La parabola altalenante che ha seguito le vicende di questa trilogia, forse un po’ improvvisata, del tredicesimo capitolo della saga di Final Fantasy arriva finalmente al suo ultimo atto (?) e noi, proprio come tutti voi, siamo curiosi di scoprire cosa effettivamente si cela dietro questo capitolo conclusivo.
SQUARE ENIX CI RIPROVA…
Partiamo dicendo che Final Fantasy XIII era stato un buon titolo, nonostante lo scetticismo dei fan di lunga data, il titolo non era affatto male anche se la storia forse un po’ troppo lineare aveva fatto storcere non poco il naso a chi, da un Final Fantasy, ben altro si aspettava. Con il secondo capitolo Square Enix aveva provato a mettere a posto le cose, con, nonostante il buon impegno profuso e le buone idee presenti nel gioco, risultati lontani da quelli voluti; anche se, ad onor del vero, un antagonista cosi apprezzato non si vedeva da tempo.
Adesso, con Lightning Returns, possiamo dire che, sequel-spinoff o quello che volete che sia, il titolo si scosta nettamente dall’ormai defunto brand che era il “puro” Final Fantasy. C’è da dire che se non avete giocato ai due precedenti capitoli di questa trilogia la vostra esperienza di gioco ne uscirà notevolmente compromessa, in virtù di una trama bizzarra e continui richiami ai capitoli precedenti.
Ma non abbiate fretta… Nonostante l’orrida premessa che abbiamo appena condiviso con voi, Lightning Returns ha il suo, seppur striminzito, perché.
È ovvio che, se fai un gioco e nel nome di suddetto gioco inserisci la sigla “Final Fantasy”, le gente si aspetta determinate cose e se poi quelle cose non arrivano allora ti attiri addosso ire ed odio dei fan, ma, nonostante ciò, e nonostante le basse aspettative che questo titolo aveva generato nella stragrande maggioranza dei fan, c’è da ammettere che… ci aspettavamo di peggio!
L’obiettivo di questo capitolo finale, la cui trama spesso si fatica a collegare e relazionare con i capitoli precedenti, è salvare l’umanità dalla distruzione totale, e chi meglio della nostra bella Lightning, risvegliata per l’occasione dal dio della luce Bhunivelze, può farlo in soli 13 giorni? Il nostro compito sarà quello di salvare le anime della popolazione per traghettarle in un nuovo mondo in procinto di essere creato. Lo scorrere del tempo si è fermato in quello che per noi videogiocatori è stato l’amaro finale di Final Fantasy XIII-2, e da allora nessuno più è invecchiato (e sono passati ben 500 anni!), la gente vive in questo pseudo paradiso con emozioni e sensazioni contrastanti, con le quali avremo modo di confrontarci nel corso delle quest secondarie necessarie per potenziare la nostra eroina.
Una volta avviato il gioco tra le varie opzioni classiche come nuova partita e opzioni ci saranno i menù relativi alle novità e agli aggiornamenti del titolo ed il link diretto per scaricare i contenuti esclusivi del titolo, inoltre sarà presente anche la possibilità di installare tutti i dati di gioco. L’installazione potrà essere fatta in maniera completa o parziale al “costo” di 4837 MB la prima e più di 3500 MB per la seconda; esse serviranno a ridurre i maniera più o meno sensibile i tempi di caricamento del titolo.
Dopo un breve filmato, neppure troppo chiarificatore, che spiega gli eventi precedenti all’inizio del gioco, saremo immediatamente lanciati in battaglia con una sorta di mini tutorial (necessario per comprendere al meglio le utilità degli “Assetti”) che si svilupperà anche nei minuti successivi mentre saremo al disperato inseguimento di una nostra vecchia conoscenza. Purtroppo già dal tutorial vi renderete conto di quante chiacchere inutili ci sono in questo capitolo e di quanto siano banali gli scontri con i mostri minori. Alla fine di questa breve introduzione, finalmente un altro filmato ci chiarirà le idee nella migliore maniera possibile sulle vicende di questa nuovo capitolo della trilogia di FFXIII.
