita, questo titolo si preannuncia come un must have per i fan di Fate/ e soprattutto per chi ha giocato al precedente capitolo, il quale sicuramente potrà apprezzare molto di più la storia. Non dilungandoci oltre nell’incipit, passiamo subito ad analizzare le principali componenti del gioco.

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Tre prospettive

In Fate/Extella ci sono molteplici storie da affrontare: tre principali e molti cammini secondari per ognuno dei Servant presenti all’interno del gioco (più di 12). Generalmente la loro lunghezza spazia dai tre ai sei livelli e quindi, calcolando dialoghi e scene varie, ogni percorso può durare dalle 3 ore in su. Questo vi da un’indicazione su quanto il team di sviluppo abbia voluto dare spazio al mondo e agli eventi di gioco, dandovi ogni angolazione possibile nelle intricate battaglie politiche e armate presenti nel titolo.

Le storie principali sono tre proprio come le eroine che le vedono protagoniste: Nero Claudius (Nerone, imperatore famosissimo di Roma), Tamamo no Mae (una figura di spicco della storia giapponese, associata spesso alla volpe) ed infine Altera (Attila, la tremenda figura unna). Perché, però, esistono tre prospettive se effettivamente se il Maestro di tutte e tre è il giocatore? La storia di Fate/Extella inizia ad essere molto più tecnica da qui, ma cercheremo di darvi una spiegazione sommaria per farvi un’idea.

Il gioco ovviamente fornisce per filo e per segno ogni dettaglio, sia attraverso i dialoghi che l’enciclopedia accessibile dal menù. L’ambientazione di Fate/Extella si svolge in una sorta di digitalizzazione del mondo dove il giocatore è diventato Re dopo aver ottenuto il Sacro Graal. Quest’ultimo altro non era che la macchina chiamata Cella Lunare, la quale permette di plasmare a proprio dettame la terra all’interno della Luna stessa. Il potere sulla cella è detenuto dalla Regalia (no, non la macchina): un anello che contiene tutto il codice della Luna.

Il nostro protagonista, durante l’investitura di questo potente artefatto, è stato attaccato da una creatura antica imprigionata all’interno della Cella. Quest’ultima è un’entità proveniente dalle stelle in grado di spazzare via l’umanità, come fece più di mille anni prima del tempo del gioco. Tuttavia, grazie alla protezione dei propri Servant, il nostro alter ego è riuscito a sopravvivere, anche se in una condizione terribile: la sua anima, il suo corpo e la sua mente si sono separate ed hanno tutte e tre assunto una forma identica all’aspetto dell’eroe. Ognuno di essi finirà con una delle tre maggiori eroine che abbiamo già elencato precedentemente.

Questo risvolto inaspettato ha creato una sorta di errore nella Cella Lunare, dividendo in due la Regalia e dando quindi inizio ad una lotta per riprendersi il regno tra Nero Claudius e Tamamo no Mae. Nel mentre, Altera diventa l’emissario di Marte e della creatura distruttiva delle stelle, ponendosi come obiettivo di non portare altro che distruzione sul suolo lunare. In questa sanguinosa guerra il nostro destino personale sarà comunque in pericolo, se non riusciremo a ricongiungere le tre parti della nostra essenza digitale.

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Sebbene questo sia il filone principale, la narrazione si concentrerà molto spesso sulla nostra relazione con i vari servitori, regalandoci momenti intimi che spesso sfoceranno nel romantico. A differenza di altre produzioni, la qualità della scrittura dei dialoghi è ottima, oltre che elegante e poetica. Ogni pensiero, frase e dichiarazione di battaglia sono egregiamente orchestrati per dare un senso aulico, quasi divino, all’intera trama.

Questo aiuta moltissimo la caratterizzazione dei vari personaggi, i cosiddetti Servant, i quali non sono altro che eroi e figure storiche del passato trasformati da un particolare sistema digitale (detto SE.RA.PH) per creare veri e propri combattenti superumani. In tal senso, la trasposizione dei grandi condottieri è ovviamente particolare, basti pensare a Nerone trasformato in una più che attraente ragazza, ma gli elementi storici e le vicende reali di tali figure sono fedelmente riportate, donandogli nuovo spessore e significato.

La conclusione del filone narrativo generale è abbastanza soddisfacente, considerando i numerosi momenti passati con le nostre eroine, e chiude con qualche domanda aperta il capitolo in questione. L’unica pecca che si può trovare nel lato narrativo è forse relativa alla poca presenza di scene disegnate in pieno stile CG, in quanto quelle che si potranno incontrare sono decisamente di ottima fattura.

