For Honor, il nuovo gioco d’azione/picchiaduro sviluppato da Ubisoft Montreal e pubblicato da Ubisoft, ha gettato le radici per un nuovo sottogenere di videogiochi che mischia sapientemente le meccaniche tipiche dei picchiaduro a quelle dei MOBA.
Il nuovo picchiaduro di Ubisoft è disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC. Questa recensione si basa sulla versione PS4 gentilmente offerta da Ubisoft.
For Honor… Qualcosa di inaspettato
Quando ho provato la beta prima, e il gioco completo dopo, sono rimasto sbalordito dall’originalità del gioco: il picchiaduro nudo e crudo non è più limitato in confini ben definiti, ma è esteso ad un enorme ambiente di gioco ed un sistema decisamente più complesso e in linea con ciò che ci si potrebbe aspettare da un videogioco nel 2017.
Per carità, non voglio in qualche modo invalidare la sacralità dei picchiaduro 2D che sono tuttora attuali ed amatissimi, ma ci voleva una vera e propria svolta. Una svolta che, inaspettatamente, è arrivata da Ubisoft.
Sbudellami tutto: il gameplay di For Honor in due parole
Se Mortal Kombat è noto per le sue caratteristiche splatter, For Honor fa qualcosa di diverso: risulta estremamente violento senza perdere la sua realisticità.
Tutti gli scontri si basano sui combattimenti lenti e tattici a base di armi bianche come spade, katane, enormi asce, pugnali, bastoni e, chi più ne ha, più ne metta! Sostanzialmente, il gioco consiste nel focalizzarsi su uno o più nemici e direzionare la propria arma in una delle tre direzioni consentite (destra, sinistra e in alto). A questo punto è possibile sferrare un attacco veloce, ma debole, oppure un attacco potente, ma lento: entrambi fondamentali per dar vita a spettacolari combo. La difesa avviene automaticamente nel caso in cui l’arma sia puntata nella direzione dell’attacco nemico. A condire il combat system abbiamo la possibilità di spezzare la guardia, schivare gli attacchi e varie abilità bonus poco invasive, attivabili in determinate circostanze.
Ogni eroe ha due barre, una per l’energia vitale ed una per la stamina che cala ogni qualvolta si sferri un attacco pesante. Una delle cose che ho apprezzato di più è che se si utilizza un attacco pesante per inferire il corpo mortale, è poi possibile fare esibire il protagonista in una spettacolare mossa finale con tanto di uccisione cruenta. Queste animazioni avvengono nel corso della battaglia anche nelle partite multigiocatore.
Anche se vi sono diverse modalità di gioco che aggiungono tanta varietà al titolo di Ubisoft, il gameplay di base rimane sempre lo stesso. Una volta scelto uno tra i 12 eroi disponibili, si scende sul campo di battaglia per sfidare altri eroi comandati da altri giocatori o dall’IA. La scelta del personaggio è importante perché, ognuno di essi è realmente unico da ogni punto di vista: aspetto fisico, energia, stile di combattimento, mosse, combo, abilità aggiuntive, ecc. Ubisoft ha vinto gran parte della sfida proprio nel character design, proponendo un videogioco bilanciato da ogni punto di vista (NdR: qualcosa che alcune serie videoludiche come Battlefield hanno perso col passare degli anni).
Che si scelga un Samurai Kensei, un Cavaliere Giustiziere o un Vichingo Razziatore, il divertimento e la sfida è sempre assicurata. L’importante, come in ogni picchiaduro che si rispetti, è di imparare tutte le combo e i punti di forza del proprio personaggio preferito. In questo modo, qualsiasi sia il nemico, sarà possibile agire nel modo giusto.
Dai MOBA eredita una particolarità piuttosto importante: la progressione degli eroi, i quali accumulano esperienza in battaglia per ottenere le abilità in base ai reali risultati. Tali abilità si resettano di partita in partita, ma l’equipaggiamento sbloccato migliora le caratteristiche del personaggio determinando una vera e propria progressione.
