Le trasposizioni su licenza sono un terreno impervio e insidioso attraverso il quale molti hanno perso la bussola al punto da dare alla luce aborti o prodotti spazzatura. Uno degli attraversamenti più insidiosi è quello tra cinematografia e videogames. Un passaggio che non poche volte ci ha delusi o addirittura fatti imbufalire per stravolgimenti, storpiature o approssimazione.
Reservoir Dogs: Bloody Days prende spunto (e licenza) proprio dall’omonimo film di Tarantino che in Italia conosciamo come Le Iene ispirandosi alle azioni losche e illegali e dalle tinte splatter della pellicola cinematografica riproponendo il tutto in una serie di furti con visuale isometrica e grafica cartoon.
Prendi il malloppo e fuggiamo, ca..o!
Il filo conduttore di questo gioco è svaligiare banche o altre attività commerciali per ottenere il maggior quantitativo di denaro e la miglior valutazione finale. Questo obiettivo dovrà essere raggiunto al costo inevitabile di qualche decina di omicidi in pieno stile Tarantino, con sangue (neanche poi tanto alla fine) e scambi di battute al limite del politacy correct.
Proprio le frasi (il gioco è completamente in inglese) e i dialoghi di intermezzo tra una sparatoria e l’altra saranno il miglior condimento ad una atmosfera già ricca di delirio e follia omicida, ma carente di un reale filo conduttore.
Il plot è molto debole e fumoso e fa solo da cornice alle azioni malavitose del gruppo di sei professionisti del furto che dovranno destreggiarsi nella ventina di mappe presenti nella città di gioco. Città che non è esplorabile, ma fa solo da sfondo alla selezione delle missioni che via via compariranno e dovranno essere sbloccate con il malloppo messo in cassa.
Che guardi? Ti sembro un cartone animato?
Ci pensereste mai ad un cartone animato basato su Le Iene? Big Star Games lo ha fatto e per questa sua produzione ha pensato di non mettere in scena un clone di qualcosa di già visto (penso a Grand Theft Auto e PayDay) ma di dare a Reservoir Dogs: Bloody Days una anima da striscia di fumetti a metà tra il comico e lo splatter.
Una scelta coraggiosa, ma che bene si presta a rendere il titolo non una copia del film, ma a una produzione a sé stante che si carica del peso del brand cinematografico senza però tentare di scimmiottarlo o di crearne un feticcio da joystick. Una scelta che premia Big Star Games e che concede al titolo un carattere tutto suo.
Bisogna dire, per completezza, che alcuni modelli sono un po’ troppo abbozzati e che le animazioni dei personaggio principali e secondari sono un po’ troppo legnose. Molto spesso ci si ritrova a fare i conti con qualche morto che misteriosamente scompare nel pavimento o con qualche compenetrazione non molto gradevole. Piccoli e trascurabili nei.
Anche le ambientazione ricalcano questo stile, ma in alcuni frangenti ci si ritrova a fare i conti con qualche stanza ripetuta per ottimizzare la costruzione degli edifici. La telecamera che mostra l’azione con una visuale isometrica, ha per la maggiorparte delle volte una distanza sufficiente a gestire al meglio l’azione, anche se nelle stanze più ampie ci vuole qualche secondo e passo in più per trovare il vigliacco che ci spara senza pietà.
Gradevole, ma senza sforzi stilistici, la colonna sonora che con i suoi rif di chitarra propone una ristretta serie di tracce piacevole ma non indimeticabili. Maggiore cura l’avrebbero meritata anche le campionature dei suoni, ridotte a pochi gridolini dei civili/ostaggi, all’apertura di porte e casseforti e ai colpi di arma da fuoco, questi ultimi ben realizzati ma forse un po’ troppo statici.
Mr. Brown fa da esca e noi li prendiamo da dietro, Ok?
Entrando in azione, tuttavia, si scopre già nelle prime battute, subito dopo il breve ma esaustivo tutorial, che Resevoir Dogs: Bloody Days ci propone un impianto di gameplay davvero unico e appagante. Nella fase di brefing sceglieremo la missione da svolgere, il “ferro” con cui spinarci la strada ed eventualmente il terzo componente della squadra.
Nonostante infatti ci siano sei personaggi disponibili, ne potremmo portare solo tre con noi e molto spesso due di essi saranno obbligatori, impedendoci di pianificare secondo il nostro gusto il party d’attacco. Se da un lato questa scelta penalizza chi vorrebbe più libertà, dall’altro avere solo tre personaggi (o addirittura due) sarà più che sufficiente per portare avanti la missioni e non impazzire dietro agli spostamenti di ognuno.
Questo perché le azioni dei membri del party (o per meglio dire della gang) avvengono singolarmente e il passaggio da un personaggio all’altro che comporta anche un salto temporale all’indietro. Grazie infatti al comando rewind, dopo aver scelto il cammino e le azioni del primo personaggio, si tornerà indietro per pianificare e comporre il percorso anche degli altri rapinatori facendo attenzione a coprire le eventuali falle o attacchi dei nemici che non si è riusciti a fronteggiare con il personaggio precedente.
Ne viene fuori molto spesso una complessa e appagante rete di strategie e attacchi multipli atti ad attirare i nemici in trappole e fuoco incrociato che permettano di superare indenni i numerosi check point. Pianificare non è semplice poiché una azione di un personaggio successivo può attirare un nemico e farlo spostare dal fuoco del nostro alleato. La morte e il conseguente fallimento della missione non sono fonte di sconforto per il giocatore che potrà ripartire dall’ultimo punto di recupero con energia ripristinata e munizioni al massimo.
Proprio le munizioni e le armi saranno un elemento da tenere bene sotto controllo per evitare di rimanerne a secco durante gli scontri più concitati. Recuperare bocche di fuoco più cariche quando un’area è stata ripulita o risparmiare i colpi di un’arma più efficace saranno azioni indispensabili per proseguire nell’assalto.
Oltre a sparare il gioco ci permette anche di rapinare civili, depredare l’ambiente di gioco e ovviamente perseguire il nostro obiettivo principale: svaligiare gli edifici. Nonostante ciò sono poche le azioni da eseguire e di facile attuazione grazie agli essenziali comandi del gioco che può essere tranquillamente giocato con mouse e tastiera, anche se il controller fa comunque il suo dovere.
Peccato per l’assenza di una componente multiplayer (locale e online) che avrebbe potuto dare quel guizzo in più alla produzione che è costretta a basare la sua longevità sulla ripetizione delle missioni alla ricerca della valutazione migliore.
Conclusioni e commento dell’autore
Reservoir Dogs: Bloody Days ha una azione di gioco concitata e allo stesso tempo strategica, due elementi che difficilmente si conciliano in un gioco action soprattutto se racchiusi in una struttura così essenziale e allo stesso tempo appagante di gioco.
Il gioco si presta a partite mordi e fuggi e un po’ meno a lunghe sessioni di gioco, ma bisogna sottolineare la bravura della produzione nel non tentare di creare un clone della pellicola cinematografica o di altri titoli dal tema simile.
Il gioco non richiede un PC particolarmente performante (Io l’ho giocato su un i3 con una GTX 1050 e 8 GB di RAM) e riesce a offrire quel giusto mix di difficoltà e semplicità di realizzazione che riesce ad accontentare tutti con una atmosfera ben congeniata e dal velato sapore splatter.
Reservoir Dogs: Bloody Days è stata una sorpresa per me. Un piccolo gioiello che merita di essere provato e che potrebbe finire tra i ricordi più singolari e iconici dell’esperienza videoludica di un giocatore.