Arene magistrali per scontri epocali

Il gameplay di Fate/Extella è intuitivo ma pregno di meccaniche. Il nostro obiettivo nei vari livelli sarà quello di guidare le nostre truppe alla vittoria, vestendo i panni di un Servant alla volta. In enormi arene divise in settori, dovremmo combattere i nemici, difendere i nostri alleati, completare degli obiettivi e sconfiggere i Servant nemici. Come ogni musou, il nostro personaggio controllato sarà in grado di decimare nemici su nemici con ampi attacchi spettacolari, rendendo davvero l’idea di essere in un campo di battaglia durante una guerra su larga scala.

Il combattimento avviene attraverso l’utilizzo di due pulsanti: uno per gli attacchi leggeri ed uno per quelli pesanti. Combinandoli, si avranno tantissime tipologie di mosse, sbloccate principalmente attraverso l’aumento di livello dell’eroe giocato. Una volta scesi sul campo di battaglia, ciò che si deve è aumentare la propria presenza sul territorio conquistando aree e tenendole al sicuro, tutto al fine di raggiungere un numero di “chiavi” con cui sbloccare il boss nemico. Una volta fatto, basterà sconfiggerlo per finire lo stage ed ottenere il proprio punteggio con valutazione. Ovviamente il gioco inserisce moltissime variabili che rendono le missioni differenti e complicate, come per esempio potenti Servant nemici che distruggono i nostri alleati in poco tempo, obiettivi sensibili da colpire per evitare il potenziamento dei nemici, zone con trappole e regole specifiche, o mostri da abbattere prima che causino invasioni e via dicendo.

Altera 03

Oltre all’attacco, il nostro Servant disporrà di due modalità offensive differenti: il Moon Crux Drive che trasforma/potenzia il nostro eroe oltre ogni limite e l’Extella Manuver, una mossa che ferma il tempo e ci permette di colpire i nemici con una serie di colpi letali in grado di fare a pezzi intere legioni in pochi istanti. Infine, come ci ha abituato la serie Fate, avremo il Noble Phantasm: un’abilità unica per ogni Servant che rilascia un potentissimo attacco. Per intenderci, mosse simili all’Unlimited Blade Works.

Noi, in qualità di loro master, potremmo aiutare i nostri eroi utilizzando oggetti equipaggiati in precedenza oppure potenziarli temporaneamente attraverso i sigilli di comando, i quali sono una risorsa limitata da sfruttare il più attentamente possibile. Oltre a questo, prima della battaglia, potremo inserire diversi potenziamenti a supporto dei nostri eroi in base al nostro rapporto con loro. Tale fattore può essere aumentato completando degli obiettivi secondari nei livelli, oppure rispondendo in determinate maniere alle scelte di dialogo nelle storie principali. Sebbene le battaglie siano interessanti e complesse anche a livello strategico, Fate/Extella scade un po’ nella ripetizione che affligge tutti i musou, specialmente nel design dei nemici standard. Tuttavia, grazie alla mole di personaggi giocabili tutti differenti e alle numerose variabili all’interno dei livelli, questa sensazione viene decisamente attenuata.

La difficoltà si trova ad un livello discreto, dando del filo da torcere anche a livello normale in alcuni punti specifici, ma ciò che delude sono gli scontri tra Servant. I nemici infatti, tenderanno ad essere più dei sacchi da boxe che vere e proprie minacce, nonostante abbiano le loro mosse. Ciò che viene trasmesso al giocatore è una parziale assenza di interazione ed una netta superiorità del proprio personaggio, il quale è libero di colpire molte più volte del nemico. Non sarebbe stata una brutta idea inserire più aggressività all’IA avversaria. Anche in questo stato, però, sicuramente siamo davanti ad un design di gameplay variopinto e divertente. Infine, oltre alle storie, è possibile accedere alla modalità Battaglia Libera che vi permette di affrontare livelli come più vi aggrada.

Tra il disegno ed il 3D

Passando al lato tecnico vediamo una grafica abbastanza standard, che tuttavia fa il suo lavoro nel rendere spettacolari mosse ed attacchi. Naturalmente bisogna sempre considerare che si tratta di un prodotto anche per PS Vita, ma non è sicuramente una qualità per cui rimanere delusi, anzi. Il motore grafico accompagna dunque i disegni e le ambientazioni di gioco e queste due caratteristiche sono forse quelle più lodevoli. Mentre i paesaggi risultano belli ma difficilmente esaminabili per via della frenesia del titolo, il comparto artistico è eccezionale, regalando dettagliati render dei vari personaggi.

