Frozenbyte è una software house che nel corso del tempo è riuscita a farsi un nome e crescere in tutto e per tutto. Una piccola casa produttrice aperta nel 2001 con sede in Finlandia che ad oggi conta un organico di circa 70 persone, ricordata anzitutto per la trilogia Trine che ha visto la sua conclusione proprio lo scorso anno. I giocatori e la critica hanno sempre apprezzato il lavoro di un team capace di dire la sua, di regalare ore di divertimento e soprattutto di immettere sul mercato qualcosa di originale e fresco.
L’annuncio di Shadwen è promotore della voglia da parte dei ragazzi di Frozenbyte di esplorare nuovi terreni, di iniziare una nuova sfida e riuscire quindi a dimostrare di avere talento da vendere, creare una nuova proprietà intellettuale e avvicinare al proprio nome ancora più gamer. Quel passo insomma che tutte le “piccole” devono fare per riuscire pian piano a scalare la vetta ed entrare tra le big di un mercato sempre più difficile e ostico.
Grazie ad un codice review offertoci gentilmente dalla diretta interessata siamo riusciti a portare a termine il gioco, spulciare gli anfratti di questo stealth game dalle tinte action e capire se effettivamente sia stato fatto il fatidico passo più lungo della gamba o se siano state prese correttamente le misure per raggiungere il livello successivo. Vi raccontiamo tutto nella nostra recensione.
Un’assassina ed un’orfana
Come già accennato poc’anzi, Shadwen è essenzialmente uno stealth game con meccaniche orientate all’action e all’adventure. Veniamo catapultati tramite due tutorial nel mondo di Shadwen (nome proprio della protagonista) e di Lily, un’orfana che incontriamo casualmente e che dovremo portarci dietro durante il corso dell’intera avventura. Vicende che semplicemente raccontano di un’assassina che deve uccidere il re del regno in cui abita.
Frozenbyte ha voluto calcare forse troppo l’aspetto “racconto” per quanto concerne il comparto narrativo. Non esistono cut-scene, bensì la storia viene narrata tramite dei dialoghi tra la bambina e la protagonista, il tutto durante i caricamenti tra i vari livelli. Solo di rado veniamo messi dinanzi a qualche artwork che accompagna la narrazione, ma bene o male ci sentiamo di condannare questo aspetto del gioco ad un’eccessiva povertà sia visiva che contestuale.
Non ci sono colpi di scena importanti, non vi è un plot narrativo capace di suscitare interesse nel giocatore ad anche i dialoghi sono alquanto poveri, nonostante essi siano brevi e sporadici. Insomma, sarebbe bastato un leggero sforzo in più per poter mettere su un teatrino quantomeno sufficiente. Ciò che invece ci troviamo a seguire è una storia priva di mordente, come se fosse stata messa lì solo da riempitivo, un misero contorno che in realtà, in un titolo del genere, dovrebbe essere uno dei piatti principali.
Una delle caratteristiche principali del gioco è la possibilità di decidere se usare la violenza e quindi uccidere le guardie per andare avanti o passare inosservati, di nascosto. Questo aspetto lo approfondiremo più avanti, ma in questo contesto va accennato poiché cambierà il modo con il quale Lily interagirà con noi. Ci potrà vedere come una crudele assassina o come una sorta di “pacifista”. Nemmeno questo duplice seguirsi delle vicende però riesce a dare spessore e affascinare chi sta giocando, sempre approfondito in maniera marginale e che sfocia di per sé in un finale davvero insipido, veloce, quasi inutile.
Al buio
Uno stealth game che si rispetti deve riuscire a portare dalla sua parte il giocatore cercando sempre di avvicinarlo ad un approccio strategico, invogliare chi impugna il pad (o tastiera e mouse) a proseguire nel livello silenziosamente, nel buio, ma Shadwen non ci riesce. Andiamo avanti per grandi. I due tutorial di cui già abbiamo accennato la presenza serviranno per farci apprendere i comandi base. Potremo quindi saltare, muoverci furtivamente per non fare rumore e utilizzare il rampino per arrampicarci o spostare oggetti. Proprio quest’ultima affermazione ci catapulta nel fulcro del gameplay del gioco. Spostando gli oggetti come casse o carri di fieno genereremo rumore che attirerà le guardie in determinati punti e ci permetterà di spostarci furtivamente o di ammazzarle in totale tranquillità. Ricordiamo che avremo sempre al nostro fianco Lily, quindi ogni nostro spostamento o ogni nostra mossa dovrà essere studiata per permettere anche all’orfana di poter avanzare senza essere vista. Ammettiamo che l’IA della bambina è abbastanza reattiva e non ci genererà troppi problemi.
