Dopo un lungo periodo passato in fase di early access, P.A.M.E.L.A., progetto di NVYVE Studios, è finalmente stato ufficialmente pubblicato su Steam lo scorso 18 giugno. Dopo l’uscita di Hypergun, gli sviluppatori canadesi puntano a creare una piccola ma solida community tramite questo progetto che ha fatto parecchio parlare di sé.
Presentandosi come un survival horror scifi, il titolo non brilla per originalità ed è tormentato da diversi problemi che ne affossano il giudizio complessivo; eppure, P.A.M.E.L.A. riesce a creare delle atmosfere, delle ambientazioni ed un contesto survival che potrebbero appassionare diversi amanti del genere.
Andiamo quindi a scoprire insieme da che parte pende l’ago della bilancia.
Una realtà “degenerata”
In un futuro remoto, a causa di una misteriosa catastrofe ambientale, il genere umano ha dovuto affrondare un “Exodus“; un esodo, appunto, con lo scopo di sopravvivere grazie alla creazione di città galleggianti autoalimentate tramite luce solare ed acqua marina, gli “Eden“.
A monitorare la vita del genere umano in questi Eden ci pensa l’intelligenza artificiale P.A.M.E.L.A. che, in seguito al caos ed alla distruzione causata dalla propagazione di un virus, decide di ricorrere agli sleepers, esseri umani posti in criogenesi in previsione di eventuali catastrofi demografiche.
Facendoci strada tra umani degenerati a causa del suddetto virus, droidi ricercatori e robot custodi, il nostro obiettivo sarà quello di trovare una soluzione al problema, grazie all’aiuto ed alla guida di P.A.M.E.L.A., appunto.
Un survival soddisfacente…
Il primo impatto con P.A.M.E.L.A., da un punto di vista grafico ed atmosferico, è molto soddisfacente. Lo Unity Engine è utilizzato a dovere e per la prima ora la sensazione di smarrimento e di isolamento è potentissima.
Starà a noi esplorare e lootare a dovere la mappa di gioco, trovando gli strumenti necessari per sopravvivere e comprendendo le varie meccaniche di gioco.
Prima di iniziare una nuova partita, sarà possibile impostare alcuni settaggi legati alla difficoltà del gioco, come la permadeath o la possibilità di trovare solo armi per il combattimento ravvicinato. A tal proposito, grazie all’escamotage narrativo degli sleepers, il respawn dei nostri protagonisti risulta essere narrativamente giusitifcato; una volta morti, infatti, la primissima cosa da fare sarà andare a recuperare l’inventario dello sleeper che ci ha preceduto. Sarà fondamentale per ricominciare l’esplorazione da dove l’avevamo lasciata.
Un’altra caratteristica che ho particolarmente apprezzato è l’assoluta mancanza di HUD; in puro stile Dead Space, la barra della vita e dei bisogni del nostro protagonista sarà visibile tramite l’AARM, un’interfaccia che ci permetterà di controllare ogni aspetto survival della nostra esperienza, dalla mappa all’inventario, arricchendo il comparto narrativo con dei codex e con un’enciclopedia che mi ha ricordato le fondamentali descrizioni di Mass Effect.
…un horror inefficace
Se il comparto survival di P.A.M.E.L.A. risulta essere complesso, strutturato e “divertente”, lo stesso non si può dire per le componenti horror.
Nonostante l’originalità e la funzionalità delle (poche) armi trovabili, i combattimenti risultano essere sempre troppo facili a causa di un’IA nemica che lascia parecchio a desiderare; a causa di ciò, viene appunto a mancare anche tutto il contesto horror del titolo. P.A.M.E.L.A. non riesce mai a spaventare o a mettere seriamente in difficoltà il videogiocatore, se non nelle prime fasi di gioco, quando l’incomprensibilità ed il mistero fanno ancora da padroni.
Per quel che riguarda il sonoro, nota positiva per le musiche e per i suoni d’atmosfera; da questo punto di vista, però, si poteva fare anche qualcosa in più, cercando di dare un tono ancora più dark ed horror ad un’opera che, appunto, non riesce ad impressionare da quel punto di vista.
In questo scenario, P.A.M.E.L.A. risulterebbe quindi essere un survival scifi non originalissimo e con alcuni difetti, tecnici e non, che ne minano l’esperienza di gioco, ma con una struttura solida ed un comparto grafico ben fatto in grado di regalare scene e sensazioni tipiche del genere di riferimento.
Effettivamente, è così, se non fosse che più si avanza nell’Eden e più ci si rende conto che a mancare, alla fine, è il divertimento; è per questo che mi sento di consigliare il titolo esclusivamente agli amanti delle ambientazioni fantascientifiche e dei survival in prima persona.
Solo in questo caso sarà possibile apprezzare a pieno il contesto descrittivo e narrativo offerto da NVYVE Studios.
Un’ultima nota negativa da segnalare riguarda l’ottimizzazione tecnica; nonostante P.A.M.E.L.A. non sia un videogioco particolarmente pesante , i requisiti di sistema minimi richiesti sono relativamente alti e, anche se rispettati, l’esperienza di gioco sarà minata da numerosi bug grafici e cali di frame rate che rendono il tutto instabile anche su build di fascia alta.
Abbiamo giocato P.A.M.E.L.A. grazie ad un codice inviatoci dagli sviluppatori.