Neon Chrome è un gioco tipicamente pensato per la combo tastiera+mouse, ma ciò non ha scoraggiato gli sviluppatori a portare la loro nuova creatura su PlayStation Network e Xbox Live. Torniamo dunque nel tentacolare e scintillante grattacielo della Neon Corp a vedere come se la cavano questa volta i nostri fedeli (loro malgrado) androidi.
Rogue-Like+Twin Thick Shooter: e no eh, non di nuovo!
Per chi si fosse perso l’uscita di Neon Chrome su PC è doveroso fare un riepilogo su cosa questo peculiare titolo ha da offrire. La formula di gioco di Neon Chrome è un ibrido tra il genere dei twin thick shooter e quello dei rogue like. Per chi fosse nato prima del Crollo del Muro e in questo momento non ha idea di cosa stiamo parlando è ulteriormente doveroso spiegare cosa siano.
I Twin Thick Shooter non sono altro che sparatutto con visuale a volo di uccello: di fronte a mostri disposti a farci la pelle da ogni angolo saremo chiamati a spostare il mirino in un arco di 360° gradi.
I rogue-like invece sono giochi che riprendono alcune caratteristiche di Rogue, titolo d’inizio anni Ottanta ispirato a Dungeons and Dragons. Elementi essenziali di questo genere sono, tra gli altri, la generazione casuale dei livelli che via via affronteremo e la morte permanente del nostro personaggio. Se veniamo uccisi tutto ciò che abbiamo ottenuto e conquistato andrà perduto: spesso, ci toccherà persino ricominciare da zero.
Entrambe le categorie risalgono agli albori della produzione videoludica e la loro componente arcade in Neon Chrome è presente in ogni suo pixel, a cominciare dal livello di difficoltà che, appena concluso il rapido tutorial, vi vomiterà dentro un inferno di laser, orde di mostribot decise a farvi a pezzi, granate e mine, che vi porterà con ogni probabilità a morire senza esser riusciti nemmeno a raggiungere il primo boss.
Pay for Pleasure
Quindi si dovrà morire e morire su livelli sempre nuovi senza soluzione di continuità? Fortunatamente Neon Chrome è pur sempre un titolo del 2016 e la sua componente rogue è stata incanalata verso percorsi più costruttivi. Nel corso delle sue disavventure l’androide che controlleremo dalla nostra comoda poltrona di collegamento neurale accumulerà dei crediti da nemici, casse e da livelli bonus. alla sua morte il collegamento neurale che ci lega al nostro androide verrà staccato, ma avremo a disposizione nell’Hub tutto il conio che ha accumulato. Grazie a questi soldi potremo acquistare potenziamenti per la salute, l’attacco, la fortuna (ossia la possibilità di avere livelli meno ostici o addirittura averne di meno) e via dicendo. Questi potenziamenti resteranno attivi per tutti gli androidi che via via risveglieremo dalle loro capsule criogeniche per mandarli in battaglia. Morire in Neon Chrome non è affatto una tragedia, ma un passaggio obbligato per poter andare avanti e la potenza via via crescente del nostro androide sarà il frutto del sacrificio di chi lo ha preceduto.
Via via che diventeremo sempre più potenti, nemici e orde che prima ci sembravano imbattibili inizieranno a farsi più malleabili e finalmente arriveremo a sconfiggere il primo boss. Qui Neon Chrome mostra un ulteriore lato conciliante rispetto ai rogue-like duri e puri. I piani del grattacielo della Neon Corp avranno infatti dei checkpoint ogni volta che riusciremo a sconfiggere uno dei tre boss precedenti all’Overseer che ci attende in cima all’edificio.
Il percorso che va un boss all’altro non è comunque da sottovalutare, in quanto il numero e la pericolosità dei nemici aumenterà esponenzialmente col nostro procedere verso il livello finale. Recuperare energia è possibile con vari potenziamenti e sale operatorie sparse per i livelli, ma occorrerà in ogni caso avere una buona gestione della propria salute per non rischiare di arrivare al boss con poca vita. D’altra parte, la componente esplorativa nei livelli di Neon Chrome è molto importante e in qualche modo scoraggia la tentazione di procedere troppo rapidamente. Cercare di trovare il modo più immediato, e possibilmente indolore, per raggiungere il boss resta una possibile strategia, ma rischieremo di lasciare per strada potenziamenti e armi che ci saranno fondamentali una volta giunti allo scontro, per quanto la scelta su cosa i livelli avranno da offrirci sarà affidata prevalentemente al caso.
