Madama Fortuna è una cagna, e quello è un buon riassunto dell’avventura.
Choose your own misadventure
Rapida premessa per i non inizati a questo genere di gioco: la sigla CYOA sta per l’inglese ‘Choose Your Own Adventure’, un genere di letteratura per ragazzi che consiste(va) essenzialmente nell’essere una campagna di un gioco di ruolo da tavolo in forma di libro; alcuni semplicistici nella struttura e nelle meccaniche, altri più vicini ai tabletop reali, tutti presentavano la propria storia come il Dungeon Master farebbe col suo giocatore e lasciandogli la scelta sul come agire in una varietà di circostanze, ogni scelta diversa corrispondente ad una diversa pagina a cui saltare per proseguire il racconto.
Non un sistema troppo elegante, ma funzionale e soddisfacente – se il tabletop gaming vero e proprio lo ha soppiantato, lo ha fatto offrendo un’interattività più profonda, meccaniche più complesse e la libertà d’azione che un libro stampato non può fare.
Il formato è sostanzialmente sano, ed è anche per questo che ha visto un revival in questi ultimi tempi, soprattutto sulle piattaforme mobile – non sarà una vera campagna di D&D, ma non c’è da assemblare un party di persone vere per potersi mettere a giocare e sperimentare una storia.
Fighting Fantasy Legends svolge quel compito piuttosto bene, anche se forse ad un prezzo leggermente eccessivo.
Giochi di rollo
Sembra un errore di battitura o un gioco di parole, ma quello del ‘gioco di rollo’ è un concetto realmente esistente e serve a descrivere quei giochi da tavolo in cui l’esecuzione e l’esito dell’azione è decisa primariamente attraverso il lancio (roll) dei dadi.
Questo è evidente fin dall’inizio di Fighting Fantasy Legends, la creazione del personaggio: chiunque abbia mai giocato ad un gioco di ruolo può vedere immediatamente quanto sia scarna rispetto a quello che il genere solitamente offre, con sole tre razze (puramente cosmetiche, non influenzano le stat in alcun modo), tre statistiche e sei tratti da scegliere; salire di livello è egualmente lineare e comporta solo un miglioramento della propria riserva dei dadi.
L’affidarsi quasi esclusivamente ai dadi come unica meccanica di gioco rimane evidente in ogni suo aspetto: le prove di abilità sono risolte attraverso lanci di dadi, i combattimenti sono risolti attraverso lanci di dadi, trappole e incontri casuali sono risolti sempre attraverso lanci di dadi.
La principale eccezione a questa logica consiste nelle carte speciali che vengono di volta in volta concesse nel corso dell’avventura, vuoi perché trovate da sé o perché elargite come parte di una quest. Utilizzate in maniera giusta al momento giusto, possono risolvere da sé interi scontri o eventi speciali, o aprirne di nuovi – almeno quando sono più elaborate del semplice “fai tot danni a inizio scontro”.
Semplicistico, non semplice
In generale, però, è un sistema che offre poca complessità tattica o decisionale. Nel momento in cui i dadi entrano in gioco, scelte e possibilità lasciano il campo alla semplice fortuna. Se da una parte questo snellisce i procedimenti e richiama ai CYOA di un tempo, dall’altra priva Fighting Fantasy Legends dello spessore che il passaggio al formato videoludico avrebbe potuto conferirgli.
L’aderenza al materiale originale è ammirevole, e per quanto il problema dell’RNG non rovini l’intera esperienza di gioco sarebbe stato certamente preferibile innovare di più.
Se anche il materiale narrativo sia rimasto fedele, difficile a dirsi: non ho mai avuto modo di leggere i libri che Fighting Fantasy Legends ripropone, ma posso dire che la qualità della narrazione sia tutto sommato buona.
Nulla di eccezionale o sorprendente, la trama e l’ambientazione sono classicamente high fantasy, ma per nulla malvagia, e lo stesso si può dire anche delle veste grafica e audio.
In conclusione
Fighting Fantasy Legends ripropone in formato digitale i Choose Your Own Adventure vecchio stile, nel bene e nel male. Nonostante l’esperienza di gioco sia piuttosto piacevole, tenuta insieme da una narrativa priva di sorprese ma competente, l’apparato GDR risulta tristemente scarno a causa della mancanza di scelte di sviluppo del personaggio a disposizione; il dado è signore e padrone del vostro destino ben più della vostra (inesistente) build o capacità.
Buono per quello che è, ma avrebbe potuto essere di più.