QUANTO TEMPO MI RIMANE…?
Come avevamo accennato all’inizio della recensione, il titolo si allontana dal purismo di Final Fantasy, principalmente perché, nonostante forse ve ne fosse una iniziale intenzione, il gioco non si presta con facilità a lunghe fasi di esplorazione e scoperta degli ambienti a noi circostanti, nonostante la loro vastità, dato che saremo costantemente accompagnati da un timer volutamente messo li a metterci fretta e da un reale ticchettare di un orologio che potrebbe facilmente innervosirci, soprattutto se siamo dei “finalfantasiani” old gen.
Lighning avrà, all’inizio della sua avventura, un quantitativo di tempo limitato pari a sette giorni, tempo che andrà incrementato, al fine di raggiungere i 13 giorni necessari, completando (oltre alle varie quest secondarie) le quest principali nella 4 aree esplorabili; aree che Square Enix, per venire incontro alla incalzante richiesta dei fan, ha reso estremamente ampie (oseremmo dire open world), anche a rischio di perdere tempo prezioso per esplorarle andando quindi contro la necessità di ottimizzare i tempi dettata dal ticchettante orologio, fedele compagno della nostra avventura (il fastidio nel vedere costantemente il timer a schermo è secondo solo all’infinito ciarlare di Hope in sottofondo, imparerete ad odiarlo in fretta!). Il tempo si fermerà comunque alle 6 del mattino di OGNI singolo giorno quando verrete OBBLIGATORIAMENTE richiamati sull’ “Arca”, vostro quartier generale, senza che ne capiate la reale motivazione fino alle fasi più avanzate del gioco; potrà inoltre essere stoppato per alcuni minuti sfruttando particolari poteri speciali della protagonista, cosi come sarà fermo durante i dialoghi e le battaglie.
Vi state allarmando per questo titolo da giocare calcolando i tempi ristretti? Cari lettori, vi state allarmando per nulla, visto che con il progredire del gioco risulta palese come nemmeno gli sviluppatori di mamma Square Enix avessero una ben chiara idea di come gestire la situazione dettata dal timer. E se la vostra intenzione era quella di lanciarvi a capocollo in ogni missione nelle prime ore del gioco per terminare il più in fretta possibile il tutto in modo da farvi bastare il tempo che pensavate essere poco, sappiate che già al settimo giorno o giù di lì, vi ritroverete ad avere completato le quest principali e buona parte di quelle secondarie; a questo punto sarete alla disperata ricerca di qualcosa da fare per ingannare l’attesa dell’ora fatidica.
Inoltre, relativamente al discorso “tempo consumato” sappiate che potrete barattare parte dei punti ottenuti dal salvataggio delle anime con del tempo extra per portare a termine le varie quest; prova e controprova che gli stessi realizzatori di LRFFXIII non avevano la minima idea di dove indirizzare il titolo, un “gioco a cronometro” o uno “pseudo open-world”? Chissà, forse un giorno mamma Square Enix ci delizierà con una risposta plausibile.
UN NUOVO BATTLE SYSTEM… DI NUOVO!?
Il primo impatto con le battaglie potrebbe lasciarvi interdetti, i combattimenti nel gioco sono assai frequenti e proprio in virtù di ciò, riuscirete ben presto a padroneggiare le nuove meccaniche di questo titolo. Alla lunga saprete muovervi al meglio tra ogni “Assetto” (combinazione di abito, arma e scudo e le correlate abilità). Con il nuovo sistema di controlli, grazie alla pressione di un singolo tasto, potrete velocemente cambiare l’assetto di Lightning e con esso il set di abilità ad esso associate.
