In Italia abbiamo ancora difficoltà a parlare la lingua del game development e soprattutto a farla capire (e diffondere) tra il pubblico italico e quello estero. Per fortuna in questo ambito ci pensa la milanese Milestone a difendere il tricolore con la sua oramai lunga esperienza nei racing game su licenza.
Così, dopo Valentino Rossi: The Game e in attesa di MotoGP ‘17 (in uscita il 15 giugno), la nostra voglia di corse potrà essere sfogata in MXGP 3, titolo sviluppato su licenza del campionato di motocross di quest’anno che ripropone i 16 tracciati e tutti i piloti del mondiale, con qualche cambiamento rispetto al passato e qualche lacuna ancora da colmare.
Fanghi e caschi ufficiali
Per fortuna le lacune sotto l’aspetto della licenza sono state ampiamente colmate con i piloti ufficiali delle due classi (MX2 e MXGP) presenti e pronti a darsi battaglia lungo i tracciati del mondiale 2017.
La completezza di questi aspetti non può che sorridere alla modalità carriera che offre al giocatore la possibilità di scalare le classifiche iridate partendo con una wild card fino a riuscire a sfidare (se abbastanza bravi) i vari Cairoli e Desalle. La carriera, manco a dirlo, è il nodo centrale dell’esperienza del titolo e offre numerose ore di gioco per altrettanti momenti di soddisfazione e anche frustranti giri nel tentativo di migliorare la propria posizione.
Peccato che negli intermezzi tra una gara e l’altra e le comunicazioni della squadra siano troppo piatte e prive di qualunque forma di immersività. Avremo a disposizione un caposquadra che ci invierà brevi e rari messaggi per comunicarci scelte o obiettivi, ma sarà difficile sentirsi parte di un team. Saremo soli e senza un supporto (nel caso fosse necessario) che ci suggerisca scelte di setup del veicolo durante le prove o ci dia consigli in caso di avverse condizioni atmosferiche.
Accanto ad una modalità carriera profonda trovano posto tutte le altre modalità accessorie sempre ottime per variare di quel tanto che basta l’offerta di gioco. Tra corse singole, time trial e affini quello che colpisce maggiormente è il compoud, un vero e proprio ranch più da trial che da gara nel quale potremo divertirci liberamente e migliorare le nostre abilità con salti e acrobazie e trovare il giusto feeling e setup della moto. Freerun a profusione per un divertimento assicurato.
Simulazione o arcade?
Invariata è rimasta rispetto al passato la gestione dell’esperienza, assegnata con punti per singole abilità dopo ogni gara della carriera, e quella dei crediti, ottenibili partecipando a qualunque tipo di modalità e utili per acquistare moto, modifiche e oggetti per decorare veicoli e pilota. L’assegnazione di questi crediti a fine gara dipenderà dal livello di aiuti e difficoltà che avremo settato, premiando i piloti più caparbi (e abili) ma non penalizzando i neofiti o i meno pratici.
La versatilità di MXGP 3 permette di essere apprezzato senza problemi sia da ha esperienza da enduro e trial sia da chi sullo scooter filava a massimo 40km/h. Simulativo o arcade? Dipende dal setting che si userà ma siamo comunque in una via di mezzo con una maggiore inclinazione verso il realismo complice anche l’importante ruolo del peso del corpo in sella per eseguire curve strette, atterrare senza incidenti e mantenere sempre al meglio l’aderenza delle ruote.
A questo si aggiunge una pregevole realizzazione della fisica del terreno che, rispetto al precedente capitolo, sembra essere maggiormente influenzata dal passaggio continuo delle moto che creeranno solchi sulla pista che influiranno sulla gestione del peso e delle traiettorie. Ne viene fuori l’indispensabile necessità di lavorare di bilanciamento e correggere il proprio stile di guida per ottenere il massimo vantaggio da ogni svolta.
Di contro, con i settaggi più realistici si è costretti a continue compensazioni con gli stick del pad (la tastiera per giocare è comunque valida ma non a difficoltà alta) che in alcuni casi sono difficili e stancanti da realizzare di continuo. A questo si aggiunge una fisica degli incidenti ancora con qualche difetto (ci è capitato di “cavalcare” con la nostra moto un pilota senza problemi) e con penalità per i tagli di pista che risultano non impeccabili e in alcuni casi incomprensibili.
Il fango patinato
Se finora il gioco si fa apprezzare per il suo upgrade rispetto al MXGP 2, non possiamo fare a meno di evidenziare che sotto l’aspetto grafico la storia invece non è cambiata. Il motore grafico (Unreal Engine) fa il suo dovere ma visivamente si iniziano a percepire le rughe di questo engine.
I modelli delle moto e dei piloti sono ben realizzati ma troppo simili e alcuni elementi di sfondo e dei tracciati sono meno curati con texture dall’effetto sfumato che in taluni casi disturbano la vista. Stesso dicasi per le texture applicate su moto e piloti gradevoli, ma spesso dall’effetto artificioso.
Gli effetti di luce e del terreno, che si evolve oltre fisicamente anche visivamente al passaggio della carovana di pneumatici tassellati, hanno una buona resa visiva ma risultano un po’ troppo sfocati e fittizi in alcuni frangenti. Buona risulta la resa delle macchie di fango su veicoli e tute anche se un po’ troppo standardizzata.
In un quadro generale il gioco è graficamente gradevole, seppur un po’ patinato e un po’ datato, complice anche un menu di gioco minimal e privo di mordente. Il senso di velocità che si riscontra è comunque buono e appagante. In tal senso, giocare con visuale in prima persona è una esperienza tutt’altro che fastidiosa o imprecisa (da provare assolutamente).
A livello sonoro il gioco offre una ristretta selezione di tracce un po’ ripetitiva e tamarra ma in linea con lo stile “dirty” del gioco e una campionatura di suoni discreta ma senza picchi di qualità. Le moto “suonano” un po’ tutte allo stesso modo e manca qualche suono in caso di collisioni, incidenti o atterraggi bruschi.
Si difende bene anche il multigiocatore che pur senza straordinari elementi innovativi offre server apparentemente stabili (test effettuato su una decina di partite con massimo quattro utenti in gara).
Conclusione e commento dell’autore
MXGP 3 si presenta come un buon passo in avanti rispetto al suo predecessore soprattutto sotto l’aspetto tecnico. Permangono alcuni difetti sotto il profilo della fisica delle collisioni e un aspetto grafico sporcato da qualche texture non impeccabile.
Il gioco è per certi versi come ce lo si aspetta: sporco, veloce, acrobatibo e un po’ tamarro, anche se questo aspetto è molto mitigato da uno stile minimal dei menu e da una scelta limitata della personalizzazione del pilota.
Personalmente sulle prime il gioco non mi aveva particolarmente impressionato e, anzi, sembrava essere poco curato. Tuttavia, una volta superato lo scoglio dei comandi e del bilanciamento del peso in sella, il gioco si è mostrato molto apprezzabile e godibile soprattutto dai fan di questo sport, sia che abbia una preparazione arcade sia che sia un esperto di cross e trial.