Dopo tre anni anni avevo sinceramente perso le speranze di vedere Pillars of Eternity sbarcare su console, un po’ per l’annuncio del secondo capitolo e un po’ perché Obsidian aveva lasciato intendere in passato che difficilmente un porting ci sarebbe stato.
Invece, dopo Torment e Divinity Original Sin, ecco sbarcare sulle piattaforme da salotto anche il capolavoro CRPG (Computer Role Playing Game) Pillars of Eternity. Riconosciuto come il vero erede spirituale del leggendario Baldur’s Gate, arriva su Xbox One e PS4 in una edizione completa che comprende anche le due parti dell’espansione White March, ad un prezzo indicativo di 49.99 euro, anche in formato fisico.
Sviluppare un porting di questo tipo di giochi è sempre difficile, la loro impronta fortemente ruolistica e le loro meccaniche li rendono più semplici da giocare su computer. Paradox si occupa ancora una volta della pubblicazione del titolo, sarà riuscita Obsidian ad adattare questo capolavoro anche su console?
Benvenuto nella Foresta di Dyr
Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, si parte con la creazione del proprio personaggio, colui che diventerà il protagonista della nostra avventura. Si inizia con il nome, la classe, le origini, la razza, fino ad arrivare all’aspetto fisico del nostro avventuriero. Le statistiche da scegliere devono essere scelte con molta attenzione e precisione, dobbiamo già avere in testa come vogliamo imporci durante il nostro viaggio. Possiamo combattere e essere un prode cavaliere, oppure superare le problematiche con la diplomazia e il dialogo, spetta a noi decidere il percorso da intraprendere.
Una volta partiti ci ritroviamo nella Foresta di Dyr, il luogo in cui è ambientata la storia principale che ci vede protagonisti. Questa foresta è solo una delle regione dell’immenso mondo di Eora – nella Complete Edition si può visitare anche la Biancamarca e probabilmente nel secondo capitolo il mondo di gioco verrà esplorato ulteriormente – che vede tantissimi luoghi da esplorare e mostri da combattere.
Durante il tragitto per Valdoro – piccola villaggio in cui vogliamo stabilirci a inizio avventura, il nostro protagonista comincia a star male e a sudare freddo, in poco tempo e una manciata di ore di gioco ci rendiamo conto di essere un osservatore, vale a dire una persona in grado di rivivere non solo i ricordi di una vita passata, ma di entrare in contatto con le anime delle altre persone. Proprio l’anima è la reale tematica della storia che viviamo, infatti la Foresta di Dyr è coperta da una malattia chiamata “Lascito”, in cui le persone nascono e vivono senza un’anima. Lo scopo del nostro viaggio è proprio quello di distaccarci da questo potere non richiesto e nel frattempo capire come e se è possibile curare questa malattia – se malattia si tratta -, il tutto combattendo contro un misterioso quanto potente nemico, in una trama intrigante e piena di colpi di scena.
La storia, dalla durata di oltre 40 ore, è solo una piccola parte dell’intera esperienza ruolistica offerta da Pillars of Eternity. Tra missioni secondarie, incarichi, esplorazione, personaggi, il gioco può raggiungere una durata record di oltre 300 ore e possiamo garantirvi che le situazioni vissute, l’atmosfera e le storie raccontate non fanno pesare minimamente questa longevità, il titolo risulta costantemente interessante e sempre con cose nuove da scoprire o da fare.
Mente e braccio
Passiamo a parlare della parte più succulenta di questa opera e quella più importante per parlare di questa Complete Edition: il gameplay e come è stato adattato su console. Iniziamo a fare una premessa importante sulle sue meccaniche che erano già perfette nella versione pc e questo sicuramente ha facilitato il suo porting. Per chi non ha mai giocato un gioco di ruolo di questo tipo sappiate che non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi, Obsidian ha cercato di renderlo accessibile al più grande numero di persone possibile, a mio parere, riuscendoci.
I combattimenti hanno due fasi, una tattica, dove è possibile mettere in pausa per gestire i nostri attacchi sui vari nemici e una in real time, dove appunto combattiamo. Tutti i nostri avventurieri possono combattere anche senza la fase tattica, ma in Pillars of Eternity è altamente consigliata, anche perché anche alla difficoltà normale, gli scontri sono impegnativi. Ogni personaggio controllato da noi ha una barra vitale che qua viene chiamata semplicemente “resistenza”, una volta esaurita il personaggio cade a terra, ma può rialzarsi nel momento in cui lo scontro porge al termine a nostro favore, ma attenzione, perché se uno dei nostri combattenti rimane senza resistenza, può rischiare seriamente di morire definitivamente.
