Anche se in molti sono stati convinti per lungo tempo che il gioco rappresentasse un’esclusiva per Nintendo Swich, in realtà Starlink: Battle for Atlas è un multipiattaforma. Oltre alla versione con contenuti esclusivi per la console ibrida, il titolo action-adventure ad ambientazione stallare di Ubisoft approda anche su PlayStation 4 e Xbox One per deliziare i giocatori con battaglie spaziali, alieni da battere e navicelle spaziali fisiche da comporre, modificare e riportare nel gioco. Proprio la presenza di accessori-giocattolo da acquistare per “potenziare” l’esperienza ludica è uno dei nodi più controversi che potrebbero far subito desistere i giocatori dall’acquisto, ma questi ultimi possono essere comunque

Il peso dei giocattoli

Prima ancora di avviare il gioco, che Ubisoft ci ha inviato in versione PlayStation 4, ho avuto modo di saggiare la consistenza dei modelli fisici e interattivi di astronavi, armi e personaggi. La qualità dei materiali degli accessori è più che buona e dà un senso di solidità al tatto oltre ad avere delle dimensioni generose. Piacevoli da vedere (eccezion fatta per i personaggi molto meno dettagliati) ma pesanti al punto che quando li si monta sull’accessorio da collegare al controller il DualShock 4 diventa davvero un macigno tra le mani. Per di più l’accessorio deve essere collegato via USB con un cavo alla console per poter usare i “toys”. Non proprio il massimo del confort considerato che, per esempio, su Nintendo Switch è tutto wireless.

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Un universo di cliché

Il gioco in sé invece ci lancia nel bel mezzo di una battaglia per la difesa della galassia di Atlas dalla minaccia di un’antica setta, la Legione. A difesa dei pianeti di questo angolo di universo c’è un manipolo di piloti facenti parte della missione Starlink che si prodigheranno per estirpare la minaccia dai pianeti e dall’intero sistema. A livello narrativo la trama di Stalink: Battle for Atlas è semplice e senza sbavature e attraversa la galassia come la scia sottile di un’astronave: nitida e diritta senza particolari deviazioni rappresentate dalle poche missioni secondarie che solo in alcuni casi hanno la giusta profondità per poter estendere la longevità del gioco che di base non si aggira oltre le 15 ore.

Il doppiaggio completamente in italiano è ben recitato e aiuta a sentire più viva e pulsante nella testa la prosecuzione dell’avventura non mancando di concedere qualche interessante climax. Marson Rana e altri piloti così come del cattivo di turno possiedono un carisma semplice e senza troppi ricami, composto da numerosi cliché e stereotipi della fantascienza che si susseguono anche lungo tutto il corso dell’avventura. Chi pensava che Starlink potesse essere uno StarFox sotto mentite spoglie si sbaglia, almeno in parte. I barrel roll senza la volpe sono un colpo al cuore degli appassionati della serie, ma l’assenza di Fox in questa versione PlayStation 4 è trascurabile e non impedisce di godersi comunque l’avventura.

La faccia pulita di Atlas

La bontà della produzione Ubisoft è sorretta da un comparto grafico senza particolari sbavature e con qualche piccolo compromesso. Su ogni pianeta si respira un’aria diversa con colori e atmosfere variegate, colorate e piacevoli da attraversare sia a pelo di superficie che più ad alta quota con un orizzonte profondo e progressivo nella sua apparizione e con oggetti diversi che appaiono in punti della mappa coerenti con la loro natura. Il problema è la differenziazione dei modelli che risulta minima nella maggior parte dei casi, soprattutto per quel che riguarda le strutture artificiali. Anche nello spazio tra i pianeti le sensazioni visive positive restano seppur, nel tentativo di riempire il vuoto cosmico, spesso Ubisoft abbia finito con il rendere ridondanti alcuni incontri.

Piacevole risulta la qualità delle animazioni e degli effetti di luce. Lo stile cartoon dei personaggi e dello scenario è perfettamente coerente e gradevolissimo visivamente con colori vivaci e linee pulite. Nonostante la quantità di elementi ed esplosioni a schermo, la schermata risulta ordinata e non infastidisce lo sguardo regalando in molti casi dei passaggi particolarmente piacevoli. In questo ambito l’unico aspetto negativo è la fisica degli scontri delle navicelle che è davvero troppo artificiale.

