L’accoppiata gioco di ruolo-personaggio ha sempre avuto una caratteristica fondamentale: il personaggio per l’appunto, è praticamente sempre colui che è destinato a diventare il prescelto e/o salvare il mondo. Il protagonista quindi, con tanti doveri da compiere, si fa carico di tante responsabilità. Bene, questa dovuta premessa, in Outward, è un mito da sfatare perchè il nostro alter-ego, in questo gdr-survival, non è nient’altro che un uomo comune, tra l’altro anche con un pesante debito da pagare, che non si sa quanto volontariamente, si trova al centro di questa avventura.
TRAMA, AMBIENTAZIONE E PRIMI PASSI…E CHE PASSI
Il nostro viaggio è ambientato nel mondo di Aurai, una terra tanto vasta quanto vuota e la seconda cosa che salta agli occhi è la possibilità, fin da subito, di andare dove vogliamo. Questa è la seconda, perchè la prima è che il nostro personaggio non è, come detto sopra, un eroe predestinato, ma un semplice uomo che risvegliatosi sulla spiaggia dopo un naufragio, riesce a tornare nella sua città natale, Cierzo, dove viene accolto nella maniera peggiore possibile: gli viene ordinato, di pagare il prima possibile, un grande debito che grava sulla sua famiglia da molti anni. Grazie mille, veramente, siamo commossi.
Dobbiamo quindi metterci l’anima in pace e partire in questo viaggio alla scoperta di un mondo in cui possiamo fare qualsiasi cosa e andare in qualunque posto, un pò troppa libertà. Una libertà che all’inizio può divertire e incuriosire il giocatore, desideroso di scoprire i luoghi più belli e leggendari della mappa, ma lo scontro con i nemici risulterà essere solo il primo dei tanti ostacoli da superare per diventare veramente padroni della situazione. Per fortuna, ci sono le missioni e gli NPC incaricati di affidarcele, che riescono a darci qualche linea guida su come muoverci. Senza questi ci ritroveremmo completamente spaesati e senza meta. Questi primi passi quindi, risultano essere più difficili rispetto agli standard gdr classici.
QUANTO GIOCO DI RUOLO E QUANTO SURVIVAL?
Per utilizzare la classica fare, Outward è un gioco, dal punto di vista del gameplay, severo, molto severo, ma giusto. Come abbiamo già detto sopra, la prima difficoltà consiste proprio nell’orientamento (ancora più difficile di notte) e nella conseguente bravura nel non incappare nei nemici più tosti.
Il breve tutorial nella città di Cierzo e poco fuori, ci spiega l’utilizzo dell’inventario, la crescita del personaggio, combattimenti e come affrontare sia le stagioni (il caldo e il freddo influenzeranno il nostro viaggio) sia i cambiamenti di stato. Finita questa piccola premessa, a noi due Aurai. Chi la spunterà?
PRENDIAMO SOLO LO STRETTO NECESSARIO
Procedendo con calma ed incontrando i primi nemici (che non diventano più forti man mano che cresciamo di livello, ma sono disposti a livelli differenti, in base alle aree di gioco), possiamo iniziare a fare veramente pratica con il combattimento e con l’equipaggiamento. Il primo risulta essere veramente vario e appagante, dato il vasto numero di armi a nostra disposizione e per ogni arma utilizzata ci ritroveremo con un move-set differente, utile questo per non rendere mai noioso l’approccio al nemico. Il secondo, gioca anch’esso un ruolo importante per il combattimento e per l’avventura in generale: la nostra sacca non dispone di molto spazio e quindi dobbiamo decidere con cura cosa portarci e cosa lasciare, in base ai nemici o al boss da affrontare e alla stagione in verso cui andiamo incontro. Viene quindi facile capire cosa portare se la nostra destinazione risultasse essere una montagna completamente innevata con un boss all’interno che infligge status veleno. Il ragionamento diventa più difficile nei casi di dungeon lunghi e ardui.
Inoltre, se dovesse risultare troppo pesante, i movimenti, nel combattimento e nel cammino, saranno più lenti, impedendoci di schivare o correre. Può essere però lasciato per terra, ma sempre a vista, in modo tale da non diventare preda nemica.
IL RAPPORTO CONTROVERSO CON L’ ESPLORAZIONE
Giusto per chiarirlo ancora una volta, Outward gira intorno alla libertà di movimento ed esplorazione, da cui scaturiscono tutte le nostre vittorie e sconfitte. Da sottolineare inoltre, come sia proprio il gioco a spingerci a vagare, dato che una delle prime missioni del gioco consiste nel raggiungere gli angoli della mappa e decidere a quale fazioni affiliarsi: la scelta di una piuttosto che l’altra, comporterà un approccio diverso alla partita, con specifiche missioni e caratteristiche proprie.
Insomma, vogliamo vagare senza meta, tentando la fortuna con i vari luoghi e vari nemici? Possiamo farlo. Vogliamo invece, procedere con calma e scoprire le zone passo passo? Possiamo fare anche quello. E’ il giocatore che decide, non dobbiamo mica salvare il mondo o uccidere il nemico più terrificante che Aurai abbia mai visto.
MULTIPLAYER E GAME OVER DA SOTTOLINEARE
La prima caratteristica degna di nota del titolo di Ninedots, è quella del multiplayer: i classici giochi di ruolo possono stancare o ancora, risultare difficile specificatamente ad una missione, per via di un nemico troppo forte. Qui entra il gioco la cooperativa. Non solo sarà possibile giocare insieme ad un amico online, ma anche a schermo-condiviso, con la possibilità di aiutarsi, curarsi e resuscitarsi a vicenda. L’avventura in compagnia comporta però, un aumento della forza del nemico, giusto per rendere le cose ancora più complicate.
Il secondo fattore che fa di Outward un gioco abbastanza diversificato è il game-over: in caso di morte, non potremo tornare in vita nel punto esatto in cui siamo caduti, ma resusciteremo in un luogo sacro o, sempre perchè ci piacciono le cose difficili, in un luogo ancora più brutto e per di più, senza l’equipaggiamento. Outward non lascia via di scampo.
TECNICAMENTE PARLANDO
La prova effettuata su PlayStation 4 Pro, non ha dato un buon esito. Dal punto di vista grafico c’è ancora molto da lavorare poichè, nonostante il vasto mondo di gioco, con alcune aree veramente belle, paesaggisticamente parlando, esso risulta vuoto e asettico, con pochi dettagli e alcuni di questi mal curati. Stesso discorso vale anche per il personaggi, privi di espressività. E’ come se gli sviluppatori abbiano volutamente trascurato questo aspetto, puntando tutto sull’aspetto gdr e survival. Molto buona invece la colonna sonora, incalzante e in grado di accompagnare il giocatore.