Ovviamente combattere non è sempre la soluzione migliore e in questo caso entrano in gioco due meccaniche molto importanti: furtività e dialoghi, nel primo caso possiamo utilizzare la modalità furtiva per aggirare blocchi interi di nemici, quest’ultima è utile anche per disattivare le tantissime trappole sparse per i livelli. I dialoghi invece sono essenziali per il superamento di situazioni critiche, le opzioni di dialogo possono variare a seconda della nostra cultura, origini, razza e quant’altro, fate sempre presente che ogni nostra azione modifica la reputazione in un determinato luogo o gruppo sociale.
Come avete sicuramente intuito, quindi, non viaggeremo solo con il nostro protagonista, infatti, abbiamo a disposizione ben 8 compagni da convincere a unirci alla nostra causa, ognuno di loro con un background, una caratterizzazione e abilità completamente diversificate tra loro. Specifichiamo che il gruppo massimo è composto da 6 personaggi, tra cui il nostro principale, di conseguenza gli altri 3 hanno la possibilità di rimanere a Caed Nua, ove quest’ultima è una fortezza che acquisiamo alla fine del primo atto e che ci permette di potenziarla al fine di ottenere vantaggi, prestigio e denaro nelle terre confinanti. Caed Nua deve essere difesa, bisogna far fronte alle richieste dei nostri sudditi e addestrare dei uomini per proteggerla, insomma diventiamo regnanti a 360 gradi ed è una delle cose del capolavoro di Obsidian.
Nonostante i nostri compagni reclutabili siano 8, possiamo comunque assumere per soldi anche dei mercenari avventurieri, ognuno con abilità diverse. Le locande da questo punto di vista sono molto importanti, anche perché il riposo ci consente non solo di recuperare la nostra resistenza, ma anche di ottenere dei bonus temporanei per il proseguo del viaggio. Non manca la possibilità di creare trappole, pozioni, pergamene e incantare armi, insomma un gioco di ruolo completo di ogni cosa. Ogni personaggio controllabile può essere completamente gestito da noi, dalle abilità acquisite durante un nuovo livello, fino a giungere alla personalizzazione di armi, armature, anelli, amuleti, etc.
Dopo aver fatto una panoramica completa delle meccaniche e delle possibilità offerte dal gioco, arriviamo alla parte più importante: come è stato adattato il tutto su console? Il lavoro di Obsidian è molto buono, non mi sono trovato particolarmente in difficoltà a giocare al titolo con il pad in mano, ammetto che alcuni menu potevano essere adattati meglio, ma nel totale ci siamo, è un gioco godibilissimo con il pad, anche se bisogna un attimo ambientarci, soprattutto per chi non è avvezzo al genere dei CRPG.
Un meraviglioso mondo fantasy
Per chi ha giocato Baldur’s Gate o Planescape Torment, non può non rimanere folgorato dalla bellezza del mondo creato da Obsidian. Tutto disegnato a mano, con sfondi bidimensionali realizzati meravigliosamente e con una cura maniacale. Forse manca solo un po’ di originalità per quanto riguarda le creature, ma per il resto parliamo di un mondo completamente originale, con le sue razze, la sua cultura e il suo passato. Passerete tantissimo tempo a informarvi sulla lore del gioco, approfondendo l’intera esperienza.
Il comparto artistico è stupefacente quanto il comparto audio, impreziosito da una colonna sonora assolutamente sopraffina che riesce a creare la giusta atmosfera a seconda del luogo o della situazioni in cui ci troviamo, passare ore e ore nelle locande, ballando, sorseggiando birra e dialogando non è mai stato così appagante in un titolo di ruolo, nemmeno nel tanto amato Skyrim.
L’unico vero grande difetto di questa opera risiede nei troppi ed estenuanti caricamenti che spezzano troppo il ritmo del gioco e rendono molte volte il titolo tremendamente pesante. Un vero peccato visto che la longevità generale di titolo in se non è assolutamente frustrante, anzi diventa sempre più appagante nel proseguire.