Il punto è che i nemici invece peccano abbastanza per quanto concerne l’intelligenza artificiale. Più volte ci siamo trovati in situazioni che ci hanno permesso di sgusciare nell’ombra anche quando in realtà saremmo dovuti essere visti. Una nota da tenere in considerazione è che qualora le guardie dovessero trovare un corpo senza vita, scatterebbe l’allarme e l’inesorabile game over. Stessa cosa qualora dovessero coglierci in flagrante. A nostro dire il titolo non invoglia molto a seguire la componente furtiva, questo perché determinati bug e soprattutto il design dei livelli spesso troppo caotico e mal progettato tende a frustrare il giocatore.
Anche il movimento delle guardie non è per niente studiato a pennello, spesso quando richiamate da un rumore iniziano una perlustrazione senza logica, in maniera imprevedibile e sconnessa rispetto alla reale funzione del nostro sotterfugio. Impossibile da gestire quindi. Abbiamo deciso di effettuare un approccio stealth e i problemi di cui sopra ci hanno portato più volte alla frustrazione. Lavorando invece molto sugli assassinii, dovendo comunque calcolare le varie mosse e gli spostamenti, ci è sembrato che il gioco scivolasse via più piacevolmente.
A rendere un tantino più gustoso il tutto è la presenza di alcune armi che sarà possibile fabbricare tramite dei progetti. Questi progetti sono nascosti nei livelli e una volta trovati ci indicheranno gli attrezzi necessari a completarli, nulla di complesso, anche senza stare a scovare ogni anfratto del gioco riuscirete a portarli a termine. Risultano comunque poco utili, siamo riusciti infatti a completare il titolo anche senza utilizzarli.
Ci sentiamo di giudicare Shawaden uno stealth game che diverte maggiormente se affrontato in maniera più drastica, quindi uccidendo tutti i nemici presenti nei 15 livelli spalmati in circa 6 ore di gioco. La componente stealth doveva essere meglio concepita, soprattutto a fronte di un level design poco ispirato e gestito male.
L’occhio vorrebbe la sua parte
Parliamoci chiaramente, Sahadwen non è una grossa produzione e in tal senso era stupido aspettarsi un comparto tecnico sfavillante, ma avremo almeno voluto trovarci dinanzi un titolo sufficiente sotto questo punto di vista. Non è così. Frozenbyte ci propone un mondo di gioco anonimo, davvero troppo scontato e poco vario. I quindici livelli di gioco sono troppo simili tra loro, senza nulla di memorabile. Nessuno scorcio, nessuna stanza o nessuna viuzza che il giocatore possa ammirare e compiacere. Nulla. A questo dobbiamo affiancare texture davvero poco rifinite, con i modelli poligonali delle due protagonista e dei vari nemici molto scarni, oltremodo insufficienti per gli standard moderni. Considerate che abbiamo giocato il titolo settando le varie impostazioni grafiche al massimo possibile, in Full HD.
Altro dramma che infanga il comparto tecnico sono i grossi problemi di compenetrazione poligonale e le animazioni davvero acerbe. Spesso sono proprio questi problemi che ci hanno portati al game over e onestamente troviamo frustante oggi giorno avere a che fare con cose del genere. La tavolozza di colori poi rende il gioco davvero troppo “scuro”. Ci rendiamo conto che uno stealth game del genere debba proporre ambienti di un certo tipo, ove le ombre la fanno da padrona, ma in questo caso si è sforato il massimo ammissibile, anche andando a giocare con i parametri della luminosità. Gli effetti luce e particellari sono quasi del tutto assenti, relegando il titolo ad una sorta di piattezza disarmante.
COMMENTO DELL’AUTORE
Frozenbyte avrebbe voluto fare un salto in avanti con Shadwen, invece ci troviamo dinanzi ad un titolo che rappresenta lo scivolone per questa software house. Uno stealth game che non riesce a farsi apprezzare né dal punto di vista narrativo né sotto il profilo del puro gameplay. Anche tecnicamente il lavoro svolto è poco curato, rude. In generale ci sentiamo di aver giocato ad un titolo senza anima, un prodotto grezzo. Ci dispiace molto soprattutto per la fiducia finora data ad un team che ci ha saputo stupire in passato. Speriamo che questo ammacco rimetta i ragazzi di Frozenbyte sulla giusta strada, in fondo può capitare a tutti di sbagliare un colpo!