Hold the stick, reinforcements are always on time
Il fattore random per la personalizzazione del personaggio non si limita tuttavia ai potenziamenti presenti nei livelli, validi fintanto che il nostro combattente resterà in vita. Ogni volta che risveglieremo un androide dalla criogenia potremo infatti scegliere tra tre configurazioni. Ogni configurazione avrà una classe, dall’hacker in grado di penetrare i sistemi di sicurezza aprendo box colmi di denaro, all’assassino capace di rendersi invisibile nelle zone d’ombra e colpire a sorpresa ottenendo bonus d’attacco critico, alcuni bonus e malus su parametri quali velocità, attacco, e infine sull’equipaggiamento in dotazione: un’arma principale e un’altra speciale utilizzabile soltanto usando una barra dell’energia, ricaricabile sempre attraverso nemici e box.
Il numero di classi, bonus e di armi a disposizione è, tuttavia, ben superiore a quello di tre e spesso vi capiterà di non trovare la classe d’assalto che tanto amate usare. Questa scelta serve a rendere ogni partita unica nel suo genere, sebbene ad alcuni potrà far storcere il naso il dover essere costretti a variare approccio di gioco dopo ogni morte.
Randomizzare le caratteristiche del proprio personaggio è, d’altra parte, in linea con la generazione casuale di livelli ad ogni avvio. Anche in questo caso tuttavia Neon Chrome non si affida del tutto al caso e i livelli di gioco si possono alla fine suddividere in alcune grandi categorie, a cominciare da quelli canonici dove bisogna raggiungere l’ascensore verso il livello successivo, spesso raccogliendo delle chiavi custodite da miniboss utili ad aprire delle porte, fino a livelli che richiedono la distruzione di alcuni obiettivi sparsi per il piano prima di poter proseguire.
I nemici sono tanti e picchiano duro, ma l’IA non è particolarmente ostica e si limita ad aggredire a vista senza mettere a punto tattiche particolari. Se presi singolarmente, raramente una guardia o un mostrobot risulterà essere pericolosa, ma in grande numero potranno costituire una seria minaccia e, naturalmente, il più delle volte saremo costretti ad affrontarne dai quattro o cinque alla volta fino ad intere decine, e per evitare di essere messi alle strette dovremo anche fare attenzione a non allontanarci troppo per evitare che altri nemici ci notino unendosi alla mischia. A rendere ancora più pressante il ritmo di gioco è la possibilità, sempre casuale, che un’orda di rinforzi faccia irruzione nel piano intenzionata a farci la pelle. Un timer ci darà circa trenta secondi di tempo per prepararci e decidere se cercare di fuggire precipitosamente dal piano oppure prepararsi ad accoglierli a dovere.
Proprio la preparazione tattica costituisce un elemento essenziale per poter far sopravvivere il nostro androide il più a lungo possibile.
Gli ambienti di Neon Chrome sono i piani del grattacielo della Neon Corp e sono costituiti perlopiù da laboratori, appartamenti e uffici. La visuale dall’alto ci garantisce una visione estesa sulla collocazione di stanze e corridoi, le cui pareti possono tuttavia crollare sotto il peso dei colpi nostri e di quelli dei nostri nemici. Usare in maniera sapiente l’ambiente e il suo essere distruttibile sarà vitale per poter compensare al nostro svantaggio in termini di resistenza e potenza di fuoco (disparità che i nostri potenziamenti potranno diminuire solo in parte), orchestrando agguati, facendo convogliare i nemici in colli di bottiglia che annullino il vantaggio numerico o aprendosi nuove vie e linee di fuoco.
Dovendo combattere perlopiù in ambienti stretti e sotto il fuoco incrociato, precisione e rapidità di mira e tiro costituiscono un elemento molto importante in Neon Chrome. Nella versione PC il punta e clic del mouse svolge un ottimo lavoro nel tramutare il nostro androide in una piccola fortezza mobile in grado di dispensare morte da ogni angolo. Con gli stick analogici, invece, le cose non vanno altrettanto bene. Non che giocare Neon Chrome con il Dualshock PS4 sia ostico e scomodo, ma la reattività e la possibilità di posizionare il mirino in un punto preciso sono notevolmente inferiori rispetto al mouse. Un problema che come ogni buon giocatore su PC sa è tipico di ogni shooter, ma che in un titolo impegnativo come Neon Chrome non può far altro che emergere. Spesso vi troverete a dover scegliere se muovere velocemente lo stick analogico destro, ma senza inclinarlo del tutto in modo da poter essere rapidi, pur sacrificando parecchia precisione, oppure farlo girare al massimo della sua inclinazione così che il mirino resti stabile a scapito, però, della rapidità di manovra. Millesimi di secondo che lasciano il segno nei momenti più concitati del gioco e contro i boss.
Running in the 80s
Gli ambienti cyberpunk fatti di contrasti tra toni cupi a tinte di colori brillanti, le tracce techno e synth pop, con diversi prestiti da Brian Eno e, soprattutto, una pioggia battente intorno al grattacielo mentre il nostro androide si sveglia, solo tra centinaia di celle criogeniche, pronto ad essere un’arma umana di morte contro altri armi, umane e non, controllate dall’Overseer. Blade Runner scorre potente in questo titolo e la formula di gioco, così legata a due generi nati ed esplosi proprio nel periodo in cui uscì il film, non può che far pensare che se Neon Chrome fosse uscito trent’anni prima, in molti lo avrebbero indicato come tie-in apocrifo del capolavoro di Ridley Scott.
Le intuizioni stilistiche degli sviluppatori di Neon Chrome sono solo parzialmente supportate da un comparto tecnico che vive di alti e bassi. La colonna sonora, seppur limitata a un paio di tracce (naturalmente dalle sonorità sintetiche tipiche della decade del synth pop), riesce perfettamente a creare atmosfere evocative pur instillando nel giocatore una sensazione d’ansia e di minaccia incombente. Non lo stesso si può dire degli effetti sonori, spesso assenti e che quando sono presenti fanno persino rimpiangere la loro assenza: alcuni, come il rumore delle guardie, sono talmente fatti male da quasi riuscire a rovinare l’ottimo lavoro svolto dalla colonna sonora.
Un problema simile affligge la componente grafica. Dal punto di vista prettamente stilistico Neon Chrome riesce a dare quello senso di straniamento e inquietudine tipiche delle atmosfere cyberpunk ideali per uno shooter dai ritmi sincopatici, soprattutto grazie alla scelta cromatica che vede luci accecanti al neon squarciare il buo di ambienti grigi e opprimenti. La resa grafica tuttavia non è all’altezza dell’ispirazione artistica e, così come per il sonoro, la bruttezza di certi modelli grafici (anche in questo tocca chiamare a esempio le povere guardie) è tale da rischiare di rompere la sospensione dell’incredulità.
Sospensione dell’incredulità in ogni caso affidata esclusivamente alle sensazioni suscitate dall’ambiente. La storia di Neon Chrome è, infatti, poco più che un pretesto e si limita a prende alcuni spunti dalla tradizione tipica della letteratura distopica, dal Grande Fratello di Orwell fino a, naturalmente, Ma Gli Androidi Sognano Pecore Elettriche (che per chi non lo sapesse è il romanzo da cui è stato tratto Blade Runner).
Conclusioni
Neon Chrome è un esperimento di gameplay nel complesso riuscito, soprattutto grazie alla sua intelligenza nel voler adattare ai nostri giorni due generi che, ad essere schietti, non sono invecchiati per niente bene. Dare importanza alla componente tattica grazie alla visuale a volo d’uccello e far sì che il fattore casuale e la morte permanente dei rogue-like siano occasioni non di punizione, ma di crescita e stimolo ad esplorare i livelli di gioco, fa sì che il titolo possa essere godibile non solo per i nostalgici delle vecchie glorie su cabinato e sulle prime console da salotto dei primi anni ottanta.
Come ogni esperimento è, in diversi suoi aspetti di gioco e nel comparto tecnico, rozzo e a volte persino ingenuo (piccolo consiglio spoiler free: una volta battuto il primo boss cercate assolutamente di battere anche il secondo e raggiungere il terzo checkpoint). Nonostante alcune buone idee di gameplay, la scarsa IA dei nemici e il sostanziale ricorso a orde sempre più numerose come fattore di crescita della difficoltà rischia di rendere il titolo ripetitivo ben prima di esser riusciti ad arrivare faccia a faccia con l’Overseer.
La conversione del titolo da PC a Playstation 4 e Xbox One non è stata un disastro, ma una maggiore cura nella sensibilità degli analogici, soprattutto di quello destro, sarebbe stata necessaria. A meno dunque di non volerlo giocare con un amico in co-op locale, non si può che consigliare di giocare Neon Chrome sul proprio computer in cui è possibile usare il sistema di controllo ad esso congeniale, piuttosto che sulle console di casa Sony e Microsoft.
Qui la recensione di Neon Chrome su PC.
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