Oltre a questi, sono presenti poche scene in CG finemente realizzate in uno stile quasi ad acquerello, una tecnica molto adatta al contesto in cui viene inserito il gioco. Si poteva fare sicuramente qualche sforzo per rendere il comparto tridimensionale più pulito e significativo negli attacchi più iconici, ma ciò non toglie il fatto che sia comunque una buona produzione. Per quanto riguarda la fluidità, Fate/Extella rimane stabile a 60 FPS anche nelle situazioni più concitate, considerando che possono essere presenti centinaia e centinaia di personaggi su schermo. L’unica pecca è forse relativa alla telecamera, che rare volte può dare problemi.

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Nel sonoro abbiamo un tripudio di musiche orchestrali che ben si accosta al tema del titolo e del marchio in generale. I temi spaziano dall’orientale all’occidentale, accompagnando sia le battaglie sia i momenti di tranquillità. Sebbene siano di ottima fattura, rimangono comunque sostanzialmente musiche di sottofondo che non vengono risaltate in particolari scene o situazioni, se non uno o due casi specifici.

Il doppiaggio invece è sicuramente più ispirato, vuoi anche per l’esperienza che il franchise ha con la produzione animata (infatti un anime di questo universo parallelo è in lavorazione). Tutti gli eroi hanno molte linee di dialogo e le voci sono ben caratterizzate, dando quel tocco di originalità in più ai già creativi design esteriori. Una menzione particolare va alle tre eroine, le quali sono ovviamente il fulcro dell’opera magna e hanno molti più momenti intimi con il nostro alter-ego (quindi più dialoghi rispetto al resto). Attraverso le loro voci, si può comprendere perfettamente il legame di amore/devozione che provano per il loro master. Purtroppo però, il protagonista non possiede alcun doppiatore, cosa che in questo gioco spezza un po’ il legame tra le parti relazionali.

I menu sono pochi ed intuitivi, così come i controlli per il nostro personaggio. Il gioco mette a disposizione delle feature che permettono di rivivere le scene delle storie, ascoltare musiche, vedere i modelli dei personaggi, leggere la biografia dei Servant e così via. Ciò aggiunge una piccola chicca per i vari completisti che cercheranno di sbloccare tutte le scene e le CG presenti all’interno del gioco.

Conclusione e commento dell’autore

Fate/Extella The Umbral Star di Marvelous! è un gioco di tutto rispetto che può essere divertente per un neofita del marchio, ma sicuramente è molto più godibile e significativo per chi conosce già il mondo in cui è ambientato. Essendo un musou, il gameplay è abbastanza semplice a livello di meccaniche/comandi ma presenta abbastanza varietà, modalità e personaggi da non essere mai noioso o ripetitivo. Questa qualità è raggiunta anche grazie alle diverse opzioni di personalizzazione di equipaggiamento e potenziamenti presenti all’interno del titolo.

Oltre le battaglie, la narrativa del gioco è solida e longeva. L’obiettivo principale della storia è di raccontare la conclusione delle vicende relative alla Guerra del Sacro Graal, cercando di evitare una catastrofe per ricostruire un nuovo regno, ed in questo la trama è ben tessuta. Ma in aggiunta a questi eventi, si cerca anche di coinvolgere emotivamente il giocatore attraverso dialoghi poeticamente scritti e situazioni di forti legami affettivi. Il tutto è tenuto insieme da un comparto tecnico di buona fattura che fa il suo lavoro senza troppe pretese o lodi.

Personalmente, nonostante sia un fan di Fate/, ho trovato la storia un po’ confusa nelle fasi iniziali di gioco, ma più andavo avanti più comprendevo ciò che succedeva attraverso i monologhi interni dell’alter-ego. Il titolo è effettivamente divertente, ma non ritengo sia un prodotto attraente per chi non ha mai neanche sentito nominare questo particolare universo, piuttosto è un buon omaggio ai fan della saga, i quali avranno sicuramente tanto materiale da poter ammirare. Nonostante questo, come musou, l’ho trovato più longevo e variabile rispetto ad altri concorrenti recenti del genere.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve