LoveKami Divinity Stage è l’ultimo lavoro creato da MoeNovel, uno dei primi nomi a portare visual novel in tutta Europa prima di Steam. Ne parlammo già in relazione a If My Heart Had Wings: una storia di passioni, debolezze, sogni e sentimenti che si svolgeva tra i cieli giapponesi. Questa volta, MoeNovel cambia nettamente rotta proponendo al pubblico generale un gioco incentrato principalmente sul fanservice, raccontandoci la storia di tre sexy divinità che cercano le loro risposte nel mondo delle idol giapponesi. Il team di sviluppo sarà riuscito a creare un’esperienza al pari della qualità del loro precedente lavoro? Scopriamolo insieme.
Voglio diventare un’idol!
Il background di LoveKami è piuttosto semplice. Basato sulla classica mitologica shintoista giapponese, vede un mondo in cui l’umanità ha sempre più coltivato la tendenza di abbandonare la propria fede nelle divinità. Perciò, quest’ultime decisero di vivere tra gli umani per instillare di nuovo la fiducia in loro, anche se ciò portò a diversi problemi in quanto gli dei non sapevano nulla della razza umana moderna. A seguito di alcuni disordini, la dea del sole Amaterasu decise di creare degli istituti in cui le divinità venissero istruite sugli usi e costumi dell’umanità.
In questo contesto, il nostro protagonista e alter-ego è Yamato: un ragazzo semplice che aiuta i genitori nel loro negozio di tessitura. Per caso è anche amico di Sara Benzaiten, una divinità e idol delle L☆Seven, un gruppo divino che rappresenta l’apice del mondo musicale celestiale. In un fatidico giorno, conoscerà contemporaneamente Kagura Amauzu e Shuri Kisshouten, due dee minori che stanno partecipando ad un contest volto ad eleggere un nuovo membro per le L☆Seven. Per ragioni totalmente casuali spiegate solo attraverso una serie di straordinarie coincidenze, tutte e tre le eroine si ritroveranno insieme nel negozio di Yamato, il quale entrerà attivamente nelle vite di Kagura e Shuri al fine di aiutarle nel loro sogno di diventare idol.
Sebbene esistano alcuni temi complessi relativi alle difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi, alla stima delle proprie capacità e alle difficoltà delle relazioni tra umani e divinità, in LoveKami la maggior parte del tempo è totalmente dedicato al fanservice spudorato. Scena dopo scena, senza alcun intervallo a volte, vi troverete ad osservare le generose qualità fisiche delle tre divinità, il tutto condito da dialoghi e scene ambigue classiche del genere ecchi/hentai. Tra queste abbiamo: la ovvia “caduta che si trasforma in palpeggi”, il noto “entro nella doccia occupata dalle ragazze per sbaglio”, il famoso “ops mi si vedono le mutandine” e l’evergreen “ragazza sonnambula mezza nuda che entra nel letto del protagonista”. Insomma, se cercate un posto dove vedere immagini sexy di ragazze 2D, LoveKami farà sicuramente a caso vostro.
Nonostante il fanservice sia apprezzato, la trama è praticamente quasi solo di contorno al susseguirsi di situazioni al limite del soft porn. Se aggiungiamo poi che le scene sono così appiccicate che quasi si accavallano, l’eyecandy di LoveKami diventa quasi nauseante a volte, tanto da non dare alcun stimolo al giocatore. Anche in alcune scene più serie, dai toni abbastanza tristi, sono state inserite inquadrature che vanno solamente a favore della perversione, il che è solamente dannoso. Come disse un certo professore: “C’è un luogo ed un momento per ogni cosa, ma non ora!”.
Se a questo difetto aggiungiamo la brevità della trama ed il fatto che ci sia solo una scelta in tutto il gioco, LoveKami assume un valore mediocre dal punto di vista narrativo. Mediocre perché viene sorprendentemente salvato da alcune tematiche riuscite con successo, anche grazie all’esperienza con If My Heart Had Wings. In generale però, LoveKami potrebbe piacere molto (o meno) in base al proprio grado di gradimento di scene ecchi, le quali sono decisamente numerose.
Divinità generose
Parlando dei personaggi, c’è abbastanza poco da dire. Generalmente, nelle opere di questo stampo si cerca di accontentare tutti inserendo diversi tipi di personaggi. In LoveKami però, nonostante la differenziazione caratteriale, le tre eroine sono tutte e tre ragazze con un seno molto (troppo) abbondante e fisicamente perfette. Tutte e tre sono abbastanza vivaci, tranne Sara che è leggermente più seria nella sua storia. Kagura è l’estremo del fanservice, essendo spudorata all’inverosimile, mentre Shuri è il classico terreno di mezzo dalle tendenze tsundere. Questa sorta di aura monotematica è un punto decisamente negativo, considerando la durata e il poco approfondimento dedicato ad ognuna delle ragazze.
Sebbene ognuna di loro spieghi per filo e per segno la propria origine divina, alla fine della fiera le loro vicende sono abbastanza standard e non riescono a far trapelare qualcosa di più delle eroine, oltre il loro aspetto fisico. Ciò penalizza il fanservice stesso, facendo risultare le tre ragazze come semplici pezzi di carne messi lì per essere esposti alla gente in tutte le loro forme nella maniera più scoperta possibile. Ciò è evidente anche nel gioco stesso, dove i video delle loro performance musicali vengono commentati essenzialmente solo per il loro aspetto fisico. E la cosa, alle protagoniste, va perfettamente bene.
Nel lato romantico, ognuna di esse almeno ha un proprio modo di esprimere l’amore verso il protagonista, portando ad alcune scene interessanti e significative, sorprendentemente. La migliore è forse quella di Sara, la quale affronta una crisi riguardo la sua carriera nonostante la sua allegria e spensieratezza.
Il cast insomma non è decisamente dei migliori, ma grazie all’essere divinità riesce a caratterizzarsi quanto basta per essere originale almeno. Tuttavia i difetti evidenti già sottolineati rendono l’esperienza piuttosto scarna e l’affetto per ognuna di esse quasi allo zero. Questo è specialmente dovuto al fatto che in genere, in un gioco di questo stampo, si cerca di seguire il percorso della propria eroina preferita, scelta in un cast diversificato. Qui, invece, le tre divinità sono così simili che una vale veramente l’altra e l’unico metodo di giudizio può essere applicato solo parzialmente per il carattere ed il background.
Immagini semoventi
Parlando del lato tecnico, vediamo l’utilizzo della tecnologia E-mote, che permette alle immagini “ferme” di essere animate sia a livello fisico che espressivo. Questo stile, già visto in Nakopara per esempio, è molto utile per coinvolgere il giocatore e rendere più dinamiche le scene di dialogo. Ovviamente è usata anche nelle scene in CG, e ciò è sicuramente un punto di qualità. I disegni, per la maggior parte, sono ben realizzati ed accurati, anche se certe volte si tende ad abbondare le già generose forme delle ragazze, creando effetti così esagerati da sembrare quasi super deformed. Tuttavia la qualità delle CG è ottima anche grazie al perspicace utilizzo dei colori e del dinamismo in riferimento alla danza delle divinità, che la fa da padrone nelle tematiche di gioco.
Il lato sonoro è forse il punto più saldo di LoveKami, in quanto presenta un doppiaggio completo e moltissime canzoni originali fatte appositamente per il titolo. Non che sia una sorpresa, trattandosi di un gioco che gira intorno alle idol. Le doppiatrici fanno un ottimo lavoro per sollevare la caratterizzazione dei personaggi, anche se non è proprio uno dei doppiaggi più brillanti. Anche solo vedendo le eroine, un conoscitore del mondo dell’animazione giapponese può già indovinare che tipo di voce avranno. Inoltre, probabilmente per colpa della scelta del design, rendono quasi ogni frase con un tono provocante, anche quando non ce ne è bisogno. Tuttavia si tratta sicuramente di un livello qualitativo superiore alla maggior parte delle visual novel di questo stampo.
Passando ai menu, ci sono moltissime opzioni per i più smanettoni. Dal silenziare singole voci fino alla personalizzazione dei comandi rapidi. Gli slot di salvataggio sono moltissimi e ovviamente è presente una funzione di Quick Save/Load. Data la natura del titolo, è stato inserito il classico bottone di salvezza, il quale minimizza istantaneamente il gioco alla pressione di Esc, oltre al meccanismo che sposta automaticamente il cursore su “Okay” quando si vuole chiudere il gioco, permettendo di uscire dal programma con un semplice click. Oltre le opzioni, l’interazione del giocatore è praticamente nulla.
Conclusione e commento dell’autore
LoveKami Divinity Stage è una visual novel che fa il suo lavoro nell’essere ecchi. Nonostante sia evidente che fosse nata per essere un eroge puro e semplice, con le policy di Steam dobbiamo accontentarci del fanservice più soft. Le eroine, per quanto monotematiche e poco ispirate, sono “godibili” e tutto sommato strappano qualche risata. La storia è piuttosto leggera e sono presenti alcuni spunti di riflessione, anche se nascosti molto in profondità.
La durata è piuttosto breve e le scelte di dialogo sono praticamente assenti, ma tutto sommato il piano tecnico risulta abbastanza ben realizzato da rendere questo videogame un discreto passatempo. Chiaramente è un prodotto consigliato a chi cerca specificamente un qualcosa di questo genere, dove la trama è secondaria e il cibo per gli occhi è presente in ogni secondo. Purtroppo il cast (tre elementi) è uguale d’aspetto, tutte ragazze con una sesta di seno e un lato B ben costruito, perciò non aspettatevi una scelta così ampia per il vostro interesse amoroso, anche a livello caratteriale dato che le loro personalità vengono messe in secondo piano per dare spazio alle loro “passioni”.
In un certo senso, LoveKami è l’opposto di If My Heart Had Wings in ogni suo aspetto, e assomiglia a una sorta di dimostrazione per l’eccellente E-mote engine. Se cercate un racconto impegnato, un cast ampio ed un mondo di eroine da poter conoscere, questo gioco non fa per voi. Si tratta più che altro di un leggero passatempo e nulla di più.
Personalmente ho molto poco da aggiungere all’analisi qui sopra, data la scarsità degli elementi di cui parlare. Se vi dovessi consigliare una delle tre eroine, direi Sara in quanto ha la storia più seria delle tre. Se invece volete fan service a gogo, andate per Kagura, la quale non vede l’ora di mostrarvi le sue zone nascoste. Spero che il prossimo progetto di MoeNovel si avvicini nuovamente all’eccellente qualità di If My Heart Had Wings.