Arrivati nel 2017 il mondo degli JRPG a turni è visibilmente cambiato, o comunque, è cambiata l’idea delle software house di voler creare un gioco a turni nell’era moderna, considerandoli non adatti ai giocatori che preferiscono azione e velocità, cosa che, capite anche voi, i giochi a turni non possiedono.
Eppure nell’anno corrente abbiamo visto ottimi titoli che hanno affidato il loro gameplay al combattimento a turni e Res Judicata: Vale of Myth si unisce sicuramente a quella categoria di giochi che vuole continuare ad urlare che il mondo degli JRPG/RPG a turni non è finito, anzi, che ci sono ancora tante storie da raccontare e mondi da far visitare. Nella recensione di oggi andremo quindi a vedere il perché consiglio, senza problemi alcuni, Res Judicata, il primo gioco sviluppato e pubblicato dai Blue Booth Studios.
Un’avventura comica
Partiamo, prima di tutto, con il parlare di come Res Judicata si pone verso il videogiocatore. Bastano infatti pochi minuti nel gioco per capire che quello che abbiamo davanti è un JRPG molto particolare, o per meglio dire, quasi comico. Il primo personaggio che andremo infatti ad incontrare è Garbhan, un irlandese sciancato ed ubriacone, ma allo stesso tempo fortissimo con la spada. Il che fa ben sperare su che tipo di avventura andremo ad affrontare, costellata da bicchieri svuotati, risse da bar e incarichi presi per tirare su qualche quattrino. Ovviamente Garbhan non sarà l’unico membro del nostro party ma sarà sicuramente piacevole per il giocatore incontrare diverse figure provenienti da diversi paesi del mondo di gioco con un loro carattere tutt’altro che tranquillo, e sicuramente, fa denotare questa voglia di gioia e sorrisi fin da subito la copertina del gioco appena acceso dove dovremo tutti e 4 i nostri eroi abbracciati e sorridenti.
Per quanto riguarda lo stile grafico ci troviamo davanti ad una pixelart molto buona, fatta da ottimi dettagli, fin troppi a volte, ma che sicuramente dimostra la voglia del team di fare un buon lavoro sotto tutti gli aspetti e che non subisca nel confronto con serie più blasonate. Unica cosa che fa storcere il naso è l’avatar di ogni personaggio, alcuni sono davvero inguardabili, altri sono invece carini, ma la prima cosa che ho notato è l’abissale differenza tra il disegno presente all’inizio e quello che vedremo poi di Gabhan, che ancora mi fa pensare a quanti anni effettivamente il nostro personaggio abbia. Insomma, una cura del chara. design non ottima.
Le musiche presenti sono apprezzabili, non ci sono motivi che ricorderete per sempre e vi faranno venire i brividi ma sono sicuramente buoni, anche i suoni, sono tanti a volte davvero troppo – no non serviva il suono quando si scende le scale – ma apprezzo lo sforzo degli sviluppatori di creare, anche sotto l’aspetto audio, un’avventura all’avanguardia. L’avventura si propone di avere una longevità di una 20ina/30ina di ore, sicuramente un tempo consono per quanto concerne un gioco del genere e che permette una longevità maggiore se si vuole concludere tutte le missioni secondarie ed è ambientata in un mondo reale alternativo subito dopo lo scioglimento dei Templari da parte del Papa.
Un gameplay classico e solido
Parlando invece del gameplay non posso essere più contento di così.
Res Judicata infatti si pone come un gioco che si basa su combattimenti a turni normalissimi, quindi con le solite quattro opzioni come attacco, magia, difesa e oggetti, a mio parere grossa la mancanza di un comando per fuggire che permetterebbe ai giocatori meno avvezzi di poter lasciare la battaglia nel caso di difficoltà, ma questa assenza può essere spiegata dal fatto che non esistono nemici casuali o che ritornano in un luogo, come in un buon JRPG, Res Judicata non considera il grinding e ti fa combattere unicamente quando c’è bisogno.
L’unico altro problema dei combattimenti, oltre al fatto che non esiste un comando per fuggire fin da subito, è la loro difficoltà, perché fin da subito vi ritroverete davanti ad una difficile sfida, soprattutto se il gioco viene settato in una modalità che dovrebbe essere “normale” ma che è tutt’altro che normale. Per evitare però di creare un gioco troppo frustrante, lo studio degli stivali blu ha ben deciso di mettere una scelta di difficoltà, in modo da non far preoccupare i giocatori meno avvezzi, scelta giusta e che non tutti pensano.
Per il resto Res Judicata si prende in groppa meccaniche classiche degli RPG/JRPG: la presenza di punti salvataggio utili per ricaricare vita e mp, missioni secondarie e primarie, i negozi di armi o oggetti e le locande, insomma, tutto nella norma. Ci tengo però a sottolineare un paio di scelte di meccaniche che mi sono davvero piaciute, la prima è la scelta di, ogni volta che ci si riposa in un save point, far apparire un campo o comunque far apparire i personaggi intenti a fare qualcosa di particolare, in ogni save point infatti potrete riposare, salvare, parlare con i vostri compari o allenarvi. E vedere una cosa del genere, molto in stile Final Fantasy XV, mi ha fatto sicuramente piacere, perché gli sviluppatori hanno voluto probabilmente fare qualcosa di particolare in tutto per tutto, anche nel punto di salvataggio. La seconda cosa che invece mi ha stupito è sicuramente il sistema di allenamento, che non pensavo sinceramente di vedere in un gioco così piccolo e di nicchia ma mi hanno sorpreso, e sono ben contento.
Ahimè gli unici punti dolenti del sistema di combattimento e delle meccaniche di gameplay generali sono due. La prima pecca a mio parere sono gli effetti degli attacchi magici, non bellissimi e gradevoli da vedere, basta infatti prendere un Golden Sun, uscito 16 anni fa su GBA che possiamo trovare sicuramente effetti degli attacchi più belli. Il secondo problema risulta invece in quella che è “l’imboscata” che non ho ancora capito se essere presente oppure no, perché per la maggior parte del tempo mi sono andato a chiedere come il gioco decidesse chi far partire prima e chi dopo e credo di aver capito come questa meccanica funziona, l’unico problema è che essa non viene spiegata al giocatore e non vengono nemmeno date zone o scene particolari per far capire come essa funziona e darti l’idea, e questo a mio parere è un peccato perché avrebbe reso il gioco un pelo più action e allo stesso tempo meno frustrante.
Si può migliorare!
Res Judicata è sicuramente un JRPG apprezzatissimo, senza se e senza ma, ottimo sotto l’aspetto oggettivo, l’unico problema è però, a mio parere, l’assenza di una personalità o di un carattere. Non me ne vogliate, ma per quanto Res Judicata sia davvero un bel gioco e fatto bene, non riesco a farlo rientrare nella mia Top 10 degli RPG a turni. Forse proprio per la mancanza di una grafica molto particolare e attraente o anche la storia, che ci mette un pochino ad ingranare, non presenta un plot twist particolare all’inizio che ti fa chiedere come andrà avanti la storia, e quindi si rischia, secondo me, di non far interessare il videogiocatore.
Per il resto non posso dire niente, il prezzo è competitivo, soprattutto in vista degli sconti in arrivo durante le feste e tutte le caratteristiche che ho elencato in questo recensione rende Res Judicata una buona alternativa, soprattutto per chi gioca al PC, ai JRPG a turni trovabili su altre piattaforme. E adesso aspettiamo la parte due.