Annualmente gli sviluppatori di videogiochi hanno l’obbligo di migliorare i progressi della propria creatura, creando una o più funzionalità per cercare di mantenere la serie fresca e di successo. La serie NBA 2K, che per due anni consecutivi vince alla grande il confronto con NBA Live, continua a giocare in modo sicuro mantenendo l’esperienza principale in gran parte uguale.
I ragazzi di Visual Concepts, invece di riflettere su alcuni miglioramenti e caratteristiche commercializzabili, decidono di aggiornare e semplificare alcune delle caratteristiche fondamentali della serie, introducendo diverse ed interessanti modalità, e gettando le fondamenta per un futuro roseo. La versione da noi testata per la recensione è quella PC. Vi ricordiamo che NBA 2K18 è disponibile anche su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.
L’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite
Frase detta da Lebron James, considerato uno dei migliori cestisti di tutti i tempi, selezionato con la prima scelta assoluta al Draft NBA 2003 dai Cleveland Cavaliers, nominato NBA Rookie of the Year (nel 2004) e quattro volte NBA Most Valuable Player. Perchè ho scelto di citare questa frase all’inizio di questa recensione? Semplice, NBA 2K18 è più che un semplice prodotto videoludico, ma rappresenta alla perfezione lo spirito e l’amore per il basket americano.
Una delle principali caratteristiche che ha reso famosa la serie 2K è proprio questa forza nel convogliare tutto il bello di questo sport, in un videogioco, trasportandoci sul parquet per impersonare i nostri miti, ma avendo anche la possibilità di creare un nostro avatar e vivere una storia per competere nell’NBA. Ma di questa questa modalità parleremo in seguito.
Nella passata edizione, gli sviluppatori hanno cercato di concentrarsi principalmente sul riprodurre la fisicità degli atleti in campo, ottenendo un risultato davvero impressionante. Bene, in questa edizione sono riusciti addirittura a migliorare sotto questo aspetto, grazie ad un brillante uso del motore fisico e delle collisioni.
I cestisti reagiscono in maniera molto più realistica agli scontri tra attaccanti e difensori durante le azioni di gioco. Ma non è finita, i ragazzi di Visual Concepts hanno impreziosito il titolo con l’introduzione di nuovi meccanismi “corpo a corpo” durante gli 1v1. Negli scontri frontali, il difensore cercherà di accompagnare l’avversario impedendogli la penetrazione o un facile passaggio, se dotato di una fisicità superiore all’attaccante ovviamente. Scordatevi insomma le penetrazioni “nel burro”, non sarà più così facile.
Tutto questo merito anche di una intelligenza artificiale decisamente migliorata dalla passata edizione, ma ancora ampiamente migliorabile per il futuro. Le squadre sono in grado di leggere bene le azioni di gioco, e reagire di conseguenza. Se dentro la lunetta troveremo un giocatore non particolarmente pericoloso, la difesa slitterà nella copertura e nel blocco di altri avversari, magari un tiratore da tre smarcato al limite.
Le animazioni, i volti, i dettagli fisici e tutto il contorno che da sempre rende l’NBA un vero spettacolo, sono riportati all’interno del gioco in maniera estremamente curata e realistica, decisamente sopra la media dei titoli sportivi.
Non c’è nulla da aggiungere al gameplay, il lavoro svolto quest’anno dagli sviluppatori è impeccabile, fluidità dei 60fps, ottime animazioni, uno spettacolo per gli occhi.
Vita di quartiere
Il più grande cambiamento in NBA 2K18 è sicuramente l’aggiunta di una piccola area sociale hub chiamata Vita di quartiere, che oltre ad ospitare diversi negozi di microtransazioni per personalizzare il nostro personaggio, serve per semplificare le modalità MyCareer, MyPark e Pro-Am. Ora per spostarci da un’area all’altra non dovremo più navigare attraverso vari menu.
Simile alla maggior parte dei giochi online con un hub sociale, il quartiere di NBA 2K18 è sovraffollato con molti giocatori simili a zombi rivestiti. Con un sacco di giocatori che si affollano attorno ad entrambe le aree del Quartiere, è difficile non essere tentati nel provare le varie modalità, inoltre i badge del tuo giocatore e la progressione saranno condivise anche nelle modalità MyCareer, Park e Pro-Am.
Al di fuori del parco giochi, il quartiere tuttavia non sembra essere niente di speciale, con tanti edifici generici. Ci sono anche dei mini giochi nel centro sociale, ma possiamo dire che la maggior parte delle interazioni che avrete saranno per la competizione nei punteggi. Da sottolineare che la palestra è ora situata in questa modalità, e spesso sarà popolata da altri giocatori, una caratteristica che può essere sia divertente che fastidiosa, specialmente quando si deve aspettare il turno per utilizzare l’attrezzatura.
Oltre a servire come area per l’accesso alle modalità di gioco e per avere negozi che vendono oggetti, non c’è molto altro da vedere in in questo Hub. Camminare poi alla lunga diventa noioso, con le varie destinazioni non vicinissime tra loro. Fortunatamente, è possibile accedere a mezzi di esplorazione più rapidi come uno skateboard, dopo ore e ore di gioco.
Lo skateboard, insieme ad un altra serie di ricompense, è ottenibile tramite il sistema di ricompensa chiamato The Road to 99. Quando i giocatori aggiorneranno gli attributi del loro personaggio riceveranno ricompense, abilità e accessi alle attività del quartiere. È un aspetto eccellente che spinge a continuare a progredire nel gioco.
DJ, Musica o Basket?
Nella modalità Carrierà vestiremo i panni di DJ, un ragazzo che prima decide di prendersi una pausa dal basket scolastico per concentrarsi sulla musica, per poi ributtarsi in seguito nel basket in cerca di fortuna nell’NBA da giocatore free agent.
Una volta scelta la squadra, si verrà immediatamente teletrasportati allo spogliatoio del team, dove, sia prima che dopo la gara, è possibile assistere ad alcune scenette dai toni particolarmente scanzonati, in cui DJ cerca di conoscere meglio i suoi compagni di squadra e diversi membri dello staff.
Nella scorsa edizione il nostro personaggio aveva una background ben delineato, con un atleta partito dal college che diventava una superstar grazie al lavoro duro. Mentre per quanto riguarda DJ non viene approfondito nulla della sua vita. Il cast di personaggi appare abbastanza casuale, dando vita a molti momenti indolenti. Il racconto appare troppo insistente sulla chiacchiera da spogliatoio, con cutscenes che avremmo skippato volentieri.
Molto interessante è invece la gestione dell’esperienza accumulata, che verrà calcolata in base a vari eventi positivi durante la partita, come i blocchi portati, blocchi evitati, palle rubate, punti, assist ecc. Purtroppo nel caso non aveste una connessione Internet e vogliate giocare “offline” la carriera, non avrete accesso né al quartiere né a nessuna delle cutscene.