Quando il Ryu Ga Gotoku Studio annunciò lo sviluppo di un titolo dedicato a Hokuto no Ken, i fan della serie iniziarono a sbavare pensando a cosa sarebbe potuto essere il titolo dopo aver visto come con i due Yakuza Kiwami usciti, e con il sesto conclusivo capitolo si era riusciti a portare la celebre serie SEGA sulla bocca di tutti.
Oggi, dopo aver approfondito il gioco, si può dire che il lavoro sia più che riuscito, anche se, a dirla tutta, c’è qualche cosuccia che farà storcere il naso.
Ma andiamo per gradi.
Va subito detto che l’esperienza fatta con Yakuza si riversa tutta in questo nuovo titolo, che, è bene dire subito anche questo, per necessita narrativa non ripercorre esattamente le vicende che i fan della serie hanno imparato a conoscere, ma cerca di mettere in piedi qualcosa di inedito, pur gettando nel calderone del gioco quanti più personaggi dai fan conosciuti, amati e meno.
LA TRAMA…?
Dopo il combattimento con Shin scopriremo che esiste la possibilità che Julia (Yuria nel gioco) sia ancora viva. Condotta, seppur in fin di vita, nella città di Eden, una città roccaforte nella quale la vita sembra scorrere tranquilla anche in questo periodo post apocalittico, forti di risorse, commercio e, soprattutto, della pace garantita dall’essere totalmente isolata dall’esterno grazie alle proprie mura.
Nessuno può entrare nella città, sorvegliata dalle truppe guidate dal capitano Jagre a meno di speciali permessi o eventi… E ovviamente noi ne innescheremo non pochi.
Dentro la città si aprirà a noi il mondo di gioco che i fan della serie Yakuza non faranno fatica a riconoscere. Cittadini e missioni secondarie, farabutti da malmenare e fare esplodere (e sì, le tecniche di Hokuto sono riprodotte in maniera assai godibile), negozi e quanto di familiare vi possa portare alla mente Kamurocho, con le dovute distinzioni del caso.
Qui, dentro Eden, proseguirà la nostra ricerca di Yuria. Ricerca che ci porterà ad imbatterci, nel corso della storia principale, in personaggi noti come Raul, Jagi e Rei, per dirne qualcuno.
Tuttavia i titoli del Ryu Ga Gotoku Studio si sa, sanno dare il meglio nelle attività collaterali… E così, come dei novelli Kazuma Kiryu di questo mondo post apocalittico, ci ritroveremo a perdere gran parte del nostro tempo al casinò, a giocare a poker, alla roulette o a blackjack magari.
Oppure, adeguandoci alle speciali abilità di Ken, ci troveremo a divenire novelli medici o prodi barman, potendo infine addirittura poter gestire un cabaret club con le stese meccaniche viste nel recente Yakuza Kiwami 2.
Oltre a ciò, dopo le prime fasi della storia, potremo prendere controllo di una sorta di dune buggy ed esplorare le zone circostanti Eden alla ricerca di risorse, ma non solo.
TANTO DA FARE, ALTRETTANTI DA PICCHIARE
Ovviamente il combattimento e le sue meccaniche giocano un ruolo chiave nel garantire il successo del gioco. Il sistema ripercorre a grandi passi quello di Yakuza, con le dovute eccezioni relative alle speciali mosse di Hokuto che andranno eseguite in piccoli QTE. Tutto, davvero, molto bello.
Viene riproposto anche l’Heat mode che, anziché andare a riempire una barra andrà a riempire le 7 stelle si Hokuto posizione in alto a sinistra nello schermo e che, una volta attivata, avvolgerà Ken di un’aura rossa, garantendogli una maggiore quantità di danni causati ai nemici e farà andare, come da tradizione, il suo vestiario superiore in mille stracci lasciandolo a petto nudo.
Riproposto anche il sistema dei potenziamenti, con lo sblocco graduale di nuove tecniche e miglioramenti ai parametri di Kenshiro. Proprio in virtù di ciò si palesa un problema già riscontrato anche con Yakuza Kiwami 2. La banalità e ripetitività dei primi scontri, quando, in virtù di una gamma di tecniche ancora ridotta, ci troveremo a doverci affidare sempre alle stesse rendendo i combattimenti meno godibili di quanto poi accadrà più avanti. Eccezion fatta per le boss fight che risultano sempre piacevoli e appaganti nelle loro conclusioni.
OMAE WA MOU SHINDEIRU
Tutto bello, tutto divertente tutto visivamente poco appagante. Il gioco di molto si allontana dai fasti grafici dei recenti Yakuza Kiwami e soprattutto di Yakuza 6, con caricamenti sparsi qua e la e con una grafica piuttosto cartoonesca, seppur fedele in termini di somiglianza all’anime.
C’è qualche problema di proporzioni nelle braccia che troppo spesso appaiono eccessivamente grosse, ma in linea di massima il lavoro grafico è abbastanza buono. Gli ambienti sono poveri e spogli e purtroppo ciò non dipende solo dallo scenario post apocalittico all’interno del quale ci troveremo a muovere.
Il doppiaggio, eccellente come di consueto (stesso team di Yakuza) con altrettanta consuetudine vede la totale assenza della lingua italiana tanto nell’audio quanto nei testi, quindi se non siete ferrati con l’inglese (o col giapponese, fate voi) state lontani da questa nuova avventura di Kenshiro.