Huntsman: The Orphanage. Che dire di questo gioco? Partiamo dal principio: lo sviluppatore. Huntsmann: The Orphanage è stato creato da una casa indipendente chiamata Shadowshifters. Diciamocelo già ora il risultato non è proprio dei migliori, ma andiamo a vedere perchè vi sto dicendo questo.
Parlando del genere possiamo dire che dovrebbe essere un horror, ma tutto sembra fuorchè un vero e proprio titolo horror. Per farvi capire meglio posso dirvi che non sono presenti i giusti requisiti per immergersi completamente nella storia.
TRAMA
Ah già la storia, parliamone. Vestiamo i panni di un’investigatore il cui compito è quello di indagare sulla scomparsa di alcuni bambini in un orfanotrofio sperduto. Oltre ad indagare, il nostro compito consisterà nel dare un po di pace a le anime di questi bambini raccogliendo gli oggetti a cui sono legate e posizionandoli nel luogo giusto.
Ovviamente non è tutto così semplice; il pericolo non può di certo mancare. Ad impedirci di svelare il mistero, che si cela dietro le sparizioni, ci sarà, infatti, l’Huntsman che ci darà la caccia.
GAMEMPLAY
Gameply davvero una parola grossa per definire quella specie di sistema utilizzato per giocare. Molte sono le pecche di questo gameplay. Partiamo dalla lentezza di tutto l’insieme. Avete presente quella lentezza che crea ansia, tensione e suspence? Bene perchè non è di quella che stiamo parlando. La lentezza di cui stiamo parlando è quella esasperante; ad esempio quando si sta aspettando qualcuno o quando si fa partire un programma e questo ci mette un eternità a partire. È quella lentezza che ti fa venir voglia di dire “adesso stacco tutto e trovo altro da fare” o nel caso si stia aspettando qualcuno: “ora me ne vado”.
Questo, però, era solo uno dei tanti difetti di Huntsman. Andiamo avanti con gli altri. Tra i difetti più importanti troviamo, quindi, la visibilità e la limitata interazione gli ambienti che ci circondano.
La visibilità, che possiamo dire della visibilità? In realtà non c’è molto da dire, non si vede praticamente nulla. La nostra unica fonte di illuminazione è rappresentata dal flash del nostro fidato smartphone che è molto flebile. Questo difetto crea molta confusione e come dicevamo in precedenza impedisce al giocatore di immergersi nella storia.
Per quanto riguarda la limitata interazione con gli ambienti circostanti possiamo dire che l’assenza di un inventario vero e proprio complica un po le cose perchè siamo così impossibilitati a portarci dietro più di un oggetto alla volta. Il solo collegamento minimamente logico nei nostri spostamenti è la comparsa improvvisa degli spiriti, nello smartphone, che chiederanno di cercare i loro oggetti (bambole, giocattoli vari, cagnolini, fotografie ecc).
Tutto ciò è contornato dalla colorazione, alquanto deprimente, marrone/grigiastra che da un senso di desolazione accompagnata dalla noia dovuta a stanze e aule tutte uguali.
COMPARTO TECNICO
Siamo finalmente arrivati al dolce per così dire, al comparto tecnico. Per prima cosa c’è da dire che i requisiti di sistema richiesti sono molto bassi. Tutto il resto però non raggiunge livelli accettabili, tranne forse il sonoro che non è proprio così orrendo.
Parlando di grafica, le ambientazioni sono tutte molto simili tra loro; diventano molto facilmente noiose e squallide, se poi aggiungiamo anche la scarsa illuminazione, precedentemente descritta, avremo un risultato a dir poco pessimo.
Il sonoro guadagna come abbiamo detto qualche punto. Le voci e i rumori circostanti, come l’accopagnamento di sottofondo, non sono male anche se non eccellenti.