Dopo il successo di critica e pubblico riservato a Layers of Fear, era ovvio che il team polacco, Bloober team, si sarebbe messo subito a lavorare su qualcosa di nuovo. Observer è proprio quel qualcosa, un titolo cyberpunk dalle forti tinte horror che prende spunto proprio dal loro precedente successo.
Anche se di buona qualità, Layers of Fear soffriva comunque di diverse problematiche, soprattutto tecniche. Sarà riuscito questo talentuoso team a migliorarsi e a proporci una nuova perla ?
2084
Anno 2084, noi siamo Daniel Lazarsky, un agente di polizia di Cracovia, per la precisazione siamo un Observer. Questi ultimi sono particolari individui in grado di interlacciarsi con i dispositivi neurali delle persone e rivivere i loro ricordi.
In questo futuro le persone sono state soggette a potenziamenti neurali e fisici, situazione già vista in altri titoli cyberpunk, come ad esempio Deus Ex. Per evitare il rigetto di questi potenziamenti, è necessario somministrare una dose di Synchrozine, medicina creata per rimanere sincronizzati con gli apparecchi.
All’inizio della vicenda riceviamo una chiamata anonima che si scopre poi essere nostro figlio Adam, scomparso dai radar da anni. Ci chiede aiuto e dopo aver rintracciato la chiamata, ci ritroviamo in un condominio residenziale di basso ceto sociale. Inizia così una ricerca spasmodica per trovare il proprio figlio, imbattendosi in diversi omicidi che portano ad una indagine destinata ad evolversi in qualcosa di cupo e spaventoso.
Sin dall’inizio ci si rende conto dell’ispirazione che i ragazzi di Bloober team hanno preso per sviluppare Observer, a partire dal libro 1980 di Orwell, rappresentazione perfetta di una società distopica degli anni 80, dove la diseguaglianza regna sovrana. Non mancano poi riferimenti a Blade Runner, Deus Ex e Ghost in the Shell.
In generale la storia si dimostra interessante, a tratti veramente intrigante, ma si perde in una lentezza fuori dall’ordinario che va a culminare con un finale non del tutto appagante. I collegamenti neurali, protagonisti veri e propri del titolo, non sono nient’altro che “sogni onirici” piuttosto frustranti da “giocare” e incomprensibili a volte da interpretare.
Bloober Team ha provato a prendere una sceneggiatura poco originale e renderla enigmatica per il giocatore, a nostro parere non riuscendoci. Un vero peccato, anche considerando che Layers of Fear funzionava davvero bene in questo contesto.
Per fortuna la meravigliosa intepretazione di Rutger Hauer (Blade Runner, Sin City… ) nei panni del protagonista Daniel, riesce a dare la giusta pesantezza al personaggio, rendendolo verosimile alla situazione e alla sua vita, che nel corso del gioco si rivela essere tutt’altro che felice e spensierata, con un passato difficile e macchiato dalla morte della moglie.
Sguardi forensi
A differenza di Layers of Fear, in Observer non ci si limita a raccogliere gli oggetti o a camminare, c’è una vera e propria fase di investigazione, grazie alle nostri due visioni, una dedicata agli oggetti elettronici e l’altra per scovare eventuali tracce organiche.
Alla fine le varie fasi investigative non risultano importanti ai fini della trama, così come non sono necessari i vari dialoghi che sviluppiamo con alcuni personaggi che pur essendo a schema d’albero, non cambiano in alcun modo il procedere della vicenda. La loro presenza comunque rende più vario il gameplay che di norma risulta comunque molto lineare.
Luci e ombre
Observer ha un buonissimo impatto visivo, galvanizzato dall’utilizzo dell’Unreal Engine 4, tuttavia è ricaduto nelle stesse problematiche di Layers of Fear su console. Il gioco risulta poco fluido, con costanti cali di framerate e caricamenti – opportunamente mascherati con le porte – che spezzano troppo il procedere del gioco, aspettare più di 5 secondi per aprire una porta, oltre a essere inverosimile, risulta anche fastidioso.
La direzione artistica è di ottimo livello, pur non presentando livelli troppo dissimili tra loro, riesce a dare la giusta atmosfera al titolo, impreziosita da un doppiaggio generale veramente di ottimo livello. Anche gli effetti audio generali sono ben ricreati, riuscendo a farci immedesimare bene nelle varie situazioni e ambienti di gioco.
Conclusioni
Observer è una buona prova per i polacchi di Bloober Team, ma con tutta sincerità ci si aspettava quel qualcosa in più. La trama racconta una vicenda più volte vista in tantissimi film e videogiochi, non riesce a colpirci e il suo rendere “enigmatico” e lente alcune situazioni, non migliora la situazione. Peccato, perchè risulta comunque godibile e ben scritta, inoltre il protagonista grazie all’interpretazione di Rutger Hauer, riesce a garantire una grandiosa atmosfera al titolo, impreziosita da un art design di alto livello.
Abbiamo riscontrato ancora le diverse problematiche di framerate su console, già presenti nella loro precedente opera. In un titolo lineare e narrativo come questo, cali di framerate risultano essere terribilmente fastidiosi, soprattutto se sono così evidenti come in questo caso.
Bloober Team è un team talentuoso che può fare sicuramente di più e ci auguriamo possa riuscirci con un prossimo titolo. Observer è stata comunque una esperienza di tutto rispetto che nella sua durata complessiva di 6 ore è riuscito a intrattenerci.