In battaglia avremo a disposizione tre diversi costumi equipaggiabili ed intercambiabili, ognuno dei quali sfruttante diverse abilità utilizzabili attraverso una barra ATB dedicata, che si scaricherà ad ogni mossa e si ricaricherà velocemente se equipaggeremo un altro costume. La possibilità di parare e schivare gli attacchi nemici rende le fasi di battaglie più “action”, ma dovremo sempre fare attenzione alla nostra strategia e ai punti deboli dell’avversario; questa innovativa combinazione ad un primo impatto potrebbe allarmare e/o frustrare, ma alla lunga si farà pienamente apprezzare con l’evolversi delle battaglie. Tuttavia, proprio il riuscire a padroneggiare al meglio gli “assetti” di Lightining potrebbe compromettere il vostro divertimento in quanto i frequenti scontri con i mostri minori potranno diventare mere e monotone formalità. Inoltre, quando riuscirete a settare ogni assetto (scusate il gioco di parole) nella migliore maniera possibile riuscirete a sconfiggere gran parte dei nemici senza nemmeno mandarlo in status “Crisi”, rendendo il tutto estremamente semplice.
ANALISI TECNICA E VALUTAZIONI
La conseguenza più disastrosa a livello grafico per questo titolo è stata la scelta di realizzare uno pseudo open-world che ha costretto gli sviluppatori ad abbassare il dettaglio grafico del titolo. Il motore grafico paga infatti il prezzo delle mappe estese presentando spesso e volentieri texture di bassa qualità rispetto a quanto visto fino ad oggi e modelli tridimensionali piuttosto scarni e deludenti.
La qualità del sonoro per fortuna invece rimane di altissimo livello, nonostante il riutilizzo di alcune delle principali melodie della saga già ascoltate nel corse di due capitoli precedenti. La longevità del titolo, nonostante i discutibili problemi relativi ai contenuti e alla loro organizzazione all’interno del gioco stesso, è buona e garantisce qualcosa come circa 30 ore di gioco.
Avremmo sinceramente avuto piacere a concludere questa recensione potendo esclamare “Final Fantasy è tornato”, ma, ahinoi, ci troviamo a dover candidamente ammettere che se questo titolo nei piani di Square Enix doveva risollevare le sorti della “Fabula Nova Crystallis”… Bhe, suddetti piani sono miseramente falliti. Il gioco è pieno di ottime idee e buoni spunti che, per carità, a volte si concretizzano anche in qualcosa di sufficientemente carino; ma nella stragrande maggioranza delle volte vi ritroverete con la non piacevole sensazione che qualcosa di grande poteva essere fatto e non è stato fatto.
Il nuovo battle system e la combinazione di elementi action con elementi da JRPG puro, cozza duramente con una narrazione poco plausibile e dialoghi troppo spesso irritanti, se a ciò aggiungete l’abbassamento del dettaglio grafico ed una trama poco invitante, ciò che otterrete è una sonora, ENNESIMA, delusione per tutti gli amanti del brand Final Fantasy. Se invece provate a giocare il titolo dimenticandovi, per sempre, che questo è un Final Fantasy, bhe, in quel caso il gioco potrebbe divenire anche sufficientemente godibile.
COMMENTO DELL’AUTORE
Siete dei novelli di questo stile di giochi? Lightning Returns potrebbe anche piacervi, a patto che conosciate la trama dei due capitoli precedenti. Purtroppo l’analisi di questo gioco si risolve in queste due lapidarie conclusioni. Il titolo atteso da tutti come la “resurrezione” della Fabula Nova Crystallis è ben lontano dall’essere ciò che tutti speravamo. Un gioco che, come accaduto anche per gli altri prima di lui, magari avrebbe avuto un maggior impatto sul pubblico se nel nome non avesse quel “Final Fantasy” che gli animi dei videogiocatori scalda da 27 anni e che porta con se un carico di aspettative alle quali Square Enix non riesce più a fare fronte.