Una sera d’estate, il buio della vostra casa, la vostra PS4 e una insana nostalgia per quello che fu PT. È da qui che nasce l’ottima premessa che mette in piedi Layers of Fear, titolo realizzato dai ragazzi del Bloomer Team e che ha visto la luce su console Sony PS4, Microsoft Xbox One e PC.
Il titolo, sebbene cerchi di emergere tra la massa dei titoli horror che negli ultimi tempi gli sviluppatori stanno letteralmente “tirando dietro” ai giocatori, pesca a piene mani da più di una recente produzione, distinguendosi però grazie a una trama interessante che vi spingerà, nonostante le angosce e i vari jumpscare qui e lì per i livelli, a voler progredire nella vostra avventura per sapere come si concluderà la storia del protagonista del gioco.
IL TORMENTO DELL’ARTISTA
All’interno di un maniero ottocentesco vivremo le angoscie e le follie di un artista maledetto alle prese con i postumi di varie e gravi vicissitudini personali che ne hanno minato la sanità mentale, già di per sé non troppo integra.
Muovendovi tra i corridoi e le stanze della vostra immensa casa vi imbatterete in documenti, foto e ricordi che vi aiuteranno a ricostruire il percorso di sventure che hanno portato il vostro protagonista fin lì, in preda ai deliri dettati dalla volontà di creare l’opera artistica perfetta da consegnare alla storia, ma, per sua sfortuna e per vostra angoscia, non solo quelli.
Il “mondo di gioco”, a conti fatti null’altro che la vostra casa, è mutabile in virtù delle decisioni che prenderete spostandovi tra piani e corridoi, offrendovi pochi e poco ispirati puzzle, tanta ansia e parecchi jumpscare, a volte evitabili. Nonostante la varietà delle situazioni inquietanti e disturbate che il gioco tenderà ad offrirvi, sul finale la trama, che fino a quel momento avrà stuzzicato adeguatamente la vostra immaginazione e la vostra curiosità, si perde un po’, andando a planare delicatamente su un finale scontato che voi stessi elaborerete man mano che progredirete nella storia, muovendovi tra corridoi bui, location angoscianti e stanze inquietanti.
Nonostante ci sia da lodare l’ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori per regalare al gioco il maggior appeal possibile e nonostante la grafica sia di tutto rispetto seppur con qualche calo nelle situazioni più concitate su console, ci sono da segnalare due semplici elementi che alla lunga potrebbero far perdere interesse ai giocatori alla ricerca di una sfida vera. Nel gioco infatti, le situazioni sono spesso scriptate, garantendovi alla lunga, se avete confidenza con questo genere di titoli, la possibilità di aspettarvi (il più delle volte) il jumpscare di turno, seppur il consiglio di giocare con le cuffie spesso vi offrirà comunque l’opportunità di prendere un accidente e maledire gli sviluppatori.
Altro elemento, che stona nettamente con il carattere horror del titolo, è l’assoluta impossibilità, per il protagonista del gioco, di morire. Jumpscare a parte, quando è se doveste ritrovarvi ad avere a che fare con il “maligno” di turno, il protagonista del titolo, zoppicante per tutta la durata della partita per via di una protesi inadeguata, si limiterà a perdere conoscenza per ritrovarsi poi a riprendere conoscenza in un altro punto non meglio precisato della sua immensa magione.
Di fatto un elemento che darà coraggio ai giocatori, consci di non poter morire e quindi più propensi all’esplorazione totale degli ambienti di gioco, ma che sicuramente toglie appeal al titolo per chi in un gioco del genere cerca anche l’elemento dettato dall’ansia per la sopravvivenza.
CONCLUSIONI
Seppur il gioco, come detto in apertura, peschi a piene mani da altre produzioni (dall’inizio della partita non ho potuto fare a meno di pensare al defunto PT), riesce a regalare una trama interessante che, nonostante ansie e spaventi vari, vi spingerà a voler progredire nella vostra avventura, seppur spesso ponendovi degli interrogativi sulla sanità mentale di chi lo ha concepito.
Il comparto tecnico, tanto sotto il profilo della grafica che dell’audio fa egregiamente il proprio lavoro (soprattutto l’audio, davvero ottimo) riuscendo a garantire un perfetto supporto e accompagnamento alle vicende del gioco.
Consigliato a chi è alla ricerca di horror vero e proprio, senza zombie e senza armi. Da giocare, per “goderselo” al meglio, obbligatoriamente con le cuffie.