Ero fiducioso in Soldiers of the Universe. Le pessime valutazioni trovate su Steam non hanno in alcun modo scalfito la mia voglia di provare questo gioco. I video mostrati in anteprima mi ispiravano ma allo stesso tempo aprivano un mondo di perché sulla critica mediatica. Purtroppo sono dovuto ritornare sui miei passi.
L’inizio della fine
Si parte dalla crisi del governo turco e dalla necessità di offrire a questo un futuro glorioso e all’avanguardia. I recenti avvicendamenti diplomatici hanno creato il caos con i rapporti internazionali e, come potevamo ben aspettarci, questo implica l’estremo sacrificio da parte di nostro padre, ambasciatore di punta del governo turco.
La sua morte apre diverse stanze segrete dalle quali eravamo stati tenuti all’oscuro. Quello che si cela dietro un umile ambasciatore è un centro di ricerca militare all’avanguardia e in linea con gli scenari politici attuali. In qualità di figlio unico, decidiamo di prendere parte al progetto e difendere la nostra patria.
Squadra…ma non troppo
Pronti a scendere in campo bellico, la nostra avventura inizia con le presentazioni di rito. In Soldiers of the Universe non saremo soldati super tecnologici bensì una squadra di militari pronti ad affrontare ogni pericolo. Il nostro team, composto da quattro elementi, lascia spazio alle presentazioni di rito il che lascia presagire una componente cooperativa di alto livello. Ogni nostro alleato ha un proprio soprannome ed è specializzato in uno specifico addestramento. Nulla sarà in grado di abbattere un team solido e multiforme come il nostro.
Eppure arrivati in campo le cose cambiano drasticamente. Tutto quello che era stato il miglior prologo della storia svanisce difronte alla forza bellica nemica: niente cooperazione, niente attacchi tattici, solo tanto fuoco. Non solo non saremo in grado di dare ordini ai nostri compagni ma questi non cercheranno in alcun modo di facilitare il nostro inserimento.
Lo scenario, ad unica direzione e senza alcuna scappatoia per attacchi laterali o furtivi, è complice dell’insuccesso di squadra. I nostri amici spareranno diverse raffiche e nulla più, senza sviluppare sul campo le doti di cui si erano vantati poco prima. Il cecchino non shotta, il tecnologico non evade alcuna strategia e il compagno di supporto non fornisce l’adeguata copertura. Insomma, armiamoci e partite.
Ambientazione e gameplay
In Soldiers of the Universe l’ambientazione è praticamente sempre la stessa. Nelle cinque missioni che affronteremo, lo scenario non cambierà in alcun modo, se non per pochi e insignificanti dettagli. Sebbene la storia imponga un’ambientazione unica trattandosi di una campagna rivolta in un luogo specifico, lo scenario è invariato: stessi dettagli, stesse coperture, stessi nemici. Tutto uguale e scorrevole in una sola direzione.
Il gameplay non risolleva in alcun modo le sorti drastiche del titolo, ma anzi è capace di dare il colpo di grazia ad un moribondo shooter senza alcuna speranza di salvezza. Poche armi a disposizione che non si diversificano in alcun modo tra di loro se non per il mirino, unico vero protagonista di questo gioco.
Infatti, nonostante la possibilità di scegliere armi che, in teoria, dovrebbero servire per la breve gittata, non saremo in grado di utilizzarle in alcun modo: basta far fuoriuscire leggermente il nostro corpo dal riparo per permettere al nemico più lontano di spararci senza sosta, nemmeno se avessimo addosso un gigantesco bersaglio sul quale fare centro. Pertanto, saremo costretti a combattere utilizzando sempre la stessa arma, evadendo la potenza nemica solo con l’aiuto di alcune granate, unico gadget a nostra disposizione.
Purtroppo i sacrifici investiti nel progetto non trovano appagamento nemmeno per quanto riguarda la traduzione dei testi e del linguaggio. L’audio, esclusivamente in inglese come molti altri titoli, è di bassa qualità; il parlato è tradotto malissimo: non posso nascondere che ho avuto una certa ironia nel leggere i sottotitoli, come se si ascoltasse un vero straniero che, faticosamente, cerca di parlare nel migliore dei modi l’italiano, storpiando malamente tanti verbi e significati.
Ma quello che probabilmente duole più di tutto è venire a conoscenza che il gioco è disponibile in full release. Non è ben chiaro quale sia stato il motivo, ma lasciare Soldier of the Universe in Early Access avrebbe dimezzato l’imbarazzo degli sviluppatori nel presente un prodotto di scadente qualità e reso meno agonizzante la mia prova e la mia recensione. Peccato.