Ripetitività qualitativa

Se si va a valutare la quantità di contenuti presenti nel gioco c’è qualche carenza. Pochi i pianeti, pochi i nemici e poche tipologie di missioni di contorno al filone principale. In Starlink di cose da fare ce ne sono ma non ci sono poi così tante variazioni. Quel poco che c’è tuttavia è davvero fatto bene. Sui pianeti c’è più vita e più cose da fare, mentre nello spazio ci si ritrova spesso ad affrontare un loop infinito di nemici che appaiono sempre allo stesso modo in vista degli obiettivi più importanti. Ci sono alcune missione che anche se ripetitive sono bellissime da affrontare, come ad esempio l’attacco alle navi della Legione che ogni volta ricorda vagamente il piano di distruzione della Morte Nera di Star Wars.

Oltre alla pura e semplice componente di action-shooting Starlink offre anche una spruzzata di RPG davvero gradevole rappresentata non solo dal livellamento delle singole navicelle, dei piloti e delle armi (che nella versione Deluxe che abbiamo provato sono tutti subito disponibili in digitale) e relative abilità speciali da utilizzare secondo necessita, ma anche dalla gestione dei singoli pianeti per bilanciare la presenza dell’alleanza Starlink e ottenere il supporto attivo dagli NPC per sconfiggere con più facilità la Legione. Per quel che riguarda il comparto sonoro c’è la stessa cura nella realizzazione, senza sbavature e nella maggior parte dei casi sia l’audio che i rumori di fondo sono perfettamente integrati tra di loro e non c’è caos sonoro.

I controlli e le azioni in gioco sono di ottima fattura, divertenti e appassionati da realizzare e si prendere quasi subito la mano con i comandi. Volare tra le stelle si Starlink rappresenta un’esperienza divertente e adatta a giovanissimi ma anche ai giocatori un po’ più grandi. Un punto a favore del gioco è rappresentato certamente dalla personalizzazione della nave che tra mod, modifiche e rami abilità c’è tanto materiale con il quale trovare il proprio set up preferito. Al netto di quanto detto qui sopra e nelle Recensione Breve, Starlink: Battle for Atlas si lascia giocare volentieri. Diverte e intrattiene con leggerezza e il giusto mix di azione ed effetti speciali. Non è ancora confermato, ma l’universo di questo gioco potrebbe non finire qui, visto che possiede tutte le carte in regola per ottenere un supporto futuro in DLC che possano migliorare l’offerta videoludica.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

La percezione che avevamo avuto su Starlink: Battle for Atlas è che fosse un’esclusiva per Nintendo Switch, ma la verità è che il titolo Ubisoft a base di “toys” passa anche su PlayStation 4 e Xbox One e lo fa degnamente. Si tratta di un prodotto che fa dei giocattoli interattivi che lo accompagnano il suo punto di forza sia sotto il profilo dell’estetica che della estensione dell’offerta di gioco. Per fortuna i giocattoli sono belli da vedere e toccare, ma non del tutto indispensabili.

Il gioco non brilla certo per originalità nella trama, ci sono un po’ troppi cliché fantascientifici, ma gira bene e offre qualche interessante climax narrativo. L’assenza di Fox non si fa sentire eccessivamente poiché la caratterizzazione generale è più che soddisfacente. Anche graficamente il livello tecnico della realizzazione è apprezzabile sia per le scelte stilistiche sia per gli effetti di luce. Peccato solo che la differenziazione dei modelli sia un po’ risicata.

La longevità ridotta della trama principale è compensata soloparzialmente da tutto il contorno di missioni secondarie anche se un po’ ripetitive alla lunga. La ripetitività è comunque un aspetto consueto quando si tratta di battaglie spaziali. Tuttavia c’è una sottile parvenza da RPG con qualche spruzzata molto blanda di gestionale che rendono l’esperienza generale soddisfacente e gradevole.

Starlink: Battle for Atlas è un’avventura spaziale valida, pulita e semplice che si lascia godere sia giocato brevemente, sia in lunghe sessioni a patto di apprezzare il genere delle battaglie spaziali. Un gioco che rispetto ai vari titoli del genere così detto “Toys-to-life” risulta adatto a un pubblico più ampio e adulto rispetto ai concorrenti. Si tratta di un prodotto che potrebbe tranquillamente finire sotto un albero di Natale anche con i suoi accessori vista anche la consistenza e qualità degli accessori fisici a disposizione dell’acquisto e fare così la gioia di piccoli e non.