Col suo sistema di controllo originale, unito al combat system e al character design, For Honor è riuscito a coinvolgermi in combattimenti entusiasmanti dove a fare da padrone non è solo la destrezza, ma anche un po’ di sana strategia e psicologia, indispensabili per anticipare le mosse del nemico e avere la meglio sul campo di battaglia. A tal proposito, sono convinto che se Sun Tzu avesse l’occasione di giocare a For Honor, ne rimarrebbe piacevolmente colpito.
Progressione multiplayer e campagna giocatore singolo
Durante la prova della versione beta, ho erroneamente ipotizzato che For Honor non avesse una campagna giocatore singolo, ma fortunatamente mi sbagliavo.
La storia di For Honor non è particolarmente complessa, ma è piacevole e prevede tre filoni narrativi nei quali si affrontano svariate missioni in giocatore singolo. Queste missioni altro non sono che delle schermaglie contro i bot correlate da interessanti scene d’intermezzo spettacolari e completamente doppiate in italiano.
Chiuso il discorso giocatore singolo, è bene trattare il multiplayer che è il vero cuore pulsante della produzione di Ubisoft Montreal. Il titolo prevede varie modalità di gioco che vanno da semplici duelli 1 contro 1 a vere e proprie schermaglie su enormi campi di battaglia dove 8 giocatori si danno battaglia per il controllo del territorio. Come detto poc’anzi: cambiano le modalità, cambiano gli obiettivi, ma il succo del gioco è sempre lo stesso: uccidere il nemico, prima che il nemico uccida te.
Pensato per il comparto online
Quando si avvia For Honor per la prima volta, subito dopo aver assistito al trailer di presentazione, si dovrà scegliere una fazione tra Samurai, Cavalieri e Vichinghi. Tale scelta è totalmente ininfluente sugli eroi da usare in battaglia, ma sarà importante per la guerra di fazioni: una particolare macro-modalità simile al Risiko.
In parole povere, al termine di ogni battaglia, in caso di vittoria della propria squadra si otterranno risorse di guerra, le quali possono essere schierate sulla mappa di gioco per difendere o attaccare i territori. A questa modalità partecipano tutti i giocatori connessi da qualsiasi piattaforma. Nella guerra di fazioni, il tempo rappresenta un fattore determinante in quanto le guerre dureranno per svariati giorni e gli esiti modificano il campo di battaglia.
Comparto tecnico al TOP!
Dal punto di vista tecnico, For Honor non ha nulla da invidiare alle produzioni recenti più importanti. Tutto, dalle ambientazioni ai dettagli dei modelli poligonali, risulta di ottima qualità. Anche sul comparto sonoro, la produzione di Ubisoft non scherza affatto con effetti audio eccezionali che riescono ad immergere il giocatore nel vivo della battaglia.
CONCLUSIONE: FINALMENTE UN PO’ DI INNOVAZIONE
Diciamocela tutta: ci siamo stancati un po’ tutti a vedere sempre la stessa solfa, da anni ed anni. For Honor non è l’ennesimo sparatutto rinnovato esclusivamente nei contenuti, non è nemmeno il nuovo capitolo annuale della saga calcistica più apprezzata dell’anno… For Honor è un prodotto originale da tutti i punti di vista, qualcosa di fresco che ci mancava da ormai troppo tempo.
Come al solito però, a rompere le uova nel paniere ci ha pensato la nuova industria videoludica che sta diventando sempre più gravosa sul portafoglio del giocatore. Se la versione Standard da 60 euro contiene tutto il necessario per divertirsi senza particolari problemi, per godere della completa esperienza di gioco di For Honor sarà necessaria la versione Gold con tanto di Season Pass proposta a 115 euro.
Quindi, mi sento di premiare il gioco da ogni punto di vista, tranne da quello commerciale: Ubisoft e tutte le altre software house rinomate seguono il gregge continuando a proporre i prodotti completi al doppio del prezzo standard.