Essere mediocri e raffazzonati, anche per gli standard degli MMO F2P, è un crimine nonché una condanna all’oblio.
Far pagare 20 euro è imperdonabile.
Dalle stalle
Ad onor del vero, il gioco non comincia in maniera troppo scarsa, anzi – la qualità grafica lascia a desiderare, ma l’apertura in stile palesemente Hand of Fate è piuttosto carina. Avere un/a vecchio/a mago/cartomante riesce sempre a catturare l’attenzione, per qualche bizzarro motivo. Sarà il fascino dei tarocchi o delle battute che cercano di suonare misteriose e vagamente inquietanti, o il fatto che richiami alla mente giochi di ruolo migliori.
La creazione del personaggio è la parte migliore del gioco, anche se per meriti solo parzialmente suoi. Scegli una classe, scegli una razza con un piccolo modificatore alle statistiche, rolla per le statistiche (ossia continua a rollare finché non otttieni punteggi altissimi in tutto, niente pare impedirlo), scegli il tuo allineamento (coi classici nove di D&D, non che abbia notato faccia differenza) e poi passa alla personalizzazione visiva.
O mancanza della stessa.
La personalizzazione è scarna, a dir poco, ma tutto sommato tollerabile e complementata post-creazione dalla possibilità di ricolorare pezzi d’equipaggiamento per una (più o meno) modica somma di denaro nel villaggio iniziale.
Completato questo passo, si comincia l’avventura.
Al terreno
Il primo impatto col mondo fantastico di Kings and Heroes è tutt’altro che tale.
Non è tanto la qualità grafica mediocre a rovinare questo generico paesaggio rurale, quanto piuttosto la sua catastrofica ottimizzazione – anche ad impostazioni medio-basse ha costretto in ginocchio la mia postazione, e posso garantire che le impostazioni massime non valgono minimamente i 10fps scarsi che esige.
Sconfitto quindi il primo nemico del gioco, il lag grafico, sappiamo già di esserci gettati in una campagna alquanto ‘interessante’. Andiamo a parlare con il nostro primo NPC, e riceviamo la prima di una lunga seria di quest che si riassumeranno in due categorie, “parla con tizio” e “vai e ammazza robe”.
Non esattamente entusiasmante in entrambi i casi, ma le prime sono di gran lunga preferibili – la storia di Kings and Heroes è, così come il resto dell’ambientazione, un fantasy grigio, generico e banale senza nulla d’interessante da dire per sé, ma perlomeno la storia si può saltare. Il combattimento no.
Oltre il terreno
In retrospettiva, ora che lo sto scrivendo il titolo è più appropriato di quanto sembrasse all’inizio.
Il perché è piuttosto evidente, credo. Siamo corretti, però – per quanto ben visibili e piuttosto amatoriali come bug, sono anche stati piuttosto rari e non hanno influito troppo sull’esperienza di Kings and Heroes. Anzi, potremmo dire che l’abbiano migliorata, risvegliando per qualche manciata di secondi l’interesse che il legnoso, irresponsivo, insoddisfacente sistema di combattimento ha fatto del suo meglio per uccidere.
Come visibile dalle immagini, il sistema di Kings and Heroes mima ciò che molti altri ARPG in terza persona hanno fatto – reticolo al centro, barre HP/Stamina e abilità sotto, skill a cooldown piuttosto che MP, corsa e spostamenti rapidi via Shift.
Sulla carta una buona cosa, ma all’atto pratico il tutto risulta una delusione. I colpi mancano d’impatto, con ogni mischia che devolve nei partecipanti che menano ridoppi e fendenti a casaccio come se affettassero l’aria, le skill estinguono la propria varietà in una decina di abilità diverse per classe con vari livelli che aumentano unicamente l’efficacia percentuale e l’IA è troppo stupida per eseguire strategie più complesse o usare trappole, visto che caricherà direttamente al primo colpo inferto.
Siccome il Rogue si è presto rivelato una noia grazie a tutto ciò, ho voluto sperare che l’Arciere avrebbe offerto più soddisfazioni. Niente del genere.
Impossibile tenere teso l’arco a lungo per infliggere più danni, niente danno posizionale, nessuna perdita d’efficacia anche quando il mostro di turno è in mischia e ci morde le caviglie.
Il tentativo d’equipaggiare armi melee per – in teoria – fare di più contro la maggior parte degli aggressori del gioco è naufragato presto, alla realizzazione che è impossibile avere skill di altre classi. Quelle che le rendono buone ed utilizzabili, insomma, e aggiungono un minimo di varietà al tenere premuto il tasto sinistro e vedere le barre HP che scendono.
Deprimente, e le cose non hanno fatto che peggiorare con nemici effettivamente in grado di usare skill loro.
Lungi dal rendere le cose più difficili, le hanno rese solo più tediose dato che evitare stun/disables è impossibile a meno di fuggire costantemente in una direzione diversa dalla loro, cosa che prima o poi inevitabilmente ci porterà fuori dal loro raggio d’aggressione – al ché rigenereranno istantaneamente tutti gli HP e torneranno a velocità lampo alla posizione iniziale, bruciando il nostro tempo.
Gioia.
Uscendo dall’altra parte
La tentazione di imitarli è forte – caldamente raccomandata, persino.
La community, se mai ce n’è stata una, sembra già averlo fatto.
Kings and Heroes non ha nulla di valido da offrire, soprattutto non al prezzo di venti euro che impone. La grafica è mediocre, il questing banale e ripetitivo, la storia e l’ambientazione quanto di più generico, il combattimento patetico. La pagina degli updates è misteriosamente silente dal 5 gennaio, il che non promette nulla di buono – ma in tutta onestà, ci vorrà ben altro che un paio di update per rendere questo titolo tollerabile.
Evitare a tutti i costi, non guardarsi indietro.