Onesto, dai.
Poco di più, nulla di meno
Siege Saga è un gioco che si recensisce da solo, praticamente. Già dalla sua presentazione sulla vetrina di Steam si capisce tutto quel che c’è da capire – è Angry Birds, con l’unica sostanziale differenza che il gameplay consiste nell’erigere difese piuttosto che abbatterle.
Non un concetto particolarmente originale, questo, ma del resto non lo era nemmeno quello di Angry Birds già ai tempi del suo lancio. Soprassediamo dal giudicare in merito, e valutiamo invece per i suoi meriti.
E Siege Saga non ne è privo, tutto sommato.
L’obiettivo che si prefigge è chiaro, e lo svolge in maniera competente e soddisfacente – la selezione di pezzi utilizzabili per edificare il proprio forte cresce ad un ritmo sostenuto e ha le proprie specificità, da scoprire principalmente attraverso sperimentazioni proprie che il basilare tutorial.
Continuando nella serie di adeguatezze, il motore fisico di Siege Saga entra a pieno titolo nella lista. Non fedele al cento per cento ma certamente affidabile nel modo in cui tratta pesi, collisioni e gravità, riesce ad allontanare l’onnipresente rischio di questi giochi – la possibilità che la stessa identica sequenza di azioni possa risultare in sviluppi differenti, rendendo la difficoltà del costruire la fortezza ideale più un tiro di dadi che un puzzle.
Qui non succede, per fortuna.
Quel che invece succede è che certe tipologie di nemici (come i cannoni) infliggano danno in un’area mal definita e finiscano per colpire i nostri poveri protetti anche in assenza di contatti diretti. Dopo un po’ di tentativi si finisce per imparare, grossomodo, quell’area, ma sarebbe largamente preferibile che fosse chiara fin dall’inizio e ci si risparmiasse dell’ulteriore trial-and-error.
Se c’è una lamentela da muovere sulla difficoltà, è che questa pare essere inconsistente. A distanza di un solo livello mi sono trovato a passare da uno scenario in cui mi è stato possibile vincere senza usare alcun pezzo ad uno che mi ha richiesto una cinquantina di tentativi prima di riuscire a completarlo, e senza che venissero introdotte particolari nuove meccaniche.
Puzzle (d)a tre stelle
Siege Saga non è un gioco particolarmente complesso, probabilmente anche perchè sviluppato con le piattaforme mobile in mente.
La progressione in termini di acquisizione ricompense, elementi cosmetici, personalizzazione e così via è del tutto inesistente. L’esperienza di gioco comincia e finisce col suo motore fisici e il design dei livelli, anch’esso più che adeguato per quanto non impressionante.
La quantità di livelli a disposizione è ampia, ma con la durata media che s’aggira attorno al minuto il rischio di finire senza più content è piuttosto concreto.
Il level editor incluso in Siege Saga fa un nobile sforzo per scongiurare quest’eventualità, godendo anche dell’integrazione con lo Steam Workshop, ma tra l’apparire altamente controintuitivo e l’essere privo di un vero tutorial per l’uso all’infuori di un video su Youtube, è facile comprendere perché il Workshop abbia quest’aspetto:
In conclusione
Siege Saga è decente per quel che costa (4 euro) e quel che si propone di fare – un simpatico passatempo e poco più, adatto più ai cellulari che alla piattaforma sulla quale gli sviluppatori hanno deciso di sbarcare per primi.
Senza